Non bastano gli ammortizzatori, ma sono necessarie politiche industriali, qualificazione della filiera, del sistema di impresa e del modello produttivo per il settore moda. Lo dichiarano Pino Gesmundo, segretario nazionale Cgil e Marco Falcinelli, segretario generale Filctem-Cgil, in vista del tavolo di settore sulla moda che si terrà oggi, 6 agosto, al Mimit alla presenza del ministro Adolfo Urso e delle rappresentanze datoriali.
“L`intero settore manifatturiero manifesta grosse difficoltà evidenziate da un ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali (+67,6% nel tessile abbigliamento) sia nel comparto industriale che in quello artigiano”, spiegano i sindacalisti ricordando come il settore sia il terzo manifatturiero in Italia, contando circa 446mila addetti con riferimento ai soli lavoratori diretti, distribuiti in 82.129 imprese complessive. Il solo settore della concia conta un fatturato annuo di 5 miliardi di euro.
“Nel coordinamento confederale Cgil tenuto ieri sul sistema moda – aggiungono -, è emerso lo stato del settore sia nelle attività dirette, sia dell`indotto(forniture metalmeccaniche, commercio, logistica e servizi). La crisi impatta necessariamente sulla filiera sistema moda e sull`indotto e i tavoli di crisi aperti a livello territoriale sono indicativi della difficoltà complessiva della intera e complessa filiera”.
“È evidente che non sia più procrastinabile lo sviluppo di politiche industriali che comprendano interventi decisi all`insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale, con interventi mirati al sostegno della riconversione ecologica delle imprese maggiormente impattanti dal punto di vista ambientale – proseguono Gesmundo e Falcinelli -. Sono necessari investimenti specifici sulla filiera e sui distretti che favoriscano anche l`aggregazione di impresa, progetti di valorizzazione energetica, e, in maniera netta, interventi in tema di contrasto all`illegalità, al lavoro nero, al dumping contrattuale, ai fenomeni di sfruttamento ed alla gravissima piaga della contraffazione a favore della buona e piena occupazione, a partire dalla salute e sicurezza sul lavoro”.
“Parimenti, per contrastare i fenomeni di illegalità, bisogna favorire la trasparenza dei rapporti contrattuali all`interno di tutta la filiera degli appalti che impedisca la grave situazione che coinvolge, in particolare, il segmento dei contoterzisti – aggiungono -. E` poi fondamentale la programmazione degli investimenti necessari e l`ausilio alla trasformazione digitale del settore. Contestualmente è necessario sostenere un serio piano di formazione delle figure professionali necessarie a garantire la trasformazione del settore”.
“Se si vuole rendere lettera viva il sostegno alla produzione made in Italy – concludono – il Governo non non può limitarsi ad interventi spot ma deve essere complessivo, coerente, di lunga durata. Questo è quanto ci aspettiamo dal tavolo di oggi”.