La politica affonda, il sindacato resuscita. Si potrebbe sintetizzare così il mood del paese nelle ultime settimane. Da un lato, i partiti, che dopo il cambio di timone a Palazzo Chigi sembrano quanto meno smarriti, in attesa di capire se e quando si andrà a elezioni anticipate. Tanto più dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum, che ha lasciato in vita un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale, e non in grado di definire un vincitore certo del voto. Dunque, appare indispensabile che il parlamento metta mano alla legge elettorale, per dare al paese un sistema omogeneo per camera e senato, ma soprattutto che consenta di votare con un minimo di certezza sulla possibilità di tradurre in termini di governabilità quello che sarà il responso delle urne. Ma in attesa del miracolo (perché un accordo tra le forze politiche sulla legge elettorale, in questo momento, giusto un miracolo si potrebbe definire), tutto il sistema politico sembra piuttosto ‘’imbalsamato’’, soprattutto rispetto al dinamismo che sarebbe necessario al paese: stretto da un lato dalle terribili emergenze dovute all’ennesimo terremoto sommato alle nevicate che hanno isolato per giorni e giorni intere regioni, con gravissimi disagi per i cittadini, e dall’altro dalla richiesta arrivata dalla Ue di una correzione sia pure di non grave entità, ma comunque significativa, sui conti pubblici. Invece, sia sul primo che sul secondo fronte sembra non ci sia ancora una idea precisa di cosa fare, ne’ di come farlo.
Tutto diverso il quadro nel mondo del lavoro e dei sindacati, che stanno ormai da tempo dando prova di un ritrovato dinamismo. Sia pure con connotati differenti tra le confederazioni, il terreno di ingaggio e’ innanzi tutto il lavoro. La Cgil e’ impegnata sulla campagna referendaria, mobilitando tutte le strutture e mettendo in campo iniziative di massa, dall’assemblea nazionale delle camere del lavoro che si e’ svolta giovedì al PalaCongressi di Roma, a quella dei 1300 delegati del pubblico impiego, convocati sempre a Roma questo sabato. La Cisl, da parte sua, giovedì ha presentato il ‘’decalogo per il lavoro’’: dieci proposte per risolvere il primo e piu’ ostico problema del paese. Come ha osservato il segretario Gigi Petteni aprendo i lavori, per la Cisl il 2017 sarà l’anno di un concreto “impegno sul lavoro”, e la priorità si attesta sul “superamento della segmentazione del mercato del lavoro e della precarietà”.
Ma soprattutto, si sta intensificando notevolmente l’attività’ numero uno dei sindacati, cioè la contrattazione. Questa settimana sono stati raggiunti gli accordi per ben tre rinnovi: Elettrici, Energia e Petrolio, Cooperative metalmeccaniche. Dal 26 novembre scorso, data in cui e’ stato firmato il contratto per eccellenza, cioè quello dei metalmeccanici con Federmeccanica, sembra che la situazione si sia di colpo sbloccata. Quasi tutti i confronti tra sindacati e rappresentanza di imprese delle varie categorie sono ripresi, e via via si stanno portando a casa i risultati. Fin qui, non ci sarebbe nulla di anomalo, anzi, caso mai c’e’ solo di che rallegrarsi. La nota stonata, però, e’ che tutto questo sta avvenendo senza che tra le confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e la Confindustria sia stato mai definito alcun modello di nuove relazioni industriali. Per essere precisi, non si e’ mai nemmeno cominciato a parlarne: l’ultima riunione tra i leader sindacali e il presidente degli industriali si e’ tenuto a dicembre e non ha affatto affrontato l’argomento. Un nuovo incontro, per le dichiarazioni dei protagonisti, avrebbe dovuto essere fissato a metà gennaio, ma siamo alla fine del mese e non c’e’ ancora sentore di nuovi appuntamenti. Intanto, però, i rinnovi contrattuali procedono, e le varie federazioni aderenti a Confindustria vanno serene per la loro strada, senza necessita’ di indicazioni dall’alto. In pratica, ciascuno fa per se, in base alle esigenze e specificità della propria categoria. Due le chiavi di lettura possibili. Una, che le categorie confindustriali hanno ormai conquistato una propria maturità, e dunque operano in totale autonomia rispetto alla casa madre; la seconda, che la casa madre, evidentemente, ha un po’ perso la presa sul sistema, probabilmente anche a causa della divergenze interne sulla linea da tenere rispetto ai contratti.
Quel che conta, tuttavia, e’ che il mondo del lavoro e delle relazioni industriali non si e’ fermato in attesa che ai piani superiori trovassero la quadra, ma ha cercato e spesso trovato al suo interno le soluzioni, come dimostrano i tanti accordi e contratti firmati, malgrado la crisi e con soddisfazione di tutti: imprese e sindacati, “padroni” e lavoratori. Per una volta, la politica potrebbe prendere esempio, forse.
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C’era qualcosa di surreale nella contemporaneità tra parole scandite dal premier alla Camera, mercoledi, e l’estrazione dei corpi delle ultime vittime dalle macerie dell’Hotel Rigopiano. Gentiloni ha respinto le critiche sui ritardi dei soccorsi, e ha ricordato che l’Italia deve essere orgogliosa dei suoi eroi. Vero, e lo siamo. Resta però che la famosa frase ‘’beato il paese che non ha bisogno di eroi’’ sembra, ogni volta, scritta apposta per noi. Sarebbe bellissimo se non dovessimo più commuoverci per l’eroismo dei soccorritori, semplicemente perché non ci sarebbe alcun bisogno di soccorsi: avendo già provveduto -prima, molto prima- a mettere in sicurezza case, stalle, scuole, chiese, alberghi; a investire in infrastrutture, strade, reti elettriche e telefoniche moderne, evitando che collassino alla prima intemperie; a riformare seriamente la pubblica amministrazione in modo che, nei momenti di crisi, ognuno sappia davvero cosa fare e come farlo, e abbia soprattutto i mezzi per farlo, senza improvvisazioni e senza affidarsi, ogni volta, alla fortuna o agli eroi.
Infine: la tragedia di Rigopiano ha fatto molte vittime tra i giovani, ragazze e ragazzi che si trovano li’ per lavoro o per vacanza. Ma ci sono anche altre giovani vittime, e sono gli orfani che nell’hotel hanno perso entrambi i genitori. C’e’ un ragazzo di appena 20 anni che ora dovrà fare da padre e madre ai fratelli, il minore dei quali sopravissuto miracolosamente alla slavina. C’e’ una ragazza di 23 anni che doveva laurearsi proprio nel giorno in cui hanno trovato i corpi dei suoi genitori tra le macerie. C’e un ragazzino di otto anni che non ha più nessuno. Morti e sopravvissuti sono, erano, la nostra meglio gioventù. E forse c’e’ anche qualcosa di simbolico, in tutto questo.
Contrattazione
Continua la girandola di rinnovi contrattuali, con due importanti accordi. Dopo 13 mesi di trattative, Confindustria-Energia e i sindacati del settore, Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, hanno raggiunto l’accordo per il contratto del settore energia e petrolio, scaduto il 31 dicembre 2015. Il contratto avrà validità triennale (2016-2018) e prevede un aumento medio complessivo di 97 euro. In parallelo, Assoelettrica-Confindustria, Utilitalia-Confservizi, Energia Concorrente, Enel, Gse, Sogin, Terna e gli stessi Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil hanno firmato l’intesa per il rinnovo del comparto elettrico, che riguarda oltre 53.000 lavoratori. L’accordo prevede un aumento complessivo di 105 euro. Infine, è stata siglata l’ipotesi di accordo anche per il rinnovo del contratto delle cooperative metalmeccaniche tra i sindacati di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil e Ancpl Legacoop, Federlavoro e Servizi Confcooperative, Agci Produzione e Servizi. Il contratto interessa oltre 20 mila tra dipendenti e soci lavoratori.
Interviste
Nunzia Penelope ha intervistato Serena Sorrentino: alla vigilia della prima assemblea “social” del sindacato dei dipendenti pubblici (sabato al Teatro Brancaccio di Roma), la leader della Fp Cgil fa il punto sulla campagna per i referendum e sui rinnovi del pubblico impiego, ma spiega anche quali sono i principali “errori” che Matteo Renzi ha commesso sul Jobs Act.
Tommaso Nutarelli ha invece intervistato Simona Lombardi, del cda di Ali (Agenzia per il lavoro), per cercare di capire la reale natura e portata del lavoro in somministrazione, dopo il caso della Trenkwalder, l’agenzia fallita lo scorso dicembre.
Il blog del Diario
Alessandro Meloncelli: Le (poche) tasse nell’era di Apple
Diario della crisi
La grande distribuzione targata Carrefour si trova in piena crisi. Nell’incontro avvenuto lo scorso 20 gennaio il gruppo francese ha, infatti, ha annunciato un nuovo piano di ristrutturazione aziendale che prevede 500 lavoratori in esubero e la chiusura dei punti vendita di Borgomanero, Trofarello e Pontecagnano. I sindcati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, hanno proclamato lo sciopero per contrastare i licenziamenti in atto. Le lavoratrici degli appalti delle pulizie degli uffici di Poste Italiane delle sedi di i Siena e Lucca, con Massa e Grosseto, hanno scioperaato per due giorni consecutivi a causa dei ritardi nei pagamenti degli stipendi, il mancato pagamento dei rimborsi chilometrici, l’errato pagamento degli assegni familiari, il mancato riconoscimento degli scatti di anzianità ed altri istituti normativi ed economici. A Roma, due giorni di sciopero per gli addetti alle attività di manutenzione e conduzione degli impianti termici del Policlinico di Tor Vergata per salvaguardare il posto di lavoro a causa del cambio appalto. I sindacati di categoria hanno firmato l’accordo per la ricollocazione dei 23 dipendenti licenziati della Cementir Sacci. L’accordo prevede che 10 dei lavoratori licenziati saranno assunti dalla società Betonir, mentre i restanti 13 saranno distribuiti tra il consorzio Cociv e le aziende impegnate nei lavori del terzo valico. Nel settore editoria e tv i sindacati hanno proclamato 24 ore di sciopero contro il trasferimento di circa 300 giornalisti di Sky dalla sede di Roma a quella di Milano, con 200 esuberi previsti da Sky Italia. Infine, Fiom, Fim e Uilm, al termine dell’incontro al Mise dello scorso lunedì, hanno denunciato la situazione di grave incertezza venutasi a creare dalle mancate realizzazioni del piano industriale di Rebrab sulla ex Lucchini di Piombino. I sindacati chiedono di salvaguardare gli ammortizzatori sociali in scadenza al 30/6/2019 qualora essi non fossero sufficienti e proclamano lo sciopero per il prossimo 2 febbraio.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare i dati Istat sulla fiducia dei consumatori e delle imprese di gennaio 2017, sulle vendite al dettaglio di novembre 2016, sul commercio estero extra Ue di dicembre 2016, su fatturato e ordinatici dell’industria di novembre 2016, sui permessi di costruzione del I semestre 2016. Inoltre, è possibile visionare la nota del Centro Studi Confindustria “Più lavoro in Italia: di che tipo e per chi?”, il testo della proposta del decalogo della Cisl per rilanciare l’occupazione e il testo dell’ipotesi di accordo per il contratto degli elettrici e quello dell’energia e petrolio.