Raccontare le 150 ore per il diritto allo studio, inserendole nella storia dell’educazione degli adulti e del rapporto con il movimento sindacale, può sembrare esercizio velleitario, confinato in un orizzonte lontano.
In verità, ricostruire ideali e percorso di questa straordinaria esperienza – che fu avviata giusto quarant’anni fa dai sindacati confedrali dei metalmeccanici e ha inciso fortemente sulla vita di un milione e mezzo di persone, sul movimento sindacale sulla scuola – ci permette di riflettere sull’educazione degli adulti come leva di cambiamento e inclusione.
Le 150 ore rappresentano un investimento contrattuale con cui i lavoratori scambiavano salario per un processo di emancipazione individuale e collettivo. Una scommessa sulla rinegoziazione della risorsa tempo che rimetteva in discussione idee e pratiche del lavoro, nel pieno del taylorismo imperante, secondo la migliore tradizione del sindacalismo riformista che coniuga conflitto e costruzione creativa. Un’esperienza utile anche oggi in una società della conoscenza più proclamata che realizzata.
Questa seconda edizione contiene ulteriori interviste e documenti.
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