Nonostante alcune divisioni nel Consiglio direttivo della Bce, alla riunione di marzo i banchieri centrali dell’area euro “non hanno escluso che in futuro si possano operare ulteriori tagli ai tassi di interesse”. Lo si legge nei verbali della riunione tenuta lo scorso 9 e 10 marzo, al termine della quale l’istituzione guidata da Mario Draghi ha nuovamente potenziato gli stimoli all’economia e abbassato i tassi di interesse, tra l’altro portando al meno 0,40 per cento quelli sui depositi custoditi per conto delle banche.
Secondo il Consiglio altri tagli sarebbero possibili “ove nuovi shock dovessero aggravare le prospettive di inflazione, circostanza che potrebbe giustificare altri ammorbidimenti della politica monetaria, con i tassi che resterebbero nello stumentario del direttorio”. In pratica, le minute affermano esplicitamente che abbassare ulteriormente i tassi è una delle opzioni ritenute possibili e praticabili.
Il resoconto invece puntualizza che sono stati espressi scetticismi sull’ipotesi di praticare in maniera progressiva questi tassi negativi, in base alla consitenza dei depositi che le banche parcheggiano presso la Bce, piuttosto che impegnare i relativi fondi nell’economia reale. Peraltro, secondo il documento le decisioni e le indicazioni annesse di marzo sono state prese a maggioranza, nemmeno schiacciante: a votare a favore, si legge, sono stati “molti componenti” del direttorio.