Il comitato centrale della Fiom riconferma piena fiducia nell’operato della magistratura di Taranto e ribadisce la decisione di costituirsi parte civile.
“Il decreto legge – si legge in una nota – presentato dal governo ed emanato dal Presidente della Repubblica, a fronte della drammatica situazione dell’Ilva di Taranto, determinatasi a causa dei danni alla salute dei lavoratori e dei cittadini, autorizza l’attività produttiva e riaffida la gestione dello stabilimento alla proprietà con l’impegno al risanamento ambientale con l’obbligo di realizzare, entro trentasei mesi, le prescrizioni previste dall’Aia”.
La Fiom ricorda che “l’applicazione dell’Aia necessita di un impegno finanziario straordinario di quattro miliardi di euro contro l’impegno fin qui dichiarato dall’Ilva di soli quattrocento milioni, totalmente insufficienti per effettuarne le prescrizioni”.
Serve, ribadisce il sindacato, “un preciso piano industriale e di gestione dei lavoratori, durante le inevitabili e necessarie fermate produttive, nonché il piano formativo e riqualificativo per tutte le maestranze. Un piano che fino a oggi l’Ilva non ha presentato, procedendo invece in azioni parziali che stanno seminando confusione in tutti i siti e fra i lavoratori”.
La Fiom riconferma una forte criticità sulle iniziative dell’esecutivo in quanto “il decreto non fa obbligo immediato all’azienda di presentare il piano degli investimenti finanziari e di quelli industriali, insieme al piano con la tempistica degli interventi di ambientalizzazione, da effettuare rapidamente senza attendere i mesi successivi”.
Per smentire queste preoccupazioni, dice la Fiom, “gli interventi strutturali sugli impianti devono essere tali da impedire che l’attività produttiva non continui a determinare effetti dannosi sulla salute dei lavoratori e dei cittadini”.
La Fiom ritiene necessario un intervento pubblico “immediato e transitorio che consenta oltre al reperimento delle risorse finanziarie necessario per un settore strategico come quello siderurgico, anche un controllo diretto del governo sulle scelte strategiche aziendali”.
La Fiom chiede che sia convocata “immediatamente una riunione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti, la proprietà e le organizzazioni sindacali per definire gli interventi, la loro tempistica e la loro ricaduta occupazionale”. I metalmeccanici della Cgil chiedono “che sia immediatamente nominato il garante, che sia pienamente operativo dai prossimi giorni e che sia scelto tra le migliori competenze nel campo della tutela della salute dei lavoratori dell’ambiente, del diritto e dell’organizzazione produttiva. Il Garante dovrà avvalersi, oltre che delle competenze dell’Ispra, anche di quelle dell’Istituto superiore della sanità, dell’Arpa Puglia, della Asl”.
La Fiom chiede altresì che venga istituito un tavolo di confronto permanente tra garante, organizzazioni sindacali, Rsu ed Rls per vigilare su quanto accade.
In fine il chiede al governo che nell’eventualità perdurasse, nel prossimo periodo, l’atteggiamento dell’Ilva di rinviare gli interventi e di nascondere l’effettivo impegno finanziario, si dia attuazione a quanto previsto nel decreto in materia di amministrazione straordinaria dell’Ilva in applicazione degli art. 41, 42, e 43 della Costituzione”. (LF)