“Il Consiglio dei ministri ha approvato in termini definitivi i due decreti sul lavoro che adesso entreranno in vigore e altri 4 che dovranno essere inviati alle valutazioni di camera e senato”. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti al termine del consiglio dei ministri.
“I quattro decreti che andranno alla discussione – ha spiegato Poletti nel corso della conferenza stampa che ha seguito il Cdm – riguardano: la semplificazione dell’attività ispettiva con la definizione dell’agenzia dell’ispettorato del lavoro; il riordino della normativa sugli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro con l’estensione del trattamento agli apprendisti, la durata stabilizzata a 36 mesi premiando il fatto che siano prodotti 24 mesi di contratti di solidarietà”.
I decreti prevedono inoltre – ha spiegato ancora il ministro – “la possibilità di utilizzo dei fondi di solidarietà bilaterali per le imprese più piccole, per quelle con più di 5 dipendenti; il riordino della normativa sull’utilizzo delle politiche attive con la costituzione dell’agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, la semplificazione su lavoro e pari opportunità e norme sulla sicurezza.
E’ stato inoltre “previsto un accordo tra ministero del lavoro e regioni per la competenza sulle politiche attive sul lavoro e la costituzione dell’albo nazionale dei soggetti per le politiche attive del lavoro”.
Nel provvedimento sugli ammortizzatori sociali, ha spiegato Poletti, è prevista “la cosiddetta norma bonus-malus” e “la riduzione del 10% dell’importo del contributo fisso alle imprese è stata sostituita da un contributo addizionale crescente in ragione della durata dello strumento, per disincentivare usi non coerenti”.
Per il decreto sulla conciliazione vita-lavoro, ha aggiunto il ministro, “è rimasto sostanzialmente il testo portato ai pareri parlamentari”. Anche sulle tipologie contrattuali “non ci sono particolari modifiche, se non rispetto al fatto che sull’impossibilità di stipulare co.co.pro si prevede un ampliamento delle possibilità di derogare in presenza di contratti stipulati dalle confederazioni anche di categoria”.