Alberto Bombassei chiede agli imprenditori del Sud di esprimersi sulle candidature alla presidenza di Confindustria dopo «un chiaro confronto sul programma» e non «una frettolosa riunione integrata da un consenso irritualmente raccolto con mail e telefonate». Lo scrive in una lettera dopo la decisione del Comitato Mezzogiorno che, venerdì scorso, si è espresso a favore dell’altro candidato alla presidenza, Giorgio Squinzi. Decisione presa, commenta Bombassei, «senza aver dato la possibilità ai due candidati di esprimere le loro idee, i loro programmi sul futuro di Confindustria». Il presidente di Brembo chiede quindi di «essere invitato a un incontro per parlare di programmi e idee» e aggiunge: «Sono sicuro che nessuno di voi vorrà lasciare che un’ombra gravi sulle modalità con le quali le associazioni del Mezzogiorno assumono una decisione così importante per il futuro della nostra Confindustria». («Ho appreso dalla stampa della riunione del Comitato Mezzogiorno, allargato ad alcuni Presidenti delle Associazioni del Sud, che si è tenuta in Confindustria venerdi 10 febbraio, al termine della quale i presenti si sarebbero espressi a favore della candidatura di Giorgio Squinzi», scrive Alberto Bombassei ai presidenti delle associazioni del Sud del sistema Confindustria. Sottolinea quindi di essere «sorpreso» di una scelta fatta «senza aver dato la possibilità ai due candidati di esprimere le loro idee, i loro programmi». Ma, prosegue, ”Le territoriali del Sud non devono essere private della possibilità di ascoltare idee e programmi, di proporre temi e soluzioni. Solo un confronto aperto e trasparente sui contenuti può portare a una scelta consapevole. Quanto accaduto non aiuta Confindustria a rappresentare i veri interessi delle imprese meridionali”. Bombassei chiede quindi un confronto su programmi e idee, e aggiunge: «Vi chiedo di dare a Giorgio Squinzi e a me questa opportunità, perchè sono convinto che anche Giorgio preferisca che il vostro appoggio sia frutto di un chiaro confronto sul programma piuttosto che di una frettolosa riunione integrata da un consenso irritualmente raccolto con mail e telefonate».
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