Il Quirinale ha detto sì alla revisione delle classi di concorso: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il testo di riforma, che rappresentava l’ultimo atto utile allo sblocco della pubblicazione dei bandi del concorso a cattedre per 63.712 insegnanti della scuola pubblica. Infatti, tra gli atti firmati dal Presidente della Repubblica Mattarella nella settimana tra l’8 e il 14 febbraio, risulta il Regolamento sulle nuove classi di concorso. Si tratta del D.P.R. 14/02/2016, in attesa di pubblicazione.
Il documento sottoscritto dal Capo dello Stato è stato denominato “Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, a norma dell’articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133”. Il testo dovrà ora essere registrato alla Corte dei Conti e subito dopo, potrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, probabilmente entro martedì 23 febbraio.
In una nota il sindacato Anief ritiene “discutibile” la decisione di ridurre le oltre 150 classi di concorso della scuola secondaria di quasi un terzo, ma soprattutto di collocarle all’interno di otto enormi “contenitori” di materie d’insegnamento, denominati ambiti disciplinari: “l’éscamotage, infatti, se da una parte permette all’amministrazione di collocare con estrema facilità il personale da assumere (o da spostare, attraverso la mobilità annuale), dall’altra penalizza, pure di molto, la qualità dell’insegnamento e della didattica”, spiega il sindacato.
“Ci aspettavamo una reale revisione delle classi di concorso, da adattare ai nuovi percorsi d’istruzione, invece, dopo sette lunghi anni di attesa e tante bozze di revisione andate a vuoto – aggiunge Marcello Pacifico, presidente Anief -, ci viene ora proposto un modello organizzativo delle discipline da insegnare che svaluta il personale docente, perché in molti casi d’ora in poi verranno messi in cattedra degli insegnanti pur se sprovvisti delle competenze, conoscenze e capacità specifiche. In una parola, si chiederà loro di ridurre la portata della specializzazione, obbligandoli a confrontarsi su programmi non attinenti al loro vissuto formativo accademico”.
“L’approvazione di queste classi di concorso – continua Pacifico – non fanno poi che allontanare, anziché avvicinare, la procedura concorsuale dal merito. Perché molti dei candidati dovranno confrontarsi con programmi iper-allargati, costringendoli a confrontarsi su argomenti e contenuti da sempre associati, giustamente, ad una competenza ad hoc. Secondo noi, questi accorpamenti potevano avere un senso per il futuro. Ma non di certo per questa tornata concorsuale, visto che tutti i laureati che vi parteciperanno si sono formati su piani di studio ed argomenti tarati sui programmi precedenti. Che senso ha approvarli a poche settimane dal bando e renderli attivi con immediatezza?”.