Al di là del decreto dignità (che ancora attende la pubblicazione sulla G.U., in forte ritardo causa pasticci vari nella stesura del testo e nelle coperture) la linea del governo giallo verde in materia di lavoro la si può intuire meglio dalla doppia audizione di Luigi Di Maio nelle commissioni di Camera e Senato. Nell’esposizione del ministro ci sono luci e ombre che si alternano tra loro in modo talvolta anche contradditorio. Se da un lato, per esempio, ha spiegato il decreto dignità come il primo passo di una guerra spietata alla precarietà, dall’altro il via libera alla reintroduzione dei voucher sembra andare in direzione opposta, tanto che la Cgil, che sui voucher aveva già sfidato il governo precedente, ha subito annunciato mobilitazioni.
Si tratta ovviamente solo di titoli, sotto i quali manca ancora qualunque svolgimento concreto. Ma ci sono cose, tra quelle elencate da Di Maio in commissione, oggettivamente sensate, così come altre francamente criticabili. Difficile invece dire se si possa collocare tra le luci o tra le ombre l’annuncio da parte del ministro di un intervento di ‘’riforma’’ del sindacato, partendo dalla ormai antica questione della rappresentanza. “L’azione dei sindacati può essere fondamentale nelle relazioni industriali – ha detto testualmente Di Maio alle commissioni- ma solo se si può avere un adeguato riscontro della effettività della loro funzione: è necessario che i dati relativi alla rappresentanza siano verificati. Adotteremo strumenti utili per la verifica della rappresentanza sindacale, confidando che ciò stimoli un processo di aggiornamento all’interno delle rappresentanze sindacali”.
Insomma, il messaggio è quello di voler ‘’riformare i sindacati’’, volenti o nolenti che siano. E se le luci stanno nel fatto che forse questo annuncio prelude all’arrivo di quella legge di sostegno che gli stessi sindacati richiedono (anche per mettere ordine nella enorme mole di dati raccolta in questi anni dai vari enti preposti e tuttavia mai sintetizzata in cifre ufficiali), le ombre sono invece sostanziate nel fatto che il ministro sembra parlare ignorando, appunto, che sulla rappresentanza non stiamo certo all’anno zero. Sul tema c’è già una lunga e approfondita elaborazione delle parti sociali, che parte dal Testo Unico di quattro anni fa e arriva, sia pure attraverso un balletto di rinvii, cambi di direzione, traversie di vario genere, fino all’accordo firmato recentemente tra sindacati e Confindustria; nel quale, per inciso, si specifica che anche le rappresentanze dei ‘’padroni’’, per usare un termine vetusto ma chiaro, accettano di essere a loro volta pesate sulla bilancia della rappresentanza. Elemento, questo, di importanza vitale per stroncare il fenomeno dei ‘’contratti pirata’’, sottoscritti al ribasso da associazioni di impresa (oltre che da sindacati) che rappresentano solo se stesse o poco più.
E appunto questo hanno risposto Cgil Cisl e Uil al ministro: che sono loro per primi a volersi contare, ma anche che tutte le intese raggiunte in questi ultimi due anni tra le parti sociali sostengono la necessità che un intervento sulla rappresentanza riguardi le organizzazioni sindacali così come le associazioni delle imprese. Inoltre, non va dimenticato che sistemi di misurazione piuttosto esatti sono già in corso da anni nel pubblico impiego, dove peraltro le recenti elezioni delle Rsu hanno visto la partecipazione in massa alle urne da parte dei dipendenti pubblici, che hanno premiato col loro voto quasi plebiscitario proprio le tre confederazioni. Ed è quindi già possibile farsi un’idea di chi rappresenta chi.
La misurazione della rappresentanza dei sindacati, del resto, è un argomento che appassiona la politica, e forse per questo tende a sconfinare spesso nella propaganda. Ma quello che occorre, oggi, non è una ‘’rivoluzione’’ e nemmeno una “riforma dei sindacati’’: serve semplicemente una legge di sostegno, che recepisca puntualmente e senza stravolgimenti le intese tra le parti sociali. Per questo, prima di procedere, è il caso che il governo ascolti i diretti interessati, aprendo un confronto con tutti i soggetti (come peraltro i sindacati hanno immediatamente chiesto al ministro), evitando di andare avanti alla come capita e ripartendo ogni volta dal principio come se nulla fosse mai stato fatto. Per esempio, chissà se Di Maio è al corrente che sulla rappresentanza sono già da tempo in corso accordi e convenzioni sia con l’Inps che col suo Ministero del Lavoro, finalizzate proprio al conteggio dei dati e alle conseguenti valutazioni; e che tra le varie convenzioni c’è anche quella che affida il ruolo di certificatore dei dati al Cnel, proprio quel Cnel che un altro ministro dello stesso governo giallo verde ha annunciato di voler chiudere e sbaraccare. L’ennesima contraddizione.
Contrattazione
Questa settimana è stato firmato l’accordo integrativo tra i sindacati categoria e il Gruppo Bolton Alimentari. Il contratto sarà valido per il quadriennio 2018-2021 e prevede un risultato economico di 300 euro. I sindacati hanno espresso soddisfazione per il risultato ottenuto. Nel comparto delle telecomunicazioni è stato avviato il negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Il Presidente di Asstel ha sottolineato a tal proposito la necessita di semplificare le previsioni normative del Ccnl, per dare maggiori spazi al contratto di secondo livello. Mediaset e i sindacati di categoria hanno siglato l’ipotesi del contratto integrativo aziendale, che prevede a fronte di una maggiore flessibilità della prestazione per circa 600 lavoratori, riduzioni d’orario nell’area tecnico produttiva. Sono inoltre previste almeno 100 assunzioni in 3 anni. Nel Gruppo Synlab si è raggiunti ad un accordo per il primo contratto integrativo aziendale che coinvolge circa 1500 lavoratori. Il Gruppo è un network europeo di diagnostica medica presente in oltre 35 Paesi del mondo con più di 17mila addetti. Infine, è stato sottoscritto l’accordo tra Unigec-Unimatica Confapi e i sindacati del comparto editoria che prevede la durata quadriennale del contratto, aumenti economici pari a 50 euro a regime e l’introduzione del welfare contrattuale nella misura di 258 euro annui.
Analisi
Alessandra Servidori affronta il tema del divario retributivo di genere a livello europeo. A Bruxelles si è tenuta, infatti, un’audizione con esperti sullo stato di avanzamento del Piano Ue sul divario retributivo rivolta ad analizzare le proposte contenute e in azione nella UE sul Piano 2017-2019 su come affrontare il problema, presentato dalla Commissione nel novembre 2017.
Interviste
Tommaso Nutarelli ha intervistato Franco Martini, segretario confederale della Cgil, per fare il punto sulla posizione del sindacato riguardo alla possibilita’ di introdurre un salario minimo per legge, come proposto dal Partito Democratico. Ma per Martini una soluzione del genere sarebbe ‘’la tomba della contrattazione’’.
Ancora Tommaso Nutarelli ha intervistato Sabina Valentini, responsabile delle relazioni industriali di Confcooperative, per parlare di “Previdenza Cooperativa”, il fondo unico di previdenza complementare negoziale per i lavoratori delle cooperative italiane.
Emanuele Ghiani fa il punto sulla situazione dell’ex Alcoa di Portovesme, oggi passata alla SiderAlloys, intervistando Bruno Usai, della Fiom del Sulcis. Dopo la lunga e durissima battaglia per tenere in vita e rilanciare lo stabilimento, spiega Usai, i problemi non sono però ancora finiti.
La nota
Fernando Liuzzi ci aggiorna sulla vicenda Ilva, seguendo gli incontri tra il ministro Di Maio, i sindacati e ArcelorMittal. Il ministro, oltre ad aspettarsi “miglioramenti” da parte dell’azienda acquirente, ha annunciato di aver inviato all’Anac il dossier relativo all’aggiudicazione di Ilva, su imput del governatore della Puglia. Con una missiva indirizzata a Di Maio, Emiliano infatti revoca in dubbio l’operato del Governo Gentiloni e getta un’ombra sulla correttezza della gara. Sempre Liuzzi ha fatto il punto sul tavolo di lavoro per sbloccare il settore delle demolizioni auto. Al termine di un incontro con l’Ada, i rappresentanti del Comune di Roma e della Regione Lazio hanno individuati tre obiettivi su cui lavorare per salvare il futuro del settore nella Capitale.
Il blog del Diario
Paolo Pirani ci parla di immigrazione, accoglienza, Europa e movimento sindacale.
Giuliano Cazzola interviene sulla politica interna e indica una priorità: “impedire che le bandiere del riformismo siano trascinate nel fango”.
Roberto Polillo interviene a sua volta sul tema dell’immigrazione, affermando che è dal sindacato confederale che deve partire una riscossa politica e culturale al contempo, con la riaffermazione del valore della solidarietà e una maggiore presenza fisica nei luoghi della sofferenza.
Il guardiano del faro
Marco Cianca prende spunto dall’ennesimo attacco a Roberto Saviano, reo di aver difeso gli immigrati, per riflettere sul ruolo degli intellettuali, denigrati oggi come ieri, ai tempi del fascismo, da Matteotti ai fratelli Rosselli: “Tutti strenui oppositori e martiri della violenza fascista, messi all’indice come traditori e nemici del popolo, ammantati di una presunta diversità per giustificarne l’eliminazione. Siamo sempre lì: le élite del pensiero considerate solo come detentrici di ingiustificabili privilegi. La meritocrazia è una parolaccia e la produzione d’idee non conta alcunché”.
Diario della crisi
Questa settimana i lavoratori della Tpl Roma hanno proclamato un nuovo sciopero a causa dei costanti ritardi nell’erogazione degli stipendi. Anche i lavoratori delle autostrade incrociano le braccia su tutta la rete Aspi. Lo sciopero è stato indetto da Filt, Fit, Uiltrasporti, Sla Cisal e Ugl a seguito delle “rigidità aziendali” nella trattativa inerente la contrattazione di secondo livello su temi normativi, occupazionali ed economici. L’incontro al Mise con il gruppo Condotte non ha prodotto un nulla di fatto. I sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil esprimono preoccupazione per il futuro del Gruppo poiché, secondo quanto riportato al termine dell’incontro, i vertici aziendali hanno annunciato l’interesse manifestato da parte del fondo Attestor, senza entrare nel merito dell’offerta. Nel comparto Auto, Fca ha trasferito 294 operai da Mirafiori a Grugliasco. Il trasferimento comporterà la fine della lavorazione della linea Mito.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile trovare il testo definitivo del Decreto Dignità, la congiuntura Confcommercio sul Pil mensile, Icc e prezzi di luglio 2018 e il testo della lettera di Michele Emiliano al ministro Luigi di Maio sulle irregolarità della vendita Ilva. Inoltre, è possibile visualizzare i dati Istat sulla produzione industriale di maggio, i dati provisori Istat sui prezzi delle abitazioni del I trimestre del 2018 e la nota sull’annuario statistico Istat-Ice-Commercio estero e attività internazionali delle imprese.