La scorsa settimana il segretario generale dalla Cgil, Maurizio Landini, ha scritto una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni contenente la richiesta di convocare un incontro con le parti sociali “per verificare le condizioni di avvio di un confronto negoziale”. Ma, a oggi, ancora tutto tace e in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il leader della Cgil rilancia l’affondo accusando il governo di continuare a rimbalzare l’impegno a confrontarsi con il sindacato. “Come Cgil chiederemo ai lavoratori di votare sulle nostre proposte e di impegnarsi a sostenerle con la mobilitazione, fino allo sciopero generale, se necessario. Vogliamo muoverci per tempo. Visto che con il governo abbiamo avuto solo incontri finti, aspetteremo la Nota di aggiornamento del Def e faremo le nostre valutazioni”. E avverte: “Se le nostre proposte non verranno accolte nella legge di Bilancio, scenderemo di nuovo in piazza”.
Per Landini il governo “sì è indebolito”, e tra gli italiani “sta aumentando la sfiducia perché le condizioni di vita e di lavoro stanno peggiorando, a partire dai salari”. Obiettivo del sindacato resta quindi quello di “risolvere i problemi”, a partire da un cambio di passo delle politiche del governo: “Aumentare i salari e le pensioni, contrastare la precarietà, non allargare voucher e contratti a termine. Cancellare il sistema degli appalti e subappalti, invece di modificare il codice e introdurre i subappalti a cascata come ha fatto il governo. Cancellare i contratti pirata con una legge sulla rappresentanza. Introdurre il salario minimo per legge e investire su sanità e istruzione. Il governo anziché tassare le rendite e tutti gli extraprofitti usa dipendenti e pensionati come bancomat. Infatti, vorrebbe tagliare l`indicizzazione delle pensioni”, conclude.
e.m.