“La Uilca lo disse già al momento della riconferma di Ignazio Visco come Governatore e lo ripete oggi: la gestione della Banca d’Italia, in questi anni, ha avuto alcuni pregi ma anche molte ombre ma i partiti non devono scambiarla come Ente da lottizzare”.
“Non siamo mai stati teneri con Banca Italia quando le ispezioni ad Istituti di Credito non scoprirono nulla, o quasi, come nelle vicende di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Quando i commissariamenti di Etruria, Marche, Ferrara e Chieti furono tardivi e affidati, per lo più, a manager burocrati che di fatti non consentirono mai un risanamento di quelle banche ma anzi le affossarono definitivamente”. Le parole del Segretario Generale Uilca Massimo Masi.
“Abbiamo criticato Banca Italia quando comminava multe salatissime a piccoli amministratori e assolveva i grandi colpevoli. – continua Masi- L’abbiamo duramente criticata, contrastata pesantemente e continueremo a farlo quando attraverso i suoi maggiori esponenti afferma che le banche devono ridurre gli sportelli, diminuire gli organici anche attraverso draconiane misure, quando vorrebbe imporre fusioni e aggregazioni, a nostro parere, fuori da contesti territoriali privilegiando solo l’aspetto economico.
Abbiamo invece apprezzato il lavoro della Banca d’Italia per il continuo richiamo ai bilanci dello Stato e alle ricette, spesso inascoltate, da parte dei nostri governanti”.
Ecco perché, pur tra molte ombre e qualche luce la Uilca chiede a Lega e M5S di non usare Banca d’Italia e Consob come merce di scambio per un’eventuale lottizzazione.
Si discuta sulle capacità professionali, sulle eventuali mancanze degli attuali responsabili della Banca d’Italia e della Consob ma l’autonomia non deve essere posta in discussione. A meno che il vero obiettivo sia l’oro detenuto dalla Banca d’Italia che ci ciclicamente fa gola ai nostri governanti.
“In un paese come il nostro di 60 milioni di arbitri di calcio virtuali, lasciamo l’autonomia decisionale a questi Enti di controllo, a questi “arbitri” che devono essere messi nella condizione di fare il loro mestiere anche quando criticano l’operato dei vari governi e dei Ministri. -conclude Masi- Anche perché in questo Governo di abili giudici con competenza che potrebbero usare il VAR ne vedo pochi”.
TN