“Meno di un anno dopo la sua ascesa al potere, Matteo Renzi affronta la sua prima grana sociale e stabilisce un primato: essere il primo presidente del consiglio di sinistra a confrontarsi con uno sciopero generale”. Cosi’ Liberation, il giornale della gauche francese, apre la prima pagina del 12 dicembre, con un ampio servizio sullo scontro interno alla sinistra italiana, politica e sindacale.
L’articolo ricorda il potere dei sindacati italiani che hanno organizzato la protesta, Cgil e Uil, che assieme contano oltre 7 milioni di iscritti, in buona parte coincidenti con una fetta importante dell’elettorato di sinistra. Il giornale ripercorre le tappe dello scontro col premier, partendo dalla lunga lista di accuse che Renzi muove alle organizzazioni dei lavoratori: ‘’i sindacati, come la politica, devono fare un esame di coscienza e cambiare. Io sogno un sindacato che ci aiuti, e non che ci metta i bastoni tra le ruote’’.
E ancora: “ i sindacati sono contro di me perché rappresento un ostacolo al loro potere, ma non mi fermeranno”. Liberation ricorda poi che il motivo centrale della protesta e’ l’abolizione dell’articolo 18, un ‘’tabu’ italiano’’ che nemmeno Berlusconi riusci’ a cancellare: ‘’nel 2002, tre milioni di persone scesero in piazza per protestare contro l’abrogazione di questo articolo, e il Cavaliere fu costretto a fare marcia indietro’’. Non cosi’ Renzi, che va avanti per la sua strada, a rischio pero’, osserva il giornale, “di creare fratture nel suo stesso schieramento politico e sociale”. “L’ipotesi di una scissione minoritaria nel partito democratico e’ ormai evocata – osserva Liberation – anche se per ora l’opinione pubblica approva la linea social-liberale di Renzi”.
E se pure i sindacati, “giudicati dalla maggior parte dei cittadini ormai arcaici, hanno perso molto della loro antica influenza’’, resta che il rischio di rompere “con la parte piu’ importante dell’elettorato tradizionale della sinistra” e’ molto concreto.