I sindacati di categoria Slg-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Telecomunicazioni sospendono le proteste sulla vertenza Almaviva in vista dell’incontro al Mise con i vertici aziendali, previsto per il prossimo 24 maggio. “Piuttosto che colpire le buste paghe già penalizzate dei lavoratori con scioperi tutta la settimana sul singolo sito di Palermo, preferiamo concentrare le energie in attesa dell’incontro al Mise”. A dichiararlo sono il segretario Fistel-Cisl Palermo Trapani, Francesco Assisi, e la Rsu Fiste-Cisl, Eliana Puma.
“Avviare scioperi sulle singole commesse solo sul sito di Palermo annulla l’efficacia dell’azione di lotta. L’azienda infatti non fa altro che smistare le commesse in altri siti, indebolendo ancora di più la posizione della sede palermitana sulla quale pesa il licenziamento avviato per 1.670 lavoratori”.
“Al tavolo del Mise – precisano Assisi e Puma – chiederemo con forza la proroga dell’accordo di solidarietà attualmente in vigore” che garantisce l’anticipo della quota Inps da parte dell’azienda e la solidarietà verticale chiesta dai lavoratori, “la garanzia per ulteriori ammortizzatori sociali che diano copertura superiore ai 24 mesi e l’impegno che nessuna commessa venga spostata dai siti colpiti dalla procedura”. Si richiede, inoltre, “l’intervento immediato delle istituzioni nazionali per l’applicazione delle clausole sociali nei cambi di appalto, la tutela contro le gare al massimo ribasso e le delocalizzazioni.
“Non abbiamo, ad oggi, certezza alcuna che la nostra vertenza si risolva il 24 maggio, per questo motivo, ferma restando la necessità di aderire in questa settimana a tutte le iniziative che possono essere messe in campo a costo zero, riteniamo che dalla mattina del 24 maggio sarà indispensabile mettere in campo un’azione coordinata che coinvolga tutti i lavoratori Almaviva di tutte le sedi e che paralizzi le attività, anche con uno sciopero ad oltranza, fino alla risoluzione della vertenza.”
Il 27 maggio si terrà lo sciopero nazionale a Roma di tutti i lavoratori del call center Almaviva d’Italia. “Il disastro occupazionale che si manifesterebbe dopo il 5 giugno, alla scadenza temporale delle procedure di licenziamento collettivo provocherebbe un effetto domino sull’intero settore dei call center che occupa oltre 80 mila addetti in Italia, per questo la vertenza è e resta nazionale”, concludono Assisi e Puma.