Prende il via oggi la tornata di tavoli ministeriali sugli stabilimenti Stellantis. Al ministero delle Imprese e del Made in Italy si parte con quello sullo stabilimento di Melfi al quale, come annunciato, l’azienda non parteciperà per la “policy aziendale legata agli incontri nel periodo di campagna elettorale”. Domani toccherà a Mirafiori, su cui martedì prossimo, a Torino, ci sarà un incontro con i sindacati e le associazioni datoriali promosso da regione Piemonte e comune di Torino. Giovedì 5 aprile il confronto al ministero riguarderà Atessa, dove si producono veicoli commerciali, mentre nelle settimane successive toccherà a Cassino, Pomigliano, Modena e Termoli.
Con il tavolo sul sito Stellantis di Melfi, alla presenza del presidente della Basilicata, Guido Bardi, “inizia un percorso di analisi dei singoli stabilimenti alla presenza di sindacati, Regioni, azienda e Anfia”, ha detto il ministro Adolfo Urso in apertura dell’incontro. “Domani sarà il turno di Mirafiori e giovedì di Atessa, sui veicoli commerciali. Una seconda fase anche per comprendere quali siano le strategie che Stellantis vorrà mettere in campo. Alla fine di questo secondo tempo vorremo giungere a un documento conclusivo vincolante sia per l’azienda che per il Governo e le Regioni, condiviso dalle parti sociali e dall’Anfia”.
I sindacati hanno le idee chiare e non mollano il punto. Prima dell’incontro al Mimit, il leader della Fiom, Michele De Palma, ha sottolineato l’importanza di “un tavolo unico a Palazzo Chigi” invece che di singoli tavoli regionali, richiesta inoltrata alla premier Giorgia Meloni. “Se la Germania decide di investire 55 miliardi in un anno sul settore dell’auto – spiega De Palma -, noi non ce la caviamo con qualche incentivo”.
“Siamo a questo tavolo per scongiurare il rischio di dismissione degli impianti italiani, l’azienda ci deve dire la verità: se cioè continuerà il processo di esodo o se ci sono gli investimenti. Questo è il punto fondamentale”, ha aggiunto.
“Abbiamo la necessità di arrivare almeno a un milione di vetture, comprensive anche dei veicoli commerciali. Oggi dobbiamo iniziare con lo stabilimento di Melfi, ma proseguiremo con gli altri per verificare le piattaforme dedicate allo stabilimento, i modelli che sono destinati, la scansione temporale”. Lo ha affermato il leader della Fim, Ferdinando Uliano. “Solo così, definendo impegni precisi da parte di Stellantis, riusciremo a comprendere se ci sono le condizioni per la crescita dei volumi è una tenuta del sistema industriale”.
Per il segretario nazionale della Uilm, Gianluca Ficco,”Il pacchetto di ecoincentivi è un primo passo, ma sicuramente ancora insufficiente per la transizione all’elettrico. Queste auto costano molto di più a parità di prestazioni. Speriamo che il tavolo di oggi finalmente riesca ad abbandonare delle chimere spesso seguite dall’opinione pubblica – ha aggiunto – ma anche dalla politica. A Melfi il modello da seguire non è il full electric, che sul mercato impiegherà più tempo a imporsi, ma l’hybrid, considerando che i lavoratori con meno tutele sono proprio quelli dell’indotto e si rischia un disastro sociale”.
e.m.