Il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni, ha così commentato l’appovazione dei decreti attuativi del Jobs act da parte del Consiglio dei ministri: “Da una prima analisi dei contenuti dei decreti attuativi del Jobs act, riteniamo importante la scelta del Governo di non avere esercitato la delega sul salario minimo. Questa era una delle richieste centrali della Cisl che il Governo ha accolto, lasciando alle parti sociali anche le materie legate alla riforma del modello contrattuale e le regole sulla rappresentanza”.
“Naturalmente – continua Petteni- vanno letti con attenzioni tutti i punti del decreto, in particolare quelli riguardanti gli ammortizzatori sociali, ma l’estensione della cassa integrazione e dei contratti di solidarieta’ anche alle piccole imprese tra i 5 e i 15 dipendenti è per la Cisl un risultato certamente storico. Così come e’ importante aver aumentato la durata dei congedi parentali per consentire una migliore conciliazione tra lavoro e famiglia. Altro aspetto positivo è l’uso dei contratti di solidarietà per portare a 36 mesi gli ammortizzatori sociali. Occorre ora valutare con attenzione il tema delle politiche attive del lavoro per capire se c’e’ un vero segno di cambiamento, in particolare se queste politiche saranno fatte in modo adeguato perche’ e’ li’ che si potra’ avere una vera svolta in tema di nuova occupazione. Dobbiamo fare qualcosa di più per i giovani rilanciando i contratti di solidarietà intergenerazionali. E’ positiva la riconferma del ruolo della contrattazione e della bilateralita’ che rafforza la scelta popsitiva gia’ fatta dal Governo di privilegiare e di incentivare il contratto a tempo indeterminato per i neo assunti. Naturalmente ci muoveremo come Cisl per migliorare le criticita’ del testo, cosi’ come abbiamo fatto in questi mesi con le nostre proposte- conclude Petteni- confrontandoci anche fuori dai riflettori mediatici con il Governo ed il Parlamento, per fare nel modo migliore il nostro mestiere e gli interessi dei lavoratori che rappresentiamo”.
Il giudizio dell’Ugl sul Jobs Act resta, invece, “sostanzialmente negativo”, secondo il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, che ha dichiarato: “Non esistono evidenze di una sua utilità in termini di lotta alla disoccupazione – spiega il sindacalista -, anche le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono frutto degli sgravi fiscali previste a beneficio delle aziende che lo hanno usato in larga misura per convertire contratti di collaborazione già esistenti”.
Per questo, quindi, “un giudizio complessivamente negativo, anche perché l’Istat non più di una settimana fa ci ha illustrato una realtà nella quale si evidenzia un aumento i contratti a termine segno che le aziende non vedono davanti a loro vasti orizzonti”.
Per Capone “manca evidentemente una prospettiva positiva per le aziende italiane, e anche il timido segnale positivo del Pil è frutto di fattori congiunturali (prezzo del greggio e deprezzamento dell’euro sul dollaro) e non strutturali”.
“Investimenti infrastrutturali, politiche industriali, semplificazione, politiche attive per il lavoro – ha affermato Capone – sono le priorità, non certo la prevaricazione del lavoro e la cancellazione dei diritti”.