L’accordo dello scorso 4 febbraio sottoscritto in Unicredit prevede per i 3.900 esuberi la volontarietà delle uscite e, in cambio, 1.300 assunzioni. Il rapporto sarà di un’assunzione ogni tre uscite e verranno stabilizzati 600 contratti di apprendistato.
Secondo il segretario della First Cisl, Gabriele Urzì, e della Fabi, Giuseppe Angelini, “le entrate saranno suddivise nei tre anni in tranches di pari entità e visto che è confermata la volontà di dare un contributo alla crescita e sviluppo del sistema Paese, tenendo conto delle specificità geografiche e anche delle aree del Mezzogiorno e delle zone disagiate, ci aspettiamo un congruo numero di assunzioni in Sicilia dove, da dieci anni ormai, nuovi assunti non se ne vedono.”
“Uno degli ultimi gruppi di neo assunti del 2016 – spiegano i segretari – composto da 24 colleghi, è stato così distribuito sul territorio: 12 a Milano e provincia, 4 a Bologna, 1 a Udine, 2 a Torino, 1 in provincia di Firenze, 1 in provincia di Perugia, 1 in Puglia, 1 in provincia di Modena, e 1 a Roma”.
“Non si comprende la ratio della distribuzione dei neo assunti e l’esclusione della Sicilia e soprattutto di Palermo considerata erroneamente ancora piazza calda – continuano i segretari -. Il personale della ex Direzione Centrale del Banco di Sicilia presente in città, oltre che falcidiato dagli esodi volontari degli anni precedenti, è stato reimpiegato (si sottoscrisse apposito accordo nel 2008) in poli di attività lavorative, purtroppo a volte a non elevato contenuto professionale, creati sul territorio palermitano ad hoc. Da allora sono passati nove lunghi anni”, concludono.