Oltre 242 miliardi di euro pari al 17,2% del Pil. A tanto ammonta il valore aggiunto prodotto dagli oltre 3,8 milioni di giovani occupati in Italia. Un dato che equivale all’apporto dell’intero comparto manifatturiero nazionale. Questi i dati che emergono dal rapporto di Unioncamere presentato oggi in occasione della 137.ma assemblea dei presidenti delle Camere di commercio d’Italia. Una parte significativa del valore aggiunto dei giovani – emerge dal rapporto – proviene dalle 675mila imprese di under 35 aumentate lo scorso anno di oltre il 10%, pari a 70mila unità in più. Ci sono, poi, altre 100mila imprese che potrebbe nascere per iniziativa giovanile che attendono solo l’occasione per mettersi sul mercato.
La stima del valore aggiunto prodotto dall’occupazione giovanile evidenzia che esso si ripartisce per oltre tre quarti nel terziario, per il 22,4% nel settore industriale e per l’1,7% nell’agricoltura. Se a fine 2012 nel nostro paese 1,4 milioni di giovani tra i 15 e i 34 anni sono disoccupati e un altro milione e 200mila rientra nella categoria degli scoraggiati una porzione cospicua di under 35 ha deciso di crearselo da sé. Al registro delle imprese giovanili a fine 2012 risultavano iscritte 175mila imprese giovanili, pari all’11,1% del totale delle imprese.
Rispetto al 2012 sono cresciute del 10,1%, di queste 188mila sono fatte da giovani donne e 123mila da stranieri.