Un appello per mostrare “le verità nascoste” sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e in particolare “contro il falso luogo comune per cui in Italia non si può licenziare”. All’iniziativa, lanciata da uno studio legale bolognese e sostenuta dalla Cgil del capoluogo emiliano, hanno aderito finora centinaia di giuslavoristi (soprattutto del nord d’Italia). Ma si spera nel passaparola sul web per diventare molti di più e magari fare pressione sul governo.
“Dal punto di vista legislativo non c’è nessun divieto e limite che impedisca a un’azienda di ridurre il personale e non c’è bisogno di una nuova legge per far licenziare di più”, ha detto l’avvocato Alberto Piccinini, ideatore dell’appello, ricordando che in Italia i licenziamenti per motivi economici esistono già e sono aumentati con la crisi. Sono rari, invece, i casi di chi, licenziato per ingiusta causa secondo l’articolo 18, abbia ottenuto il reintegro dal giudice e sia tornato a lavoro. Ma ciò dipende – ha ricordato Piccinini – dalla durata dei processi, dal fatto che il lavoratore può scegliere 15 mensilità in alternativa al reintegro, che a volte il lavoratore teme ritorsioni dal datore di lavoro oppure che nel frattempo ha trovato un’altra occupazione.
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