Le parti sociali hanno un ruolo importante nel definire le riforme del lavoro. Auspichiamo che le autorità italiane e i sindacati continuino a lavorare insieme in modo costruttivo per raggiungere i migliori risultati possibili”. E’ quanto afferma in una nota la Commissione europea, riferendosi alla riforma del mercato del lavoro in Italia.
“L’Italia dovrebbe varare la riforma del lavoro rivedendo alcuni aspetti della legge sulla protezione dell’impiego e il suo frammentato sistema di sussidi alla disoccupazione”, aggiunge la Commissione, secondo la quale il testo approvato dal governo affronta “in modo comprensivo le rigidità e le asimmetrie della legislazione sulla protezione del lavoro” e allo stesso tempo “si muove verso uno schema di sussidi per la disoccupazione più integrato”.
In questo modo, la riforma “consente di trovare un equilibrio migliore tra la flessibilità in entrata e in uscita dal mercato del lavoro”. Il problema, spiega Bruxelles, è che in Italia “oggi, molti lavoratori, tanti giovani, sono disoccupati o hanno impieghi precari”, il che “riflette un doppio sistema di protezione dell’occupazione con generose garanzie solo per chi ha un contratto a tempo indeterminato, un’attenzione insufficiente alle politiche di attivazione e riconciliazione, nonché un sistema frammentato di sussidi ai non occupati”.
“La responsabilità per una rapida adozione di una riforma efficace è ora del Parlamento” ed “è importante che l’obiettivo e l’ambizione del testo finale sia proporzionato alle sfide del mercato italiano”, affinché la riforma dia vita ad un mercato del lavoro “più dinamico e inclusivo, anche nella fase di transizione al nuovo regime”.
La riforma del lavoro in Italia è necessaria, secondo la Commissione, “per aumentare l’occupazione, rafforzare la competitività ed assicurare l’equità”.