40ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza della Vice Presidente
La seduta inizia alle ore 9.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
La presidente PARENTE avverte che la Presidenza del Senato ha disposto la riassegnazione in sede deliberante del Documento XXII, n. 3, “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, di cui la Commissione aveva concluso l’esame in sede referente nella seduta di ieri.
L’ordine del giorno della seduta pomeridiana della Commissione, convocata per le ore 15, è pertanto integrato con la discussione di tale Documento.
La seduta termina alle ore 9,15.
39ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Dell’Aringa.
La seduta inizia alle ore 15,30.
IN SEDE REFERENTE
(Doc. XXII, n. 3) CASSON ed altri – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo al sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
(Seguito e conclusione dell’esame)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 9 ottobre scorso.
Il presidente SACCONI rileva che la recente tragedia di Prato rende l’esame del Documento di triste attualità, ma non rappresenta la ragione del suo inserimento all’ordine del giorno. Oggi vengono a maturare semmai le condizioni per la conclusione dell’iter in Commissione, ciò che costituisce un segnale di attenzione nei confronti del doloroso accadimento. La situazione di quell’area era da tempo peraltro di assoluta evidenza, come emerso in passato nel corso di un’azione ispettiva denominata “Marco Polo”, che accertò un tasso di violazione dei rapporti di lavoro di oltre il novanta per cento nelle ditte ispezionate. La sicurezza sul lavoro, peraltro, non rientra nelle competenze del Servizio ispettivo del Ministero. Occorre comunque che innanzitutto le comunità contribuiscano ad isolare i comportamenti patologici; ciò pone l’esigenza di affrontare il tema dell’integrazione di alcune, che indubbiamente tendono all’autoesclusione e all’autoregolamentazione.
Il sottosegretario DELL’ARINGA esprime apprezzamento nei confronti dell’iniziativa, finalizzata all’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta, auspicando che essa possa effettuare un lavoro proficuo, come già avvenuto nelle precedenti esperienze. Pur se comprensibilmente in questo momento prevalgono il dolore e l’indignazione, occorre che il fenomeno venga continuamente monitorato, rappresentando esso il frutto di un intreccio tra immigrazione clandestina e lavoro nero.
La senatrice PARENTE (PD) concorda con quanto già evidenziato dal Presidente in ordine alla tempistica con la quale la Commissione affronta oggi il tema della ricostituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro. La vicenda di Prato ha provato duramente tutti, dando inoltre luogo ad una ricerca delle rispettive responsabilità. Accanto al tema fondamentale delle ispezioni, esiste a suo giudizio un problema più complesso, efficacemente colto nel messaggio inviato dal Capo dello Stato al Presidente del Consiglio: la responsabilità è infatti riconducibile a tutti i soggetti istituzionali, dalla politica al sindacato, al mondo dell’imprenditoria. Di fatto la globalizzazione dei mercati non ha significato globalizzazione dei diritti. In questi casi la realtà è quella del lavoro nero e della criminalità organizzata: si tratta di lavoratori schiavi e di mancata tutela di diritti umani. Anticipa la presentazione di un atto di sindacato ispettivo sul tema, nell’opinione che esso non solo non vada dimenticato, ma vada anzi affrontato in modo condiviso da parte di tutti i dicasteri e le istituzioni competenti. Auspica conclusivamente che l’istituenda Commissione possa svolgere proprio nell’area pratese il suo primo sopralluogo.
Secondo la senatrice MUSSOLINI (FI-PdL XVII) l’argomento riveste grande delicatezza e andrebbe affrontato in modo approfondito, al di là della votazione del Documento. Di fatto la tragedia di Prato ha portato in evidenza realtà da tutti conosciute e da nessuno contrastate in modo efficace. Anche a Roma quartieri interi recano iscrizioni unicamente in cinese ed è ben nota l’esistenza di imprese che vengono continuamente chiuse e riaperte sotto altra denominazione, per evitare qualsiasi tracciabilità. La violazione dei diritti umani in Cina è anch’essa realtà nota, e dunque bisognerebbe semmai evitare l’importazione di prodotti da quel Paese. Il prossimo semestre di presidenza italiana dell’Unione potrebbe rappresentare l’occasione per azioni concrete in questo senso. Auspica che la istituenda Commissione affronti in modo compiuto la realtà di una illegalità diffusa e di una mancanza assoluta di sicurezza dei lavoratori.
Si associa a quanto finora detto nel corso del dibattito il senatore ICHINO (SCpI), il quale sottolinea che stare nel mondo globalizzato da protagonisti, senza subire unicamente gli effetti negativi della globalizzazione, implica anche che in Italia chiunque possa vedere tutelata la sicurezza, la libertà e la dignità della persona. A suo giudizio si riscontra anche un pizzico di razzismo in quella sorta di selettività che spinge ad omettere controlli e ispezioni nei confronti di attività riconducibili ad imprenditori provenienti da determinate aree geografiche, che diventano così una sorta di zona franca. Peraltro un semplice incrocio tra consumi elettrici e versamenti fiscali sarebbe sufficiente ad individuare l’esistenza di lavoro in nero. Allo stato attuale gli organici del Servizio ispettivo risultano comunque scoperti. Al riguardo, egli ritiene che essi potrebbero essere rafforzati ricorrendo a trasferimenti da altri comparti della pubblica amministrazione in cui si riscontrino eccedenze: le funzioni di aiuto ispettore possono essere affidate, previa riqualificazione professionale, anche a dipendenti di altre amministrazioni, ivi inclusi quei dipendenti del Ministero della difesa il cui possibile prepensionamento è stato recentemente oggetto anche di articoli di stampa. In questo senso, auspica che si possa fare finalmente ricorso a quell’articolo 33 del Testo unico del pubblico impiego che finora non risulta essere mai stato applicato.
A giudizio del senatore BAROZZINO (Misto-SEL) la terribile tragedia di Prato richiederebbe che si parlasse semplicemente di lavoratori, e non di lavoratori cinesi: è infatti il complesso del mondo del lavoro a versare in una situazione di assoluta illegalità. Al riguardo egli precisa che più volte le aziende sono preventivamente a conoscenza dell’arrivo degli ispettori, ciò che evidentemente vanifica la stessa finalità degli accertamenti. A giudizio unanime, la tragica morte dei sette lavoratori a Prato rappresenta una tragedia annunciata, che testimonia ancora una volta, se pure ce ne fosse bisogno, l’esigenza di ripristinare il Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro. Egli invita inoltre a riflettere sulla circostanza che ben difficilmente un lavoratore privato dei suoi diritti e che tema di perdere il proprio posto di lavoro denuncerà mancanze da parte dell’azienda. La politica dovrebbe dunque a suo avviso impegnarsi innanzitutto per restituire dignità ai luoghi di lavoro e rafforzare il legame tra territorio, datore di lavoro e lavoratori. Da ultimo, invita a tener conto del fatto che in molti casi le stesse RLS che hanno denunciato violazioni, irregolarità e carenze sono state vittima di licenziamenti ritorsivi.
Il senatore PAGANO (NCD) pone in risalto l’importanza che l’istituzione della Commissione d’inchiesta sia oggi all’ordine del giorno, convenendo che la sua creazione non avviene unicamente all’indomani della tragedia di Prato, ma perché sono venute a maturare le condizioni che ne consentono oggi la conclusione dell’iter in Commissione. In questo senso, esprime un vivo ringraziamento ai firmatari del Documento e a quanti hanno sottolineato il rilievo dell’iniziativa. L’istituenda Commissione rappresenterà uno strumento efficace di tutela dei diritti ed uno stimolo per le aziende al rispetto della legalità. Anche in alcune aree del Sud dell’Italia si riscontrano casi di patente irregolarità e violazione, soprattutto con riferimento alle aziende agricole, ai quali è auspicabile che la Commissione rivolga estrema attenzione. Esprime conclusivamente l’auspicio che tragedie come quella di Prato non abbiano più a ripetersi.
La senatrice BENCINI (M5S) evidenzia che la tragedia di Prato impone una riflessione sulle ragioni anche storiche che hanno portato all’insediamento nell’area di una così vasta comunità di imprenditori cinesi, che hanno sostituito l’originaria imprenditoria tessile italiana. All’origine c’è la vendita di capannoni industriali da parte di imprenditori tessili pratesi, avvenuta per motivi meramente economici e senza molta lungimiranza. Non solo il fenomeno non è stato bloccato, ma anzi, al contrario, va riscontrata la connivenza anche da parte di imprese terziste italiane, che si avvalgono di queste aziende di proprietà cinese. E’ dunque il mercato che fa sì che si lavori nelle condizioni che la tragedia di Prato ha portato d’attualità, imponendo un lavoro al ribasso, senza tutele e senza garanzie. Occorrerebbe invece che anche le aziende di proprietà cinese lavorassero nel rispetto delle stesse condizioni cui devono sottoporsi le aziende in Italia; ad uguaglianza del lavoro deve corrispondere uguaglianza di salari e di diritti. In questo senso, auspica si ponga un argine definitivo a questa modalità imprenditoriale, che finisce con il falsare gli stessi equilibri del lavoro e del mercato.
La senatrice MUNERATO (LN-Aut) condivide in particolare le considerazioni svolte dalla senatrice Mussolini, ricordando che anche recentemente in provincia di Rovigo sono stati scoperti laboratori clandestini tenuti da cinesi. Di fatto tutti sanno, ma nessuno denuncia. In questo senso, riterrebbe opportuno dare più poteri ispettivi e di intervento ai sindaci, come auspicato in passato dal Ministro dell’intero pro tempore Maroni. Sottolinea tuttavia che nel corso della sua attività lavorativa ha sempre riscontrato grande attenzione all’infortunistica da parte del suo datore di lavoro e sottolinea l’importanza dello sviluppo di una adeguata cultura imprenditoriale in tema di sicurezza.
Concorda il presidente SACCONI, il quale evidenzia la necessità di riconoscere l’esistenza di un dualismo tra aree iperregolate e aree totalmente prive di regole: questo dualismo determina nei fatti una forte concorrenza sleale, anche perché i core labor standard non toccano la sicurezza sul lavoro. Nella sua precedente esperienza di Ministro del lavoro ricorda di essersi occupato proprio del profilo dei rapporti con la Cina, giungendo alla conclusione di un accordo con l’Italia finalizzato alla introduzione in quel Paese di esperienze italiane in materia di tutela e sicurezza sul lavoro. Esistono infatti in Italia certamente anche molte buone pratiche. Accanto ad esse esistono delle enclave difficili da sradicare, che vanno riconosciute come tali e che in parte hanno valenza etnica: le responsabilità non sono tuttavia limitate a quel contesto, ma vanno fatte risalire anche alla responsabilità di alcune grandi griffes. Sottolinea inoltre l’opportunità che le competenze ispettive in tema di sicurezza sul lavoro vengano centralizzate, ricomponendole in capo ad un unico servizio, in modo da superare anche le eventuali difficoltà di integrazione e sovrapposizione tra i diversi corpi ispettivi. Evidenzia conclusivamente l’ampiezza e l’incisività della portata e delle competenze della Commissione d’inchiesta, che dispone dei poteri di cui all’articolo 82 della Costituzione.
La relatrice FAVERO (PD) si pronuncia quindi sugli emendamenti presentati. In particolare, invita ad approvare il suo emendamento 2.100 e formula avviso contrario sugli emendamenti 2.1, 2.2 e 2.3. Quanto agli emendamenti riferiti all’articolo 3, esprime parere contrario al 3.1, osservando che una disciplina più dettagliata finirebbe con il limitare sostanzialmente i poteri della Commissione o comunque col rischiare di precluderne l’operatività. Invita il proponente dell’emendamento 3.2 a riformularlo, modificando il riferimento alle patologie in un richiamo alle malattie professionali.
Il senatore BAROZZINO (Misto-SEL) consente alla riformulazione.
La relatrice FAVERO (PD) esprime quindi parere contrario sugli emendamenti 3.3, che giudica superfluo, 3.4, 3.5, 3.6, 3.7, 3.8, che ritiene eccessivamente limitativo, 3.9, 3.10, 3.11, che reputa ultroneo, e 3.13. Invita il senatore Barozzino a riformulare il suo emendamento 3.12 inserendo un riferimento alle malattie, anziché alle patologie, professionali.
Il senatore BAROZZINO (Misto-SEL) consente alla riformulazione.
La relatrice FAVERO (PD) caldeggia quindi l’accoglimento del suo emendamento 3.100.
Quanto all’emendamento 4.1, invita i presentatori a riformularlo prevedendo uno stanziamento per l’anno 2014 di 75.000 euro, anziché 50.000.
La senatrice CATALFO (M5S), prima firmataria dell’emendamento, consente alla riformulazione.
La senatrice FAVERO (PD) propone quindi una riformulazione dell’emendamento 4.2.
La senatrice CATALFO (M5S) concorda.
Infine, la RELATRICE propone al senatore Barozzino di riformulare l’emendamento Tit. 1, inserendovi un riferimento alle malattie, anziché alle patologie, professionali.
Il senatore BAROZZINO (Misto-SEL) concorda.
Il Governo si rimette alla relatrice per ogni valutazione sugli emendamenti.
Presente il prescritto numero di senatori, si passa quindi alle votazioni.
Con successive e distinte votazioni, la Commissione approva l’emendamento 2.100 e respinge gli emendamenti 2.2 e 2.3; l’emendamento 2.1 è invece ritirato.
Si passa agli emendamenti all’articolo 3.
La Commissione respinge l’emendamento 3.1 e approva l’emendamento 3.2 (testo 2); respinge altresì gli emendamenti 3.3, 3.4, 3.5, 3.6, 3.7, 3.8, 3.9, 3.10, 3.11 e 3.13; approva l’emendamento 3.100, nonché l’emendamento 3.12 (testo 2).
Approva altresì gli emendamenti 4.1 (testo 2), 4.2 (testo 2), Tit. 1 (testo 2) e Coord. 1.
Conclusivamente la Commissione dà quindi mandato alla relatrice a riferire favorevolmente all’Assemblea, chiedendo l’autorizzazione alla relazione orale.
La seduta termina alle ore 16,30.