“Noi non ci stiamo ad assistere a questo gioco al massacro che si è scatenato nei confronti della nostra azienda e di noi lavoratori che sentiamo il dovere di dare l’allarme. Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei affinch‚ queste nostre parole possano essere ascoltate”. È lo sfogo di un gruppo di tecnici specializzati dell’Ilva che ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (e, per conoscenza, alla presidenza del consiglio dei ministri), per denunciare quella che considerano una campagna di demonizzazione nei confronti dell’azienda siderurgica, a cui vengono addebitati tutti i problemi ambientali di Taranto.
“È avvilente – sottolineano – assistere quotidianamente ad attacchi spregiudicati di coloro che colpevolmente sminuiscono, con troppa superficialità, il nostro operoso lavoro, necessario all’ottenimento di significativi risultati (anche di quelli che all’apparenza possono sembrare piccoli) che hanno concretamente contribuito alla radicale metamorfosi compiuta dalla nostra azienda a favore della sicurezza del lavoro e dell’ambiente, permettendo di segnare una netta linea di demarcazione tra il passato e il presente”.
“Lo sfogo che state udendo – fanno presente gli autori della missiva – è lo sfogo di noi lavoratori dell’Ilva, che piuttosto che sentirsi orgogliosi di appartenere a un sano gruppo industriale che permette di lavorare, vivono uno stato di angoscia e dolore derivante dalla responsabilità di far funzionare al meglio ciò che per molti è un vanto tecnologico, ma per taluni il mostro che uccide l’uomo e l’ambiente”. (LF)