L’Anpal funziona. Nessuno ci avrebbe scommesso, quando un paio di anni fa se ne cominciò a parlare. Gia’ la sola idea di un nuovo ente pubblico per le politiche attive del lavoro, riunendo le competenze di ministero del Lavoro, regioni, Inps, Inail, spaventava chiunque. Il timore di un creare l’ennesimo carrozzone era forte. E invece, a un anno dalla sua partenza, le cose iniziano a procedere per il verso giusto. In una videointervista a Il diario del lavoro, il presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte, docente di diritto del lavoro alla Bocconi (e che su questa università si è largamente appoggiato) ha delineato il quadro di un organismo che ha ancora tanti problemi – soprattutto per far conoscere quello che fa e come lo fa- ma che nella sostanza può funzionare.
Una scommessa difficile fin dall’inizio, diventata ancora più rischiosa dopo l’esito negativo del referendum costituzionale del 4 dicembre: con la riforma delle istituzioni e’ stata infatti bocciata anche la rivisitazione del Titolo V della Costituzione, cioè la divisione delle competenze tra Stato e regioni. Nella riforma era previsto un accentramento di alcuni poteri in merito alla gestione del mercato del lavoro e della formazione; e’ finita invece che le regioni hanno mantenuto tutti i loro poteri, e con essi la difficoltà di conciliare venti politiche diverse.
E tuttavia, malgrado gli ostacoli, la cosa comincia ugualmente a marciare. Ed è molto importante, perché il Jobs Act si regge in gran parte sulla realizzabilità delle politiche attive del lavoro. L’obiettivo è un rovesciamento delle prospettive: non più politiche passive, anche se importanti e gloriose come la cassa integrazione, ma passare dalla difesa del posto di lavoro alla difesa dell’occupazione del singolo. Il quale può e deve cambiare lavoro, ma deve anche essere messo in grado di trovarlo, questo nuovo lavoro. Solo se questo funziona ha un senso il Jobs Act, altrimenti rischia di diventare una perdita di vantaggi e diritti in cambio di nulla. Così invece tutto può tornare: perché si può anche perdere un lavoro, l’importante è essere in grado di trovarne rapidamente un altro, ma sul serio.
Sarà importante, a questo scopo, uno strumento di cui si è dotata l’Anpal, e cioe’ l’assegno di ricollocazione: una cifra, anche consistente, che viene messa a disposizione di chi che ha perso il suo posto di lavoro per attivare gli strumenti che lo mettano in grado di aumentare la sua occupabilità. Una somma che può essere spesa in vari modi e presso vari soggetti, anche privati.
Uno dei presupposti su cui si baserà la politica dell’Anpal infatti, sarà la collaborazione stretta tra privato e pubblico. Un’altra scommessa difficile, davanti alla quale la struttura guidata da Del Conte non si è tirata indietro, nella convinzione che proprio questa collaborazione possa rappresentare una carta vincente.
L’obiettivo, al momento, è la messa a rete dei 550 centri dell’impiego sparsi per tutta l’Italia. Mille operatori Anpal saranno dislocati presso questi centri, per spiegare la nuova realtà e per rendere quanto più possibile omogenee le diverse strutture, in modo da assicurare uno standard di funzionamento che sia in grado di dare risultati.
Ma ad Anpal sono stati dati anche altri compiti, diversi tra loro ma sempre riconducibili al problema della fluidità del mercato del lavoro. Il primo è quello della gestione delle riconversioni aziendali: non le crisi delle imprese, ma la fase della ristrutturazione, quando inevitabilmente si verificano degli esuberi ed è necessario aiutare questi lavoratori a trovare un altro posto di lavoro. Anpal, su questo specifico punto, è partita in salita: il primo caso che ha preso in mano è stato quello di Almaviva, l’azienda romana di call center al centro delle note vicende sindacali. Un caso difficile, sul quale sta lavorando attivamente e con qualche speranza di ottenere risultati, ha assicurato Del Conte.
Un altro capitolo di interesse è quello della realizzazione dell’alternanza scuola lavoro. Siamo ancora alle prime mosse, ma sempre più è evidente l’importanza del progetto. Il tempo che passa tra la fine della scuola e il primo lavoro in Italia è di circa 14 mesi, il 50% in più della media Ue: qui, quindi, è opportuno intervenire per facilitare questa alternanza. Di cui, per ora, nessuno sa ancora molto, né le imprese né i giovani. Anpal prevede l’uso di una serie di tutor che servano da tramite appunto per i giovani, mettendoli in contatto con la realtà delle imprese e abituarli così al lavoro.
L’ultimo capitolo è l’attenzione ai fondi interprofessionali: un punto di forza del sistema della formazione, ma che in alcuni casi debbono essere rinnovati. Anpal ha l’obiettivo di aiutare i fondi a cambiare, quando occorre naturalmente, soprattutto perché la loro azione sia sempre più legata agli interessi non solo delle aziende, ma anche a quelli dei lavoratori: per aiutarli sempre più a cambiare occupazione, così come oggi, e ancor più domani, impone ormai il nuovo mercato del lavoro.
Contrattazione
Questa settimana è stato siglato il piano di azione per la soluzione della crisi aziendale del gruppo Ferraioli, multinazionale del settore termomeccanico con sede principale a San Bartolomeo di Verona. Il piano prevede, tra gli altri provvedimenti, la riduzione dei 600 esuberi su 1.200 impiegati annunciati nel corso del 2016 e la ricollocazione dei lavoratori in altri impieghi o imprese esterne. Inoltre, sono state avviate le trattative per il rinnovo del contratto degli artigiani chimici e tessili. La richiesta economica dei sindacati è di 75 euro per l’area tessile-moda, 90 euro per l’area chimica, 80 euro per l’area ceramica. Nel comparto del legno, i sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Unital-Confapi hanno sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto delle piccole e medie imprese del settore legno arredo, scaduto il 31 maggio 2016. Infine, è stato firmato l’accordo per scongiurare i licenziamenti di Nuova Carichieti che prevede l’uscita volontaria di 69 lavoratori attraverso il ricorso al Fondo di solidarietà del settore credito.
Analisi
Fernando Liuzzi analizza le tre assemblee societarie che si sono svolte ad Amsterdam lo scorso 14 aprile, nel corso delle quali Exor ha aperto ufficialmente i giochi per la successione dell’Amministratore Delegato di Fca, Sergio Marchionne. Maurizio Ricci analizza l’ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale che dimostra come almeno tre principi base della teoria economica siano ormai messi in discussione dal reale (e imprevedibile) andamento di salari, occupazione e crescita.
Interviste
Massimo Mascini ha intervistato il Presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte, sullo stato dell’arte dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro istituita con il Jobs Act, e che si sta cimentando con un primo banco di prova davvero difficile: il recupero dei 1600 licenziati di Almaviva.
Il blog del Diario
Giuliano Cazzola inaugura una nuova rubrica sullo spazio blog del Diario: “Amarcord: storie e frammenti della vita sindacale”. In questa prima puntata, un ricordo della mitica Sesto San Giovanni, dove per tutti ‘’il sindacato’’ era la Fiom.
Massimo Fiaschi analizza l’evoluzione del contratto collettivo nazionale dei dirigenti dei servizi. Con oltre 22mila lavoratori contrattualizzati in attività, la categoria dei dirigenti del terziario rappresentati da Manageritalia ha numericamente raggiunto da qualche mese il suo massimo storico, superando i livelli registrati nel 2008.
Valerio Gironi, stimolato dall’Amarcord di Cazzola, racconta la sua infanzia nel dopoguerra a Sesto San Giovanni: nel rione “Cascina Gatti”, il punto geografico d’incontro della cultura contadina e operaia della ex Stalingrado d’Italia.
Diario della crisi
I sindacati continuano la battaglia sul nuovo codice degli appalti e lanciano l’allarme sulle ripercussioni che la stesura definitiva del testo potrebbe avere sui lavori dei concessionari autostradali, sia in termini di livelli occupazionali che di standard di sicurezza. Nel Lazio, è partito lo sciopero ad oltranza per i lavoratori di Ara, la struttura regionale ha accumulato una situazione debitoria in tre anni pari a 2 milioni e 400 mila euro tutta a discapito dei lavoratori. Dopo l’apertura da parte del Gruppo Ericsson una procedura per il licenziamento collettivo di 300 dipendenti di cui 61 solo a Genova, i lavoratori hanno scioperato per otto ore e nel capoluogo ligure si è svolto un presidio di fronte la prefettura. Dopo l’accordo con Alitalia per sventare l’ennesima crisi industriale, giovedi è iniziato il referendum a cui parteciperanno tutti i lavoratori dell’azienda italiana del trasporto aereo. Si concludera’ lunedi. L’Associazione Nazionale Piloti ha deciso di votare no all’accordo stipulato il 7 aprile scorso. Sempre nell’ambito dei trasporti, i lavoratori della Roma Tpl riprendono la protesta ancora una volta per il mancato pagamento degli stipendi. Infine, i lavoratori del Porto di Gioia Tauro per scongiurare 400 licenziamenti insieme a Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Mare e Sul, gli operai della Piana parteciperanno alla elaborazione di un documentario di cui è apparso un primo appello ricolto a Papa Francesco.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile trovate la congiuntura flash del Centro Studi Confindustria di aprile, il testo del piano di azione per la soluzione della crisi del Gruppo Ferroli, l’audizione alla Camera della Cgil sul Def del 2017, i dati Istat su fatturato e ordinativi dell’industria di febbraio e i dati Istat sul commercio con l’estero e prezzi all’import dei prodotti industriali di febbraio.