I voucher per le prestazioni di lavoro accessorio saranno resi pienamente tracciabili per evitare usi impropri ed illegali. È quanto prevede una norma inserita nel primo decreto correttivo dei decreti attuativi del Jobs act che verrà portato all`approvazione in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri.
“Le imprese che li utilizzeranno – si legge in una nota del ministero – dovranno comunicare preventivamente, in modalità telematica, il nominativo ed il codice fiscale del lavoratore per il quale verranno utilizzati, insieme con l`indicazione precisa della data e del luogo in cui svolgerà la prestazione lavorativa e della sua durata”.
Per il ministero “fermo restando il valore positivo dei voucher come strumento per favorire l`emersione del lavoro nero”, la norma, che introduce una modalità di controllo analoga a quella già in essere per il cosiddetto “lavoro a chiamata”, “punta ad impedire possibili comportamenti illegali ed elusivi da parte di aziende che, al pari di un cittadino che utilizza il biglietto dell`autobus solo se sale a bordo il controllore, acquistano il voucher, comunicano l`intenzione di utilizzarlo ma poi lo usano solo in caso di controllo da parte di un ispettore del lavoro”.
Questo intervento “è il primo e più immediato risultato di due filoni di attività”. Il primo è rappresentato “dall`attività ispettiva che conferma come le violazioni più ricorrenti in tema di voucher sono rappresentate dall`utilizzo del lavoratore per più ore o più giornate rispetto a quelle dichiarate oppure dal pagamento della retribuzione in parte attraverso buoni lavoro e in parte in nero”.
Il secondo è costituito da “un lavoro di monitoraggio e di valutazione che il ministero del Lavoro sviluppa su tutte le regole del lavoro e che, nello specifico dei voucher, è stato condotto in collaborazione con Inps ed i cui risultati sono illustrati in un report pubblicato oggi sul sito del ministero.
Un lavoro che proseguirà e si svilupperà anche in futuro, in modo da poter valutare gli effetti di questo primo intervento: alla luce dei risultati, si valuterà la necessità di procedere ad ulteriori interventi”.
Dal lavoro di monitoraggio finora svolto emergono “dati interessanti”, ha osservato il ministero. È il caso, in particolare, dei voucher utilizzati per retribuire, nel corso del 2015, le prestazioni di lavoratori che nei mesi precedenti avevano già avuto un rapporto di lavoro, subordinato o autonomo, con lo stesso datore: un fenomeno che interessa il 7,9% dei lavoratori se si prendono a riferimento i tre mesi precedenti; percentuale che sale al 10% se si considera un periodo di sei mesi. Il dato, “che comunque appare in decrescita da luglio (e quindi subito dopo l`entrata in vigore del decreto di riordino dei contratti), mostra un`incidenza maggiore nei settori del turismo, dei servizi e del commercio”.