L’impennata di contagi degli ultimi giorni ha fatto riaffiorare il nodo del trasporto pubblico locale, soprattutto nelle grandi città. La capienza all’80% sembra essere una soglia poco gestibile, con il rischio di un affollamento eccessivo sui mezzi pubblici, che andrebbe a inficiare ogni possibilità di distanziamento.
La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, getta acqua sul fuoco, spiegando, nel corso di una riunione con il Miur e gli enti locali, che, anche negli orari di punta, molto raramente si raggiunge il riempimento dell’80%. La titolare dei Trasporti conferma la necessità di un potenziamento dei controlli a terra e a bordo dei mezzi e di scaglionare meglio gli orari con un lavoro specifico sulle scuole. Secondo De Micheli “il problema ci può essere sulla banchina e nella salita, dove bisogna mantenere il distanziamento e usare la mascherina”. Le attuali regole sono dunque confermate, anche alla luce del “contagio infinitesimale” quando si utilizzano i mezzi pubblici di trasporto.
Ma il sindacato non ci sta, e denuncia una situazione molto più grave di quanto non emerga dalle parole della ministra. Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt-Cgil di Roma e Lazio, ribadisce come sia stato un errore l’aver portato la capienza dei mezzi all’80% senza nessuna possibilità, tra l’altro, di effettuare controlli adeguati. Stanziale denuncia il ritardo con il quale è stata affrontato un aspetto complesso, che interessa la vita di migliaia di persone, come quello dei trasporti. “Ora – afferma Stanziale – ci troviamo in piena emergenza, e siamo costretti a rincorrere, con il rischio di arrivare a soluzioni non ben strutturate”.
Per il sindacalista era essenziale una pianificazione da attuare già durante il lockdown, con tutti gli attori interessanti, allo scopo di discutere come riorganizzare uno dei settori che può fare da traino per la ripresa, ma che più di altri presenta delle criticità e un rischio di diffusione del virus, attraverso investimenti significativi. Dobbiamo fin da ora, spiega il segretario generale della Filt-Cgil capitolina, pensare a una mobilità diversa.
Per il sindacato, quello che al momento si può fare, è un maggior coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati, come NCC e taxi, per trovare soluzioni condivise allo scopo di incrementare l’offerta di mezzi pubblici, garantendo ai pendolari condizioni di trasporto più sicure e in linea con le norme anti contagio, e assicurare agli addetti del settore la necessaria tutela della salute sul lavoro.
Servono dunque azioni anche sul fronte della domanda per attivare investimenti e riorganizzazioni che puntino ad abbassare la necessità di spostarsi da parte dei lavoratori, facendo leva sul lavoro agile, sul telelavoro e sulla rimodulazione degli orari di lavoro e di apertura degli esercizi commerciali e delle scuole. “Al momento – conclude Stanziale – la nostra disponibilità al confronto non trova interlocutori e, se continuerà l’assenza di risposte, non ci rimarrà altra scelta che la mobilitazione”.
Una situazione con più ombre che luci anche quella che si respira a Milano. Per il segretario generale della Filt-Cgil del capoluogo lombardo, Angelo Piccirillo, i treni dei pendolari e i pullman, che ogni mattina portano gli studenti in città, sono ben oltre l’80%. Nella rete urbana, afferma Piccirillo, la metro, che molto spesso è stata descritta come quella con le maggiori criticità, in realtà è quella che desta, al momento, meno preoccupazione, con un’affluenza tra il 60 e il 65%. Sono alcune linee di superfice, invece, che viaggiano ben oltre l’80%, soprattutto in determinate ore della giornata.
“Con troppo ottimismo si è abbandonato lo smart working – commenta Piccirillo – così come lo scaglionamento degli orari di ingresso, che per i licei c’è stato, andrebbe rafforzato. Inoltre, mentre ATM ha manutenuto la capienza all’80%, la regione l’ha innalzata al 100%. Per noi già l’aver portato la capacità all’80% è stato un errore, perché così è impossibile fare i controlli. Ma con il 100% si è dato un messaggio sbagliato, che equivale a un liberi tutti”.
Per il sindacalista ci si è mossi con troppo ritardo per prevenire problemi che era palese che si sarebbero verificati. “La ministra De Micheli ha proposto l’utilizzo degli autobus turistici per incrementare il servizio, una soluzione che il sindacato già in tempi non sospetti aveva avanzato. In ogni modo – conclude Piccirillo – capire quali sono le strategie della regione è per noi impossibile, visto che non ha mai avviato il confronto con le parti sociali”.
Tommaso Nutarelli