Sono circa 2milioni e mezzo i lavoratori del commercio, turismo e servizi in attesa dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro. Il dato è fornito dal Consiglio generale della Fisascat-Cisl che, riunitosi oggi in assise a Roma, invita le associazioni datoriali di settore a tornare al tavolo confronto con i sindacati di categoria con l’obiettivo di definire un avanzamento delle tutele contrattuali e un incremento salariale che riconosca la professionalità dei lavoratori.
L’esortazione della federazione della Cisl arriva a pochi giorni dalla sottoscrizione del nuovo contratto nazionale del terziario, distribuzione e servizi applicato ai 400mila dipendenti delle imprese aderenti alla Confesercenti.
“Sarà necessario ora completare il percorso anche con la Federdistribuzione per i 300mila addetti della grande distribuzione organizzata e con le associazioni del sistema Coop per i 70mila lavoratori della distribuzione cooperativa”, dichiara il segretario generale Fisascat-Cisl, Pierangelo Raineri, nella relazione introduttiva ai lavori del Consiglio generale. “È impensabile che a oltre due anni e mezzo dalla scadenza del contratto alle lavoratrici ed ai lavoratori della distribuzione moderna non venga riconosciuto un aumento economico in linea con le intese già raggiunte nel comparto del terziario privato.”
Il mancato rinnovo dei contratti di lavoro coinvolge anche il milione di addetti del turismo al servizio delle grandi catene alberghiere, delle agenzie di viaggio, dei tour operator, della ristorazione collettiva, dei pubblici esercizi e del comparto termale, in attesa del rinnovo da oltre tre anni.
Cinque anni di attesa, invece, nel settore dei servizi per i 500mila addetti delle imprese di pulizia strutturate e multiservizi che operano prevalentemente in regime di appalto, cui si aggiungono i 50 mila addetti della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, per i quali l’assemblea unitaria dei delegati Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs darà il via libera alla piattaforma di rinnovo domani, 21 luglio.
Per quanto riguarda i 250mila operatori del terzo settore socio-sanitario-assistenziale-educativo, in questi giorni i sindacati di categoria proprio stanno trasmettendo le piattaforme unitarie alle associazioni imprenditoriali del settore per i rinnovi dei contratti scaduti da oltre 4 anni.
Le sigle sindacali sono anche impegnate a definire i nuovi contratti nazionali applicati ai 40mila dipendenti dei proprietari di fabbricati e ai 25mila operatori delle farmacie private e municipalizzate.
“La vera sfida comune a tutti i tavoli di trattativa aperti nel terziario privato – conclude Raineri – sarà realizzare la partecipazione dei lavoratori alla vita di impresa ed ampliare gli interventi di welfare contrattuale ed aziendale anche cogliendo le opportunità fornite dalle normative vigenti.”