Non c’è stato nessun “aiuto di stato” per Fca in Lussemburgo, e in ogni caso qualsiasi decisione della commissione Ue non avrà un impatto significativo sui risultati a consuntivo del gruppo: lo ribadisce Fiat Chrysler Automobiles, replicando alle indiscrezioni di stampa secondo cui la società potrebbe dover affrontare pagamenti di imposte per decine di milioni, in seguito alle decisioni della commissione Ue, attese per i prossimi giorni. La commissione, com’e’ noto, ha da tempo aperto un procedimento nei confronti dello stato del Lussemburgo, relativo a un accordo fiscale concluso dalla controllata di Fca, Fiat Chrysler Finance Europe (fFcf) con il Granducato. L’ipotesi e’ che si tratti, appunto, di ”aiuti di stato”, erogati attraverso trattamenti fiscali di particolare favore nei confronti di Fca.
Fca, pero’, afferma di aver fornito “solide spiegazioni alla Commissione” sulle ragioni per cui l’accordo fiscale “non ha comportato alcun aiuto di stato”. L’obiettivo dell’accordo, secondo il Gruppo guidato da Sergio Marchionne, era “esclusivamente chiarire le regole di transfer pricing che Fcf doveva applicare alle sue attività di finanziamento di società collegate”, in modo da avere “certezza giuridica, attraverso un processo di richiesta disciplinato da regole chiare. La relativa richiesta si basava su di un’analisi di transfer pricing pienamente documentata e condotta secondo metodologie ben riconosciute”.
Fcf, quindi, “non ha mai perseguito deroghe alle norme generali attraverso esenzioni o facilitazioni non generalmente accessibili nel sistema fiscale lussemburghese” e l’accordo non ha riservato a Fcf “nessun vantaggio non accessibile a contribuenti del Lussemburgo a essa comparabili”. L’accordo, inoltre, “non ha condotto ad alcuna erosione o doppia non-tassazione del gruppo Fca, posto che ogni aumento della base imponibile di Fcf in Lussemburgo avrebbe comportato maggiori deduzioni nei paesi di residenza delle società del gruppo che pagavano interessi a Fcf”.
Fca, conclude la nota, “ha già dichiarato che qualsiasi potenziale aumento della base imponibile di Fcf non sarebbe significativo rispetto ai risultati consuntivati dal gruppo e per di più comporterebbe variazioni di segno opposto in altre giurisdizioni fiscali, che dovrebbero essere concordate tra le autorità fiscali lussemburghesi e le autorità fiscali degli altri paesi europei interessati dai rapporti di finanziamento intragruppo”.