“Se resta su questa rotta, l’Italia rischia la deriva e il naufragio”. Parole di Giorgio Squinzi, nel corso di una audizione parlamentare a San Macuto, dedicata alla semplificazione legislativa e amministrativa. Tra le cause della deriva, il presidente di Confindustria cita soprattutto il ‘’fisco punitivo, complicato e incerto, che assoggetta le imprese a migliaia di adempimenti e altrettanti controlli”, sottolineando che al danno si unisce la beffa: ‘’tutti questi controlli sono serviti a contrastare l’aggiramento degli obblighi fiscali? – si è domandato il leader degli imprenditori – i numeri ci dicono di no. Allora bisogna operare in modo diverso per sanare piaghe inaccettabili del nostro paese”. Il leader degli industriali ha ricordato che ‘’il lavoro lo creano le imprese”, e dunque, se l’Italia vuole ripartire con l’occupazione, e’ necessario ‘’tagliare i costi a loro carico. Questo – ha aggiunto- lo capiscono tutti i paesi nostri concorrenti, che hanno messo al centro delle proprie politiche l’industria, semplificando e riducendo i costi a carico delle imprese. Esattamente il contrario di quello che succede in Italia”. Secondo Squinzi “dalla semplificazione del quadro normativo, da rapporti più snelli e collaborativi tra privati e pubblica amministrazione e da prassi meno ostili passerà il recupero di fiducia nei confronti delle istituzioni. Senza questo recupero di fiducia – ha aggiunto – il rischio di vedere incrinarsi pericolosamente il tessuto economico e sociale del Paese è concreto. È un rischio che non possiamo permetterci. Come Confindustria avvertiamo, forte, il peso di questa responsabilità e confidiamo sia un sentire condiviso da coloro cui abbiamo affidato il nostro mandato di rappresentanza”. Infine, riferendosi alla recente polemica col premier Enrico Letta, Squinzi ha affermato che “Abbiamo il diritto-dovere di dire chiaramente quello che serve in questo momento per far ripartire il Paese. Da parte nostra – ha aggiunto – siamo disponibili alla massima collaborazione e accettiamo qualsiasi tipo di confronto. Ma l’economia reale ha bisogno di interventi molto, molto rapidi, e non abbiamo più tempo per aspettare”. Unico dato positivo rimarcato da Squinzi: le riforme istituzionali allo studio che, secondo la sua opinione, ‘’vanno nella direzione giusta’’. Nessun cenno, invece, al tema del giorno, quello della corruzione e dell’illegalita’, su cui la Commissione Ue ha lanciato ieri un allarme, ribadito con forza stamattina dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
N.P.