“L’iter contrattuale si è dovuto confrontare con i profondi impatti economici e sociali dell’emergenza pandemica, dei conflitti geopolitici e del ritorno dell’inflazione. Dopo lo sciopero abbiamo ripreso il confronto con il sindacato, con tavoli tecnici e politici, per eliminare tutti quegli elementi di ostacolo al buon esito della trattativa. Ovviamente abbiamo dovuto rinunciare a delle cose, e lo stesso ha fatto il sindacato. Ma abbiamo raggiunto un risultato per me molto positivo. Inoltre il contratto interesse quasi tre milioni di lavoratori, e il suo rinnovo può fare da apripista e limitare la proliferazione di accordi in dumping ”. È questo il commento di Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio e presidente della Commissione sindacale dell’associazione, in merito al rinnovo del contratto del terziario.
Prampolini qual è l’elemento distintivo del rinnovo?
La cifra distintiva del contratto è la sua durata. Infatti sarà valido fino al 31 marzo 2027. Abbiamo voluto dare un segnale di stabilità al settore, per metterlo nelle condizioni di affrontare al meglio i cambiamenti che sta vivendo, offrendo alle imprese uno sguardo lungo per fa sì che possano programmare le proprie scelte, anche in termini economici. Inoltre diamo risposte importanti anche sul fronte economico, perché se vogliamo far ripartire i consumi dobbiamo prima mettere soldi in tasca ai lavoratori.
Come?
Il documento prevede un aumento a regime di 240 euro al quarto livello, comprensivi di quanto già riconosciuto con il Protocollo straordinario del dicembre 2022 e, in aggiunta, una “Una Tantum” a completamento del periodo di carenza contrattuale, di 350 euro, suddivisa in due tranche di uguale importo a luglio 2024 e luglio 2025.
Quali sono gli altri contenuti?
Abbiamo lavorato sull’inquadramento, facendo un po’ di pulizia e introducendo nuove figure, soprattutto nel terziario avanzato, legate all’ICT. Inoltre ci siamo concentrati sulla formazione, per la competitività delle imprese e per l’occupabilità dei lavoratori, con l’obiettivo di trovare, entro fine anno, una soluzione che consenta alle parti di avviare percorsi formativi anche nella contrattazione di secondo livello. Abbiamo poi rivisto le causali, per i part time e gli stagionali, per disinnescare eventuali situazioni di contezioso, e innalzata l’indennità per le clausole elastiche. Mentre sul capitolo welfare e sociale, abbiamo aumentato la disponibilità ai fondi, che potranno ampliare i nomenclatori, e arricchito le prestazioni per la sanità integrativa, e posto attenzione anche al tema della parità di genere e al contrasto della violenza contro le donne.
Per il futuro, quali sono gli scenari per il settore?
Non sono tra i più positivi. Ci sono elementi di crisi e instabilità, anche sovranazionali, che possono incidere negativamente. L’importante è far ripartire i consumi. Nel 2022 e nel 2023 il calo di prodotti venduti era stato compensato, in termini di fatturati, da un’inflazione alta. Ora che questa fortunatamente è scesa, dobbiamo sostenere il potere di acquisto delle famiglie.
Gli interventi del governo di soddisfano?
Fino ad ora l’esecutivo ha puntato molto sulla leva fiscale. È questo è positivo. Bisogna proseguire per questa strada. Per un settore come il nostro che vive di consumi interni il cuneo fiscale è il principale ostacolo per la ripresa, e quindi deve essere ridotto.
Tommaso Nutarelli