Cgil, Cisl e Uil di Marche, Umbria e Toscana presentano oggi pomeriggio a Perugia le loro proposte per un percorso di integrazione delle regioni dell’Italia di Mezzo duramente colpite dalla crisi e ancora di più in difficoltà dopo il terremoto del 24 Agosto scorso.
L’introduzione dei lavori sarà affidata a Claudio Bendini, segretario generale della Uil e le conclusioni a Riccardo Cerza il segretario della Cisl Toscana. Ospiti della discussione i presidenti delle giunte regionali dell’Umbria, Toscana e Marche. Walter Cerfeda avrà il compito di esporre, invece, una relazione sulle proposte del sindacato.
Il presidente dell’Ires delle Marche, infatti, ha sottolineato che dopo il terremoto dell’Italia centrale “ la concertazione è il solo metodo e la condizione stessa con la quale abbiamo potuto affrontare e vincere le catastrofi della storia del nostro paese, dal terrorismo, alla catastrofe morale e subito a quella economica”. L’operato del Governo sulla ricostruzione va nella giusta direzione, secondo Cerfeda, ma è necessario un percorso di integrazione che non sia solo “istituzionale”. E’ possibile cogliere la sfida di rilanciare l’Italia di mezzo cominciando dal fatto che il progetto “casa Italia” deve essere una “casa di vetro” dove si sperimenta l’applicazione del Nuovo Codice degli Appalti ma anche dove si tenta di avere “l’ambizione di segnare un cammino e di indicare una strada”.
Secondo il presidente dell’Ires, bisognerebbe ripensare ai Fondi Comunitari 2014-2020 con un progetto comune di tutte le regioni del centro Italia. “L’urgenza dell’Italia di mezzo – ha affermato – sta nel fatto che essa è, oggi, la condizione stessa, per competere nel mondo aperto in cui viviamo. Perchè nel mondo si compete solo tra sistemi integrati, senza dei quali, l’unico destino è quello della periferizzazione e della marginalizzazione.”
Sul centro Italia infatti, i sindacati hanno le idee chiare per rilanciare, appunto, un territorio che rappresenta il 12% del Pil del nostro paese. Investire sulle infrastrutture e sui poli industriali collegandoli all’innovazione su cui gli Atenei di Firenze, Urbino, Perugia e Camerino possono dare un contributo importante. “La banda ultra larga in questo senso – ha continuato Cerfeda – rappresenta anche essa una condizione preliminare senza la quale l’industria 4.0 farà fatica a mettere radici nelle nostre imprese che sono imprese spesso multinazionali ma soprattuto di media e piccola dimensione”. Per ottenere tutto questo Cgil, Cisl e Uil “stanno incominciando a mettere insieme i primi mattoni unitari per la costruzione di un’Italia di mezzo – ha concluso Cerfeda – mettendo in sinergia le nostre reti di ricerca ed assumento questa dimensione come quella necessaria, per tutta la nostra iniziativa ed azione sindacale sicuri non ci siano alternative.”