“Siamo dunque d’accordo con il presidente Chiodi quando, nel rispetto dell’autonomia delle Università, propone che si individuino nell’ambito del Patto per lo Sviluppo dell’Abruzzo passi avanti nella direzione dell’integrazione delle nostre tre università”. Lo ha detto il segretario generale della Uil Abruzzo, Roberto Campo, secondo il quale “le ragioni dell’integrazione/federazione/unificazione non sono solo nel calo delle risorse pubbliche disponibili e nell’esigenza di sfruttarle il meglio possibile, a cominciare dai 5 milioni del Fas Abruzzo dedicati all’università. Si tratta anche di prendere coscienza che 3 atenei per complessivi 60.000 studenti e 10.000 laureati (dati pre-sisma) hanno un dimensionamento inadeguato e sviluppano insufficienti sinergie, come ben sappiamo”.
“Ci interessa in particolare – ha detto – la componente tecnico-scientifico-economica delle tre università: 11 facoltà e quasi 40.000 iscritti. La proposta dell’istituzione del Politecnico d’Abruzzo avanzata nel 2006, inteso non come una quarta università ma come il soggetto che mette in rete queste facoltà e costruisce un rapporto tra l’università e i grandi gruppi industriali presenti in Abruzzo, merita di essere ripresa. Abbiamo un importante apparato industriale che dobbiamo valorizzare non solo per la capacità produttiva manifatturiera installata, ma per farlo contribuire alla creazione di una cultura e un sistema regionale di ricerca e innovazione, che è il solo vero modo per fare mettere radici in Abruzzo alle multinazionali che abbiamo e ricominciare ad attrarne altre”.
“Gli indicatori di innovazione – ha proseguito – dicono che l’Abruzzo ha una posizione medio-bassa tra le circa 300 regioni europee: 91° per occupati nell’industria a medio-alta intensità tecnologica, ma 106° per spesa in Ricerca e Sviluppo in rapporto al PIL, 146° per numero di ricercatori in rapporto agli occupati, 150° per numero di brevetti registrati in rapporto agli abitanti. Anche gli indicatori che misurano il valore del sistema-Abruzzo nel confronto con le altre regioni italiane dicono che non siamo affatto brillanti: tra il 9° e il 12° posto, a seconda degli indici. Lo strappo che il sistema universitario e la Giunta Del Turco consumarono contro il parere dei sindacati, delle associazioni imprenditoriali e dei grandi gruppi sull’alta formazione (i famigerati bandi POL_AF) è una strada che non porta a nulla. Proviamo di nuovo”. (LF)
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