L’Autorità di garanzia sugli scioperi annuncia di aver inviato alle commissioni Lavoro e Trasporti della Camera la documentazioni sui precedenti orientamenti della Commissione in tema di sciopero generale.
“L`Autorità – si legge nella nota – ha inviato un’ampia documentazione con una breve relazione introduttiva (consultabile sul proprio sito istituzionale, www.cgsse.it), nella quale viene ribadito che la definizione di sciopero generale nazionale, ai fini dell`applicazione della disciplina appositamente prevista per esso dalla delibera 03/134 (consultabile sul proprio sito istituzionale), debba ritenersi integrata dalla circostanza che tale sciopero sia rivolto a tutte le categorie del lavoro pubblico e privato dell`intero territorio nazionale, con una concentrazione temporale nella medesima data”.
“La documentazione consegnata contiene, tra l`altro, un quadro sinottico dal quale si possono rilevare gli ‘scioperi generali’ (con applicazione della delibera n.03/134), gli ‘scioperi generali territoriali’ e gli ‘scioperi plurisettoriali’ (per i quali trova applicazione la delibera n.09/619) – conclude la nota -. È stato, inoltre, fornito un elenco dettagliato di tutte le azioni di scioperi generali proclamate dalle organizzazioni sindacali negli ultimi due anni (2021-2023), con i relativi interventi di valutazione della Commissione di garanzia”.
Lo sciopero indetto da Cgil e Uil, ribadisce l’Autorità nella relazione che accompagna la documentazione – non poteva essere definito generale perché dall’agitazione sono state escluse 16 categorie del settore privato e senza una concentrazione temporale in un’unica data. “Lo sciopero generale – spiega l’Autorità nella relazione – deve integrare i seguenti presupposti: universalità, ossia proclamazione aprta a tutte le categorie del lavoro pubblico e privato: ampiezza territoriale. Ossia proclamazione estesa all’intero territorio nazionale, concentrazione temporale, ossia proclamazione per una medesima data”.
“Dal documento di proclamazione di Cgil e Uil – aggiunge il Garante – sono state escluse 16 categorie del settore privato, peraltro particolarmente rilevanti, facendo venir meno il carattere di generalità dello sciopero e, con riferimento alla categorie escluse, sono stati proclamati una serie di scioperi ‘generali’ regionali, articolati in cinque date fino al primo dicembre 2023”.
e.m.