Si parla molto di fine dei paradisi fiscali, ma per il momento prosperano, e tra i migliori clienti c’è l’Italia. Lo si evince dai dati presentati oggi dal governatore della Banca d’Italia nel corso di una audizione presso la commissione parlamentare antimafia.
I flussi finanziari dall’Italia verso i paradisi fiscali, attraverso i bonifici bancari, ha rivelato il governatore Ignazio Visco, sono maggiori del 36% rispetto a quelli verso altri paesi esteri “white list”. Un fenomeno che, secondo Bankitalia, è strettamente correlato al crimine e al traffico di droga. “È indispensabile – ha sottolineato il governatore – che alla presenza di efficaci presidi specifici si accompagni la diffusione nella cultura di cittadini e imprese dei valori della legalità e della correttezza. L’istruzione sotto questo profilo svolge un ruolo essenziale”.
Intanto, però, l’economia criminale continua a valere una bella fetta del nostro Pil: oltre il 10% , sempre secondo i conteggi della Banca d’Italia. Il danno sull’economia nazionale è notevole: secondo Visco, se ci fosse stata meno criminalità il nostro paese avrebbe attratto investimenti esteri per almeno 16 miliardi in più. “La criminalità – ha sottolineato il governatore – ha un effetto negativo sugli investimenti in generale e quelli diretti dall’estero in particolare. Usando l’indicatore Doing Business, che fornisce una sintesi della qualità dell’ambiente istituzionale, e considerando il grado di penetrazione criminale nel territorio, è stato stimato che, a parità di altre condizioni, se le istituzioni italiane fossero state qualitativamente simili a quelle dell’area euro, tra il 2006 e il 2012 i flussi di investimento esteri in Italia sarebbero stati superiori del 15% (quasi 16 miliardi di euro) agli investimenti diretti effettivamente attratti nel periodo”.
Tra le poche buone notizie, quella sul drastico calo nell’utilizzo di banconote da 500 euro, com’è noto le preferite dal crimine e dal sistema di riciclaggio: “Le 500 euro in Italia sono crollate – ha annunciato Visco- vengono portate qui per essere versate ma non vengono più prelevate per essere spese. Il che vuol dire che sono molto usate nel resto del mondo”. In un anno, ha spiegato il governatore in un’audizione alla commissione parlamentare antimafia, “in Banca d’Italia ci sono stati prelievi per 167mila biglietti da 500 euro e versamenti per 19,3 milioni di biglietti, che in termini di quattrini sono 83 milioni di euro”. Le 500 euro “un tempo erano molto usate a Forlì, vicino San Marino, e a Como, vicino Chiasso. Poi noi abbiamo fatto interventi molto efficaci”. Nel board della Bce, ha aggiunto Visco, “la maggioranza non vuole ritirarle. Ad altri probabilmente servono, a noi no”.