Raffaella Vitulano
L’Obiettivo prioritario delle manifestazioni sindacali di oggi in tutto il mondo è mettere al primo posto e applicare limiti accettabili all’orario di lavoro e di riposo dei conducenti. In tutti i continenti, in tutti i paesi del mondo, i lavoratori e i loro rappresentanti hanno dato vita a manifestazioni di sensibilizzazione al problema della ”fatica che uccide”, dello stress che miete vittime sulle strade, senza dimenticare le vittime ”falciate” anche in aria e in mare. In Europa, segnaliamo le manifestazioni della Germania (in cui i sindacati hanno battuto il tasto del proselitismo e della sindacalizzazione, soprattutto al confine con la Polonia e la Repubblica Ceca); dell’Austria (in cui i sindacati sono stati affiancati da un bus governativo dell’informazione); dell’Estonia (dove i sindacati hanno organizzato ispezioni su strada, in cooperazione con l’organizzazione degli imprenditori e la polizia); della Francia (con le operazioni escargot ai posti di frontiera con la Spagna); della Gran Bretagna (in cui il sindacato ha organizzato una manifestazione nel cuore di Londra, dove hanno preso la parola il segretario generale Tuc John Monks e il ministro dei Trasporti John Spellar); della Norvegia (con la fermata di cinque minuti del settore sui luoghi di lavoro in tutto il paese); della Svezia (riunione, interviste televisive, cartoni animati). In Asia le manifestazioni sono state le più disparate. Basti pensare all’India, che ha visto incrociare le braccia nei quattro grandi centri di Erode, Nellore, Thirunelvelli e Kumbakonam. Il sindacato delle auto e dei taxi ha consegnato al primo ministro del Governo Karnakata un memorandum: una delegazione seguita da una spettacolare manifestazione di 500 risciò da Bangalore fino al domicilio del primo ministro. Anche il commissario di polizia ha accettato di ricevere una delegazione sindacale. Uccide i lavoratori dei risciò, i cosiddetti uomini-cavalli, la fatica, ma anche i lavoratori del porto di Mumbai, che hanno sfilato contro la corruzione. Manifestazioni analoghe anche in Malesia, Mongolia e Pakistan. In quest’ultimo paese i comitati a Lahore hanno distribuito anche materiale informativo sull’aids. Nelle Americhe, la Colombia, al pari di Costa Rica e Guatemala, si è distinta per una protesta volta a sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sulle condizioni pessime dei lavoratori, soprattutto degli autisti dei bus urbani, soggetti spesso a violenza e criminalità. Autobus decorati invece in Africa, in Burkina Faso, Sudafrica, Congo , Etiopia, Namibia, Tanzania.