“La totale dismissione di Lazio Ambiente da parte della Regione è una scelta che condanniamo con fermezza perché sbagliata sia da un punto di vista ambientale che sul piano occupazionale ed economico”. Così, in una nota, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola, il segretario generale dlela Fp Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Cola e il segretario generale della Filctem Cgil di Roma e del Lazio Ilvo Sorrentino.
“Da cinque mesi, negli incontri con la Regione, – continuano – ribadiamo che la gestione dei rifiuti non possa prescindere dal controllo pubblico. Nonostante le nostre richieste ancora non ci è stato presentato un piano credibile e riteniamo quanto mai bizzarro che si decida di dismettere due termovalorizzatori e di spezzettare il sistema di raccolta senza avere un quadro complessivo del ciclo dei rifiuti. Ma ciò che emerge con particolare evidenza è che di nuovo si scaricano sui lavoratori e sul territorio gli errori e le responsabilità di una classe dirigente che si è rivelata incapace di guardare al ciclo dei rifiuti come a un settore strategico per l’economia locale e nazionale”.
Intervenire su questo settore, insistono i sindacati, avrebbe infatti ripercussioni importanti anche sulla crescita economica del territorio: “ Si darebbe avvio a un processo di riconversione in linea con gli indirizzi comunitari e nazionali in materia di politica industriale e a un processo di riqualificazione produttiva capace di conciliare attività industriale e tutela della salute e dell’ambiente. La Regione Lazio decide invece di lasciare la gestione dei rifiuti all’iniziativa dei singoli comuni in un quadro di assoluta emergenza e proprio mentre Colleferro viene riconosciuta area di crisi industriale complessa. Riconoscimento che le permetterebbe di usufruire di finanziamenti nazionali straordinari per sopperire a fabbisogni anche infrastrutturali. Sembra paradossale ma è così. Al presidente Zingaretti l’onere di aprire un confronto con il sindacato in assenza del quale lo scontro diventerà inevitabile e con esso anche i giudizi su Lazio Ambiente e sui conflitti di interesse presenti al suo interno”.