Maurizio Landini sfata un tabu’: l’Iva non e’ intoccabile, ma può essere aumentata, almeno per quanto riguarda i beni di lusso. In un’intervista al quotidiano La Stampa, il leader della Cgil afferma infatti la necessità di ‘’rimodulare’’ l’imposta sul valore aggiunto: “Non ha senso che tutti i beni siano trattati allo stesso modo: per alcuni la si deve ridurre perché sono beni di consumo di massa; su certi beni di lusso l’Iva può crescere”, afferma.
Landini colloca la sua richiesta all’interno di una piu’ ampia riforma del fisco, nella quale è necessaria, innanzi tutto, “una vera lotta all’evasione fiscale”. Nei provvedimenti della legge di stabilità di questo governo, spiega, ci sono primi passi importanti ma ora “servono interventi anche sulle grandi multinazionali e sulle speculazioni finanziarie. Lì ci sono le risorse sia per fare pagare meno tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati che per gli investimenti necessari per far ripartire l’economia”.
L’altro punto cruciale, per Landini, e’ la riforma delle pensioni, che ritiene assolutamente necessaria: “è evidente a tutti che la legge Fomero ha aumentato le diseguaglianze e non ha risolto i problemi. Bisogna ricostruire un sistema pensionistico pubblico degno di questo nome. Primo, acceleriamo la commissione sulla separazione tra spesa previdenziale e assistenziale e quella sui lavori gravosi. Secondo, serve una pensione di garanzia per i giovani e per chi ha avuto lavori discontinui e precari. Terzo, bisogna riconoscere il lavoro di cura delle donne, che non si può trasformare in una tassa. Quarto, serve un meccanismo di uscita flessibile. Quinto, rivalutazione delle pensioni e legge sulla non autosufficienza. Proposte praticabili, e le risorse si possano trovare».
Un no netto, invece, al passaggio totale al sistema contributivo: “sarebbe un sistema molto penalizzante e un sistema pubblico deve contenere elementi solidali, come fa la piattaforma di Cgil-Cisl-Uil, che rivendica un’uscita flessibile a partire da 62 anni”. I costi di una simile riforma, per il sindacalista, possono essere reperiti anche a carico della fiscalita’ generale. Di tutto questo, conclude, si iniziera’ a discutere a Palazzo Chigi il 27 gennaio prossimo: “una trattativa su una riforma complessiva, e ci sono tutte le condizioni per fare col governo Conte un buon lavoro”.
NP
CGIL
Maurizio Landini sfata un tabu’: l’Iva non e’ intoccabile, ma può essere aumentata, almeno per quanto riguarda i beni di lusso. In un’intervista al quotidiano La Stampa, il leader della Cgil afferma infatti la necessità di ‘’rimodulare’’ l’imposta sul valore aggiunto: “Non ha senso che tutti i beni siano trattati allo stesso modo: per alcuni la si deve ridurre perché sono beni di consumo di massa; su certi beni di lusso l’Iva può crescere”, afferma.
Landini colloca la sua richiesta all’interno di una piu’ ampia riforma del fisco, nella quale è necessaria, innanzi tutto, “una vera lotta all’evasione fiscale”. Nei provvedimenti della legge di stabilità di questo governo, spiega, ci sono primi passi importanti ma ora “servono interventi anche sulle grandi multinazionali e sulle speculazioni finanziarie. Lì ci sono le risorse sia per fare pagare meno tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati che per gli investimenti necessari per far ripartire l’economia”.
L’altro punto cruciale, per Landini, e’ la riforma delle pensioni, che ritiene assolutamente necessaria: “è evidente a tutti che la legge Fomero ha aumentato le diseguaglianze e non ha risolto i problemi. Bisogna ricostruire un sistema pensionistico pubblico degno di questo nome. Primo, acceleriamo la commissione sulla separazione tra spesa previdenziale e assistenziale e quella sui lavori gravosi. Secondo, serve una pensione di garanzia per i giovani e per chi ha avuto lavori discontinui e precari. Terzo, bisogna riconoscere il lavoro di cura delle donne, che non si può trasformare in una tassa. Quarto, serve un meccanismo di uscita flessibile. Quinto, rivalutazione delle pensioni e legge sulla non autosufficienza. Proposte praticabili, e le risorse si possano trovare».
Un no netto, invece, al passaggio totale al sistema contributivo: “sarebbe un sistema molto penalizzante e un sistema pubblico deve contenere elementi solidali, come fa la piattaforma di Cgil-Cisl-Uil, che rivendica un’uscita flessibile a partire da 62 anni”. I costi di una simile riforma, per il sindacalista, possono essere reperiti anche a carico della fiscalita’ generale. Di tutto questo, conclude, si iniziera’ a discutere a Palazzo Chigi il 27 gennaio prossimo: “una trattativa su una riforma complessiva, e ci sono tutte le condizioni per fare col governo Conte un buon lavoro”.