E’ boom dei voucher per le prestazioni di lavoro accessorio. In sette anni l’utilizzo dei buoni lavoro è cresciuto di oltre il 5.000% passando dai 24.437 del 2008 a quota 1.392.906 nel 2015. Uno su tre, nel 2015, è andato agli under 25. E’ quanto emerge dal report realizzato dal ministero del Lavoro e dall’Inps.
Tra il 2008 e il 2015 la quota di donne tra i percettori è cresciuta in maniera progressiva e piuttosto rapidamente, passando dal 22 % al 52 % dei totale. Già nel 2014 il numero delle donne retribuite con almeno un voucher nel corso dell`anno ha superato quello degli uomini.
L’importo lordo riscosso mediamente da ciascun lavoratore nell`anno ha raggiunto il valore massimo nel 2011 (677,12 euro). Nel 2015 è stato di 633 euro, in lieve aumento rispetto ai 628,47 del 2014.
Non sembra avere avuto effetto significativo l’aumento a 7.000 euro del compenso complessivo per singolo lavoratore introdotto a giugno del 2015 con il D. Lgs. 81. Il 64,8% dei prestatori ha riscosso nel 2015 meno di 500 euro di valore complessivo. Il 20% ha superato i 1.000 euro. Sempre in base ai dati Inps, risulta che il 36,6 % dei percettori di voucher nel 2015 aveva riscosso voucher anche l`anno precedente.
In termini relativi, le prestazioni coinvolgono maggiormente i giovani. Il 31% dei prestatori si colloca infatti tra gli under25, con una evidente sovra-rappresentazione rispetto alla struttura dell`occupazione italiana. L`importo medio lordo percepito nell`anno è invece più alto tra gli ultra 60enni (762 euro per i lavoratori in età compresa tra i 60 e i 65 anni, 700 euro per gli over-65), mentre i prestatori più giovani hanno riscosso in media un numero di voucher per un importo pari a 554 euro.
In costante crescita è anche il numero dei voucher comprati dai committenti, che, tra l`altro risultano ogni anno in numero maggiore rispetto al numero di voucher riscossi dai prestatori. Questo perché una parte dei voucher non viene utilizzata e viene restituita per il rimborso.
In particolare, negli ultimi tre anni dai 40.816.297 voucher venduti nel 2013 si è arrivati ai 114.925.180 nel 2015, con un tasso annuo di crescita che è stato del 69,5% nel 2014 e del 66,1% nel 2015.
Tuttavia, nel 2015, a fronte di 114.925.180 voucher venduti, quelli riscossi sono stati 88.140.789 e la variazione percentuale su base annua delle riscossioni è stata pari al 38,1%.
Le Regioni nelle quali si sono venduti più voucher nel 2015 – al pari di quanto accaduto nei due anni precedenti – sono la Lombardia (20.939.735), il Veneto (15.161.299) e l’Emilia-Romagna (14.322.944). La Regione, invece, che ha fatto registrare il trend maggiore di aumento nel 2015 è stata la Sicilia (+98.6 %) – nel 2014 era stata la Puglia (+124,2 %).
I settori nei quali l’uso del voucher risulta più significativo nel 2015 sono stati: il commercio (14,9%), il turismo (14,4%) e i servizi (11,4%).
Nel 2015, il 7,9% dei lavoratori retribuiti con voucher avevano avuto nei tre mesi precedenti la prestazione un rapporto di lavoro con lo stesso datore; la percentuale sale al 10% se si prende a riferimento un periodo di sei mesi. I settori nei quali il fenomeno della provenienza da altri contratti è più significativo sono il turismo (in particolare), il commercio e i servizi. Irrilevante è, invece, nel lavoro domestico.