• Today is: martedì, Settembre 26, 2023

Newsletter – 22 giugno 2018

redazione
Giugno22/ 2018

Ha fatto bene Luigi Di Maio ad affrontare come suo primo impegno da ministro del Lavoro i riders che consegnano a domicilio il cibo. Ha fatto bene perché, di fatto, quei ragazzi sono diventati il simbolo della precarietà. Il solo fatto di vederli in equilibrio sulle loro bici nelle città intasate da macchine che vogliono solo correre quanto più possono, già ti fa venire in mente la precarietà, qualcosa che in equilibrio ci sta, ma mica tanto. E se il problema di oggi sono proprio i giovani che non hanno lavoro o ne hanno uno che va e viene, loro ne possono essere l’emblema.

Il fatto che sia un fenomeno limitato alle grandi città, come Milano, Roma, Torino, conta fino a un certo punto. Come pure il fatto che siano precari, sì, ma almeno gran parte consapevoli di esserlo per scelta, perché questo non è il loro lavoro: è, appunto per tanti, solo un modo di guadagnare qualche euro, arrotondare quanto, poco, hanno di solito. Ma resta che i riders ci sono, sono diventati un fatto mediatico e dunque per mandare un messaggio andavano più che bene.

Da segnalare è che prendendo in esame questo fenomeno il ministro del Lavoro ha cominciato a scontrarsi, o incontrarsi se vogliamo, con la realtà: una realtà dura che ha iniziato a demolire certi atteggiamenti. Di Maio si è accorto infatti, improvvisamente, che la campagna elettorale (almeno la sua, perché quella del suo sodale di governo Matteo Salvini sembra ancora in atto) è finita, e bisogna fare i conti con i fatti reali dell’economia.

Le società, Foodora e le altre, non hanno chiuso la porta in faccia a Di Maio, tutt’altro. Hanno affermato di non avere nessuna preclusione a regolare di più e meglio un settore appena nato e in espansione, ma anche che è necessario compiere scelte adeguate. Al ministro hanno quindi detto, per prima cosa, che se l’idea del governo era quella di obbligare le aziende ad assumere tutti i ciclofattorini, poteva anche metterla in soffitta, perché questo è impensabile. Il business esiste perché questi sono lavoratori estremamente volatili e perché costano poco. Se per avere una pizza a casa bisogna aggiungere al prezzo della pizza venti o trenta euro, è evidente che nessuno chiederà più un servizio così costoso.

Il ministro ha fatto buon viso a cattivo (o buono?) gioco e ha escluso questa soluzione, affermando che qualche sistema si troverà per andare incontro alle aspettative di questi ragazzi. Aspettative che peraltro nessuno conosce esattamente: le dichiarazioni che hanno rilasciato in questi giorni dimostrano che i riders tutto sono meno che un mondo organico. Pensano le cose più diverse, e comunque la caratteristica che li unisce è che non credono più di tanto nella necessità di essere irreggimentati in categorie troppo strette.

Di Maio ha comunque ascoltato questi ragazzi, i loro rappresentanti improvvisati e le aziende da cui dipendono. Giustamente, ha detto di voler sentire in seguito anche i sindacati di categoria, pur se non si sa esattamente a quale categoria rivolgersi. Anche in questo caso ha fatto bene, soprattutto perché i sindacati forse hanno sottovalutato il fenomeno, facendo conto sul fatto che non si trattava, forse, di lavoratori dipendenti; hanno quindi qualche responsabilità di questo stato di cose, ma certamente sono proprio i sindacati i soggetti più adatti a trovare una via di uscita. È esattamente il loro mestiere, quello di trovare la via di uscita, inventarsi una soluzione, risolvere un puzzle inestricabile o presunto tale. Lo hanno fatto, e lo fanno, da tutta la vita, possono farlo dunque anche per chi porta nelle case altrui la cena: in equilibrio, questo sì precario, su una bici.

Ma chiunque sarà a trovare la soluzione finale, la cosa importante, e in qualche misura rassicurante, è che il ministro del Lavoro non si è incaponito a pensare che la soluzione del problema fosse far assumere tutti con un contratto a tempo indeterminato. Ha fatto i conti con la realtà e si è mosso bene e con prudenza. La speranza è che prosegua per questa strada anche in altri casi non meno ostici, per esempio per l’Ilva. In campagna elettorale i grillini hanno più volte sostenuto che l’acciaieria di Taranto andava chiusa. Una pazzia, sia perché non esiste un’alternativa ecocompatibile che dia lavoro a tanta gente, sia perché l’industria italiana ha bisogno di quell’acciaio. Anche in questo caso l’unica cosa non dico saggia, ma ragionevole, è cercare, assieme alla società che ha comprato l’Ilva e ai sindacati, oltre che agli amministratori, una via che salvi i diversi interessi. È odioso dover scegliere tra il lavoro e la salute, ma non è furbo nemmeno, come si diceva una volta, gettare via il bambino con l’acqua sporca. L’Ilva non sono i ragazzi di Foodora e soci, gli interessi che vi girano attorno sono enormi, ce di mezzo la stabilità della nostra economia. La speranza è che il governo, tutto il governo, sappia decidere per il meglio.

Contrattazione

Questa settimana è stato rinnovato l’importante contratto collettivo nazionale agricoli e florovivaisti scaduto il 31 dicembre 2017. Contestualmente al rinnovo è stato sottoscritto anche l’Accordo sulla Rappresentanza, che sarà parte integrante del contratto così come la realizzazione delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo, come previsto dalla legge 199. Nel comparto del legno sono stati scongiurati 1.000 esuberi della Natuzzi con l’accordo sottoscritto al Mise. Durante la cabina di regia, l’azienda ha presentato un piano industriale che prevede l’occupazione a tempo pieno per 1.050 lavoratori negli stabilimenti attivi del gruppo, mentre per 600 si avvia un percorso di riqualificazione finalizzato all’inserimento nel nuovo stabilimento.

La nota

Nunzia Penelope risponde all’attacco di Matteo Salvini sui Rom, prendendo spunto da una propria esperienza diretta con il mondo dei nomadi: un’esperienza, racconta l’autrice, molto positiva, che fa riflettere soprattutto sul lato umano della nostra convivenza con il popolo degli ‘’zingari’’.

Fernando Liuzzi riporta l’atteso incontro dei sindacati con il Ministro del lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, sull’Ilva: un articolo improntato soprattutto al ‘’colore”, in assenza di decisioni concrete da parte del titolare del ministero. Ancora Liuzzi, riferisce sull’assemblea generale di Federmeccanica, che per la prima volta si è svolta all’interno di una fabbrica, la Telwin di Villaverla (Vicenza). Alessia Pontoriero analizza la relazione alla Camera del Presidente della Commissione di garanzia per il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, Giuseppe Santoro Passarelli.

Analisi

Leonello Tronti torna sulla scomparsa di Pierre Carniti, ricordando la sua esperienza col leader Cisl. Secondo Tronti, il lascito politico e sociale di Carniti merita oggi di essere posto alla base di una nuova stagione di rapporti sociali, in Italia e in Europa.

Maurizio Ricci entra nel dibattito sui migranti scatenato dal nuovo governo per disegnare il profilo della cancelliera tedesca, Angela Merkel: l’”ultima democristiana” che non teme di dire “accogliamo i rifugiati”.

Alessandra Servidori analizza la questione dei trasporti di merci all’interno dell’Unione Europea ed esorta l’Italia a trovare una posizione comune con il resto dei paesi capace di coniugare libera circolazione e rispetto del territorio. Per Servidori l’Italia deve esserci, rinnovando l’impegno del governo a sostenere alcuni progetti già avviati.

Interviste

Prosegue la serie di interviste di Massimo Mascini sullo stato di salute delle relazioni industriali: questa settimana parla Roberto Luciano Forresu, responsabile delle risorse umane di Pirelli. Per Forresu, le parti sociali non sono in grado di cambiare le regole della contrattazione, per cui una legge diventa indispensabile.

Tommaso Nutarelli ha intervistato il segretario generale del sindacato dei trasporti della Cisl, Antonio Piras. Il segretario Fit-Cisl spiega come l’intervento della Commissione colpisca chi esercita in modo consapevole il diritto di sciopero.

Emanuele Ghiani ha intervistato il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, rispetto al nuovo contratto nazionale di lavoro degli agricoli e florovivaisti. Secondo Mantegazza il nuovo contratto “è un piccolo capolavoro per i lavoratori in difficoltà”.

Il guardiano del Faro

Marco Cianca, a proposito delle polemiche sull’intestazione di una strada ad Almirante, prende in prestito le parole di Almirante stesso per contestare i “fascisti inconsapevoli’’, i Cinque Stelle del Comune di Roma: “Lei è un ignorante, nel senso che ignora…”.

Il blog del diario

Maurizio Ricci entra nel dibattito, o meglio, come giustamente la definisce, nella “rissa da Osteria” intorno al problema immigrati, per ricordare i quattro punti concreti e reali che sarebbe bene conoscere per affrontare con cognizione di causa il tema più cruciale di questi anni.

Alessandra Servidori ci informa sulle nuove iniziative focalizzate sull’empowerment nel capitale umano che guidano la trasformazione dei servizi sociali in tutta Europa, scaturite dalla conferenza di Siviglia.

Diario della crisi

Questa settimana, i lavoratori dei servizi di pulizia delle Ferrovie italiane in appalto si preparano per lo sciopero.  Ad annunciarlo sono sindacati dei trasporti Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Mobilità, che spiegano: “Bene l’azione del ministero, ma da Fs nessun atto concreto”. I lavoratori di Comital hanno incontrato il Presidente e il curatore del Tribunale fallimentare. In mancanza di offerte d’acquisto il tribunale ha decretato il fallimento dell’azienda produttrice di alluminio.

Documentazione

Nella sezione dedicata è possibile trovare i dati Istat sulle spese per i consumi delle famiglie dl 2017 e i dati sul commercio estero e i prezzi dell’import di Aprile 2018. Inoltre, è possibile visualizzare il testo di legge della Regione Lazio “Norma per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali”, la relazione del Presidente della Commissione sulla garanzia degli scioperi nei pubblici servizi, la Relazione completa della Commissione e la relazione del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo presentata all’apertura del Congresso Nazionale Uil. Infine, è consultabile il testo dell’appello “Futura Umanità” lanciato dalla Fiom dopo la vicenda Aquarius, e sottoscritto dai lavoratori stranieri nelle fabbriche metalmeccaniche italiane.

redazione