Nuova giornata di protesta venerdì prossimo 29 gennaio che coinvolgerà anche il mondo della scuola: per quella giornata i sindacati S.I. COBAS – Sindacato Intercategoriale Cobas e SLAI COBAS per il sindacato di classe hanno infatti proclamato uno sciopero generale nazionale di 24 ore di tutte le categorie e settori lavorativi pubblici, privati e cooperativi.
Per il comparto istruzione la protesta è stata indetta, hanno spiegato i sindacati, “per rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati; per la tutela e la sicurezza degli alunni e delle lavoratrici e dei lavoratori; per aumenti salariali; per adeguamento dell`organico alle maggiori necessità di questo periodo di crisi”.
Oltre allo sciopero, sono previste delle mobilitazioni di piazza: a Roma venerdì due iniziative in via di organizzazione per i settori scuola (probabile presidio sotto il Ministero in Viale Trastevere: prevista la partecipazione di vari collettivi degli studenti) e logistica; a Milano sabato 30 una manifestazione statica in Piazza Duomo.
Per le organizzazioni sindacali “nel comparto dell`istruzione nel mentre si è scelto di perpetuare e generalizzare la didattica a distanza, il personale docente è abbandonato a se stesso, e le lavoratrici-madri prive di adeguate misure di tutela e di sostegno economico per far fronte agli aumentati compiti di cura della prole. La pandemia non allenta la sua morsa e diventa una condizione per lo smantellamento della istruzione pubblica.
Nessun atto concreto a sostegno alla Scuola Pubblica, solo vuoti e non realizzati annunci di potenziamento. La didattica a distanza, con i computer, causa solo l`aumento del divario tra alunni di diverse classi sociali. Il Governo decide di riaprire le scuole, ma le decisioni prese (solo il 50% degli alunni per classe, a turno) non tutelano in alcun modo gli alunni delle classi popolari che hanno spesso difficoltà di seguire le lezioni da casa, perché non hanno spazio o perché non hanno i mezzi per collegarsi in maniera efficiente. Con la didattica a distanza vogliono atomizzare le nostre esistenze. Se isolati posso imporci tutto. Isolati siano niente, collettivamente siamo una forza”, hanno concluso le organizzazioni.
E.G.