Abbiamo bisogno di non vedere il vuoto sotto i nostri piedi, di muoverci – sia pure con cautela perché le oscillazioni sono tante e continue – senza paura di cadere perché, pur andando più piano, possiamo rialzarci e proseguire. Questo bisogno minimale ce lo può soddisfare un tessuto, recuperando i fili da più reti, un qualcosa di più denso ma allo stesso tempo elastico. Un esempio di questo tessuto sono gli Enti Bilaterali dell’artigianato, dove sindacati e associazioni artigiane hanno costruito le tutele per le lavoratrici e i lavoratori dell’artigianato che non ne avevano, ma anche per imprenditori esposti alle crescenti pressioni del mercato, riprendendo un vecchio istituto: la mutua. Si prefigura così una nuova gamma di strumenti, anche contrattuali, che allargano il terreno di un’azione solidale capace di dare sicurezze a persone con competenze diverse e complesse, ma che lavorano da soli o in piccolissime imprese: frammenti di un mondo del lavoro che, se ricomposti, possono ricreare ricchezza e vita alla nostra società.
Prefazione di Elena Lattuada.
Mario Giaccone, ricercatore indipendente, è docente di Relazioni Industriali presso l’Università di Torino. Si è occupato di relazioni industriali e sociologia del lavoro, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Ha collaborato con vari istituti di ricerca (Ires Veneto, Ires Nazionale, Cesos, Ares 2.0) ed è stato corrispondente italiano della Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di Lavoro (Eurofound) dal 2004 al 2014. Fra le numerose pubblicazioni, Lavorare in Aprilia (Ediesse, 1998), gli Annual review of working conditions dal 2007 al 2010 e numerosi rapporti comparativi per Eurofound.
Franco Fedele, sindacalista Cgil, ha ricoperto importanti incarichi a Milano e in Lombardia (Fiom, Filtea, Cgil confederale, Flai, FIlt, Filcem, Filctem). Attualmente coordina il Dipartimento Artigiano della Cgil Lombardia ed è vice-presidente di ELBA.