Ad aprile, dopo un bimestre negativo, il mercato del lavoro ha registrato “un indiscutibile segnale di miglioramento”. Gli occupati sono aumentati di 159mila unità sul mese precedente (la variazione congiunturale più elevata dal 2008) e di 261mila unità rispetto ad aprile 2014. Nello stesso mese le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 40mila unità rispetto a marzo e di 17mila su base annua. Il combinarsi di queste dinamiche ha abbassato il tasso di disoccupazione al 12,4%. E’ quanto afferma Confcommercio nell’Indicatore dei consumi di aprile diffuso in occasione dell’assemblea annuale a Milano.
A conferma del miglioramento in atto sul versante del mercato del lavoro Confcommercio rileva come ad aprile sia proseguita la tendenza alla riduzione, su base annua, delle ore di Cig (-36,9%). Il fenomeno, pur risultando molto intenso per la componente in deroga, coinvolge tutti gli istituti.
“Il miglioramento dei livelli occupazionali, di cui si attende un consolidamento nei prossimi mesi per l’esplicarsi delle riforme del mercato del lavoro e per l’irrobustirsi della ripresa – sottolinea Confcommercio – rappresenta lo strumento più concreto ed efficace attraverso il quale migliorare il reddito delle famiglie e sostenere una ripresa più vigorosa dei consumi”.
Dalle note economiche dell’Ufficio studi di Confcommercio, diffuse in occasione dell’assemblea annuale a Milano, emerge inoltre che la durezza della crisi potrebbe avere “effetti irreversibili o, almeno, di eccezionale durata”, sulla dimensione dell`area della povertà assoluta (che caratterizza l`impossibilità di un nucleo familiare di avere accesso a un paniere di sussistenza di beni e servizi). Le persone assolutamente povere crescono del 163% nel 2013 rispetto al minimo del 2006, da meno di 2,3 milioni della metà degli anni 2000 a oltre 6 milioni, circa il 10% dell`attuale popolazione italiana. Più della metà dei poveri assoluti risiede nel Mezzogiorno.
E` proprio il tema del Sud del paese che, secondo Confcommercio, deve tornare al centro dell`agenda di politica economica.
Infatti, mentre per il Centro-Nord è prevedibile già nell`anno in corso una ripresa apprezzabile, sopra il punto e mezzo percentuale nella media 2015-2016, il Sud risulterebbe ancora in recessione almeno fino al prossimo anno. “Gli squilibri territoriali – si legge – sono in forte crescita a partire dal 2010 e potrebbero ulteriormente ampliarsi in modo rilevante perché il meridione ha minore vocazione all`export, maggiori difficoltà di fare impresa, soffre di una situazione molto più difficile del mercato del lavoro e di paradossali ritardi infrastrutturali che sembrano aggravarsi piuttosto che ridursi”.
Inoltre, il Sud “si mostra scarsamente capace di attrarre turisti stranieri, tant`è che il turismo ha giocato e ancora riveste nell`economia delle regioni meridionali un ruolo, purtroppo, del tutto marginale”. Dei circa 30 miliardi di euro all`anno che mediamente, negli ultimi quindici anni, costituiscono la spesa dei turisti stranieri sul territorio italiano, solo il 12-13% circa, cioè poco più di 4 miliardi di euro, fluisce al Mezzogiorno, mentre resta appannaggio del Centro-Nord il rimanente 87%.
Dinamiche analoghe a quelle del Pil interesserebbero il Mezzogiorno anche in termini di consumi sul territorio. “Il rilancio del turismo, soprattutto nel Sud, magari con l`occasione dell`Expo – secondo Confcommercio – potrebbe essere una strada davvero percorribile per iniziare un processo di riduzione dei gap macro-regionali, questa volta nella direzione di un livellamento verso l`alto”.