“Il vero test d’inizio per il governo Berlusconi che servirà a far capire se sarà davvero in grado di riformare l’ Italia e di far fede alle promesse elettorali che gli valsero la vittoria lo scorso maggio”. È questo, secondo il Wall Street Journal, quello che sta affrontando il governo nello scontro con i sindacati sulle riforme del lavoro e delle pensioni.
Per superare la rigidità del mercato del lavoro e far crescere l’occupazione il governo Berlusconi “sta cercando di rendere più facile per le società i licenziamenti e ridurre i contributi pensionistici, per ridurre il costo del lavoro e in questa maniera facilitare le assunzioni”, scrive il quotidiano in un editoriale, aggiungendo che “per questo i leader sindacal definiscono Berlusconi ‘peggio di Margaret Thatcher’ (cosa che in questo contesto è una lode per l’inquilino di Palazzo Chigi) e minacciano di organizzare nuovi scioperi”.
“Ci sia augura – continua l’editoriale – che il ministro del Lavoro Maroni dica che il governo sta andando avanti con la riforma”, perchè “se invece si stesse tentando di deviare da questa linea, il governo italiano dovrebbe tenere a mentre l’ esempio tedesco di Gerhard Schroeder”, il quale nel 1998 aveva promesso di ridurre il tasso di disoccupazione sotto i 3,5 milioni ma aveva rifiutato di seguire un “modello americano del mercato del lavoro”, registrando così un aumento dei disoccupati a circa quattro milioni.
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