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Bankitalia: Pil 2022 +3,8%, a metà anno ritrova livelli preCovid

redazione
Gennaio21/ 2022

La ripresa economica in Italia ha segnato un rallentamento negli ultimi mesi, ma dovrebbe riprendere slancio a metà anno e proseguire poi a “ritmi robusti”, afferma la Banca d’Italia secondo cui il Pil tornerà ai livelli pre-pandemia a metà del 2022. Nel suo ultimo bollettino economico, l’istitizione di Via Nazionale pubblica una tabella previsionale secondo cui dopo un più 6,3% nel 2021, quest’anno il Pil dovrebbe segnare più 3,8%, nel 2023 più 2,5% e nel 2024 più 1,7%.

“La crescita in Italia è rimasta elevata nel terzo trimestre del 2021, sostenuta dall`espansione dei consumi delle famiglie. Successivamente il prodotto ha rallentato: sulla base dei modelli della Banca d`Italia – si legge – nel quarto trimestre il Pil avrebbe registrato una crescita attorno al mezzo punto percentuale. L`incremento del valore aggiunto si è indebolito sia nell`industria sia nel terziario”.

“Il Pil – prosegue Bankitalia – che alla fine della scorsa estate si collocava 1,3 punti percentuali al di sotto dei livelli pre-pandemici, li recupererebbe intorno alla metà di quest`anno. L`espansione dell`attività proseguirebbe poi a ritmi robusti, seppure meno intensi rispetto a quelli osservati in seguito alle riaperture nella parte centrale del 2021”.

Su queste prospettive “l`incertezza è però elevata – avverte lo studio – con rischi sulla crescita orientati al ribasso. Nel breve termine l`incertezza che circonda il quadro previsivo è connessa con le condizioni sanitarie e con le tensioni sul lato dell`offerta, che potrebbero rivelarsi più persistenti delle attese e mostrare un grado di trasmissione all`economia reale più accentuato. Nel medio termine, le proiezioni rimangono condizionate alla piena attuazione dei programmi di spesa inclusi nella manovra di bilancio e alla realizzazione completa e tempestiva del Pnrr”.

Intanto “il numero di occupati crescerebbe più gradualmente e tornerebbe ai livelli precrisi alla fine del 2022”. Questo mentre in generale nell`area dell`euro il prodotto “ha decisamente decelerato al volgere dell`anno, per effetto della risalita dei contagi e del perdurare delle tensioni sulle catene di approvvigionamento che ostacolano la produzione manifatturiera. L`inflazione ha toccato il valore più elevato dall`avvio dell`Unione monetaria, a causa dei rincari eccezionali della componente energetica, in particolare del gas che risente in Europa anche di fattori di natura geopolitica”.

Tornando all’Italia “il rialzo dei contagi e il conseguente peggioramento del clima di fiducia hanno penalizzato soprattutto la spesa per servizi. Secondo le intenzioni rilevate nei sondaggi condotti tra novembre e dicembre, le imprese prevedono per quest`anno una decelerazione degli investimenti”. Invece, in positivo “nel terzo trimestre le esportazioni italiane hanno continuato a crescere, supportate dalla ripresa del turismo internazionale. L`avanzo di conto corrente si mantiene su livelli elevati nonostante il peggioramento della bilancia energetica; la posizione creditoria netta sull`estero si è ampliata”.

Inoltre, per Bankitalia “dall`estate la ripresa della domanda di lavoro si è tradotta in un aumento delle ore lavorate, in una riduzione del ricorso agli strumenti di integrazione salariale e in un recupero delle assunzioni a tempo indeterminato”. Secondo Bankitalia “la rimozione del blocco dei licenziamenti in tutti i settori non ha avuto ripercussioni significative. Il ristagno del tasso di disoccupazione – si legge – riflette il progressivo recupero dell`offerta di lavoro, che si avvicina ai valori prepandemici. La dinamica dei rinnovi contrattuali non prefigura significative accelerazioni dei salari nel 2022”.

E.G.

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