Le imprese ‘rosa’ resistono alla crisi e nel 2011 allargano la platea, compensando anche la caduta di quelle a guida maschile: alla fine di dicembre dello scorso anno – segnala infatti l’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere – sono quasi 7 mila (6.807) le imprese femminili in più rispetto al 2010, con un incremento dello 0,5%. A dare maggior significato a questo dato – sottolinea il rapporto – c’è il fatto che tale saldo compensa più che completamente la performance poco brillante delle imprese al maschile che, nel 2011, hanno fatto registrare un bilancio in rosso per circa 6 mila unità (-5.950 pari ad un -0,1%). Grazie al bilancio positivo, lo stock delle imprese femminili esistenti alla fine del 2011 poteva contare su 1.433.863 imprese, pari al 23,5% del totale delle imprese italiane.
A livello regionale, sono Lazio (+1,3%) e Lombardia (+0,9%) che nel 2011 fanno registrare gli incrementi percentuali più consistenti di imprese femminili. Ma sono le regioni centro-meridionali a confermarsi leader quanto a presenza di imprese rosa: Molise (dove superano il 30% del totale), Basilicata (27,8%), Abruzzo (27,7%) e Campania (26,8%).
“Questi dati – commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – tratteggiano un universo femminile che sta lottando con tutte le sue forze contro la crisi e che dimostra di saper resistere con orgoglio. Le donne rappresentano un patrimonio di competenze spesso più elevate rispetto a quelle maschili, che va assolutamente promosso e incoraggiato”. Per questo, aggiunge, “credo che nelle iniziative che si stanno discutendo per sostenere la crescita, una grande attenzione vada posta a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono facilitare l’impegno delle donne nelle attività economiche”.