Buone notizie dal fronte delle relazioni industriali. Il fatto che nel giro di un paio di giorni siano stati rinnovati due importanti contratti nazionali di lavoro come quelli dei chimici e degli edili è comunque rilevante. Per i chimici è la conferma di una felice tradizione. Gli ultimi due contratti erano stati rinnovati rispettivamente con due giorni di trattative il primo, di una sola giornata il secondo. Anche stavolta sono stati sufficienti due incontri ed è arrivata la firma. Che non è scaturita dal nulla, ma è frutto di un lavoro preciso svolto praticamente dal momento stesso in cui si era formata l’ultima intesa. Perché così si costruiscono gli accordi, con un grande lavoro di dialogo, con un confronto continuo, quando le parti si scambiano reciprocamente comprensione e fiducia.
Il risultato è stato ottimo sia per la parte economica che per quella normativa, perché sono stati affrontati argomenti delicati, cercando di avviare soluzioni valide per tutti. Appunto, la conferma di una formula giusta.
Ancora più importante la firma per il rinnovo del contratto degli edili, perché questa era una vertenza dura, che si è protratta per due anni, con aspetti molto difficili e asprezze come non se ne vedono spesso. Anche la conclusione è stata molto sofferta, giunta dopo un braccio di ferro all’interno della stessa delegazione padronale, dove in tanti non volevano accedere agli accordi che stavano maturando. Ma alla fine ha prevalso il famoso buon senso, con un accordo molto importante sotto numerosi punti di vista. Su quello salariale, perché è stato previsto un aumento forse non rilevantissimo, ma anche i minimi salariali della categoria sono abbastanza bassi, ma quel che conta e’ che questo aumento non sarà sottoposto a verifiche, è una elargizione decisa dalle aziende che si caricano il costo della scommessa sulla futura inflazione.
Un accordo da osservare con attenzione anche perché tra le altre cose prevede un’innovazione molto importante sul fronte normativo, prevedendo per tutte le partite Iva presenti nel settore la possibilità di stabilizzare la loro posizione uscendo dalla precarietà. Per capire la portata di questa decisione bisogna tener presente che le partite Iva nell’edilizia sono circa 400mila, di cui circa 150mila sono piccole imprese, che effettivamente hanno una vocazione imprenditoriale e si caricano dei costi, come dei benefici, di avere un lavoro autonomo. Ma tutti o quasi gli altri, quindi circa 250mila persone, in realtà svolgono un lavoro dipendente, pur essendo costretti a tenere aperta una partita Iva per poter lavorare.
Questi lavoratori adesso potranno iscriversi alle Casse edili versando l’1% della retribuzione di un terzo livello. In questo modo potranno partecipare ai corsi gratuiti di formazione e saranno assistiti per la prevenzione e la sicurezza, potranno iscriversi ai fondi per la pensione e la sanità integrativa e avranno un compenso che, è scritto nell’accordo, non potrà essere inferiore alle retribuzioni minime previste dal contratto. In pratica, per loro lo sfruttamento avrà fine. E questo rappresenta una cosa straordinaria, che naturalmente è passata sotto silenzio pur nel momento in cui tutti straparlano di precarietà senza nemmeno sapere bene di cosa si tratti.
Due indicazioni positive, dunque, che la dicono lunga sulla diatriba che si è scatenata negli anni e mesi passati nei confronti del contratto nazionale di lavoro, che qualcuno avrebbe voluto se non uccidere certamente relegare in un angolo un po’ buio. Gli accordi per i contratti nazionali, invece, sono possibili e possono risolvere problemi centrali nella nostra società. Accordi frutto di una cultura industriale avanzata, su cui molti nutrono dubbi radicati quanto inconsistenti. Significativo, a questo proposito, è anche l’annuncio di Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, che vogliono definire un’Agenda comune finalizzata a dare piena attuazione al Patto per la Fabbrica. Entro settembre, hanno detto, si arriverà a una intesa complessiva su una vasta gamma di temi, dalla formazione alla partecipazione, alla sicurezza, appalti, politiche industriali e territoriali, contrattazione.
Bene quindi per le relazioni industriali, meno bene per le prospettive economiche e politiche, molto difficili da decifrare. Le prime mosse del governo Conte non stanno entusiasmando, anche perché sono state poche, di grande effetto mediatico, ma di ridotta rilevanza nella sostanza. Restano aperti problemi determinanti per i futuri assetti dell’economia, quello dell’Ilva per primo. Si è alzata molta polvere per i riders, ma questo, che peraltro non è stato certo risolto, è un problema minore. Buono per l’immagine, ma solo per qualche giorno, fino a quando la sostanza non emerge. Lo stesso, potremmo dire, vale per il decreto dignità, peraltro ancora in alto mare, che di buono solo ha il nome e comunque rappresenta l’ennesima cattiveria, perché quel nome fa capire che tutto quello che c’era prima era indegno. Il che è difficile accettare, ma anche sostenere.
Il governo, nonostante non abbia dato grandi prove di sé, è però fortissimo. I sondaggi affermano che 5Stelle e Lega assieme raggiungono il consenso del 60% degli italiani, e non è poco. C’è da dire che questi due partiti non sembrano molto in sintonia tra loro, hanno visioni e interessi abbastanza diversi e talvolta in contrasto, da cui la fatica di scegliere, prendere decisioni, anche quelle più semplici. Ma soprattutto, non si sa quanto quel 60% sia davvero granitico. Perché ormai si è capito che nel nostro paese esiste una massa consistente di elettori, che rappresentano il 15,%, forse anche di più, dell’elettorato, che si caratterizza appunto per la volatilità che esprimono al momento del voto. Vanno in cabina elettorale senza sapere che partito premiare, decidono sulla base delle spinte della loro pancia, a volte sulla simpatia del momento. Sono quelli che hanno ingrossato la consistenza del Pd al momento delle elezioni europee del 40%, quando Renzi faceva il rottamatore, e che poi si sono trasferiti ai 5Stelle, o hanno ingrossato le file della Lega. Domani potrebbero decidere di traslocare e non sarebbe necessario un fatto eclatante, basterebbe poco.
Questo ovviamente preoccupa, perché l’incertezza è la peggiore nemica dell’economia. La ripresa che stiamo vivendo è debolissima, andrebbe rafforzata e invece la si rende ancora più fragile. In autunno saremo chiamati a scelte difficili e allora non basterà un nome attraente per una legge o un decreto a salvarci. Al contrario, potrebbe essere la pietra che ci trascina nel fondo.
Contrattazione
Nel settore del turismo è stato siglato questa settimana il rinnovo del contratto integrativo aziendale di Starwood, azienda statunitense, filiale della catena alberghiera Marriot. Tra i contenuti dell’accordo è previsto il potenziamento del welfare aziendale e la definizione di un codice per prevenire le molestie sui luoghi di lavoro. Nell’agroalimentare, i sindacati di categoria, Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil assieme alla Nestlé hanno rinnovato il contratto integrativo del gruppo. L’accordo prevede un aumento del premio di risultato di 310 euro nel quadriennio 2018-2021 e il rafforzamento del confronto preventivo sulle tematiche occupazionali e organizzative. Per quanto riguarda il welfare, è stata introdotta la banca ore solidale per migliorare la conciliazione vita-lavoro. Nel trasporto pubblico locale, sindacati e Atac hanno sottoscritto l’accordo sugli incentivi basato sulla produzione chilometrica di superficie ed è rivolto, almeno in questa prima fase, ad autisti ed operai appartenenti alle singole rimesse che supereranno la produzione assegnata nel periodo estivo e di riavvio del servizio scolastico. Nella pubblica amministrazione, Upi e sindacati firmano l’intesa sulle disposizioni di contratto per le province. Il protocollo ha l’obiettivo di favorire l’attuazione delle disposizioni contrattuali riferite all’avvio degli organismi paritetici per l’innovazione e la sperimentazione di percorsi di integrazione a livello territoriale. Cgil, Cisl e Uil assieme a Confservizi hanno firmato un avviso comune e due accordi sui servizi pubblici. L’obiettivo è lo sviluppo delle economie territoriali, politica industriale per i servizi pubblici, crescita dimensionale delle imprese, tutela e sviluppo occupazionale per la trasformazione nei servizi pubblici dell’energia, dell’ambiente, del servizio idrico e del trasporto locale.
Analisi
Maurizio Ricci analizza l’andamento dei salari nell’economia mondiale. Con tassi di disoccupazione come quelli attuali – spiega Ricci – nel 2007 i salari nominali crescevano del 5,8 per cento. Oggi, del 3,2 per cento.
Giuliano Cazzola e Giuseppe Sabella ci parlano del rinnovo del contratto dei chimici. Concluso in anticipo, senza notti insonni ne’ scioperi, il nuovo contratto è il primo dopo l’accordo interconfederale del marzo scorso, che ha cercato di dare una svolta al dormiente sistema di relazioni industriali. Come aveva cercato di fare, a suo tempo, anche l’Ad di Fca, ma con diverso esito e lasciando l’opera incompiuta.
Nunzia Penelope ripercorre, a 25 anni di distanza, la vicenda Enimont. Non dal consueto punto di vista giudiziario o di cronaca nera, ma industriale: il tentativo di realizzare un grande polo chimico, unendo il pubblico dell’Eni e il privato di Montedison, all’epoca era stata la migliore idea di politica industriale del nostro paese. E purtroppo anche l’ultima: la chimica italiana è morta insieme a Enimont, e di politica industriale non si parla piu’ se non a sproposito.
Fernando Liuzzi traccia un bilancio della figura di Sergio Marchionne. In un Paese in cui la cultura industriale non riesce a informare di sé il dibattito pubblico, l’azione svolta dal fondatore della Fca è risultata spesso incompresa, quando non addirittura distorta.
Alessandra Servidori fa il punto su l’Employment Outlook 2018 dell’OCSE. Nel documento qualche buona notizia per il mercato del lavoro in Italia, dove si registra una lieve crescita dell’occupazione. Tuttavia restiamo ancora indietro su salari e sostegno alla disoccupazione.
La nota
Emanuele Ghiani e Tommaso Nutarelli hanno seguito la conferenza stampa congiunta di Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil per dire no alla proposta del Governo di rafforzare l’uso dei voucher nel settore agricolo. Una decisione che, secondo i sindacati, provocherebbe un aumento della precarietà e del dumping contrattuale e salariale.
Fernando Liuzzi fa il punto sugli ultimi sviluppi della vicenda Ilva. Da un lato, il ministro Di Maio chiede ad ArcelorMittal di rivedere i propri piani ambientali e occupazionali. Dall’altro, avvia una procedura che potrebbe portare all’annullamento della gara vinta nel 2017 dal colosso siderurgico franco-indiano.
Alessia Pontoriero ha seguito l’incontro del ministro del Lavoro Luigi Di Maio con i sindacati, i rider e le piattaforme di food delivery. I primi hanno chiesto l’inquadramento nei contratti collettivi nazionali esistenti che possano riconoscere il rapporto di lavoro subordinato per i fattorini di tutta Italia. Le aziende, invece, preferiscono contratti a tutele minime.
Interviste
Questa settimana il Diario propone due video interviste firmate da Massimo Mascini. Nella prima Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, tratteggia le caratteristiche che ogni manager dovrebbe avere: competenze, responsabilità, merito e rischio. Nella seconda video intervista Alessandro Genovesi, segretario della Fillea-Cgil, spiega le novità del nuovo contratto nazionale delle costruzioni. Infine, ancora Mascini ha intervistato Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, sul tema del rapporto del sindacato con la Lega di Matteo Salvini.
Nunzia Penelope ha intervistato Giuseppe Berta sul futuro di FCA dopo la scomparsa di Sergio Marchionne. Per Berta si prospetta una successione difficile e avverte: “è la fine dell’Italia industriale. Ma è anche la metafora di un paese senza più competenze”.
I blog del Diario
Costantino Corbari parla della nuova tappa del Labour Film Festival, che sarà inaugurata dalla “strana coppia” Ermanno Olmi e Karl Marx. Saranno infatti il documentario “Tre fili fino a Milano”, del grande maestro recentemente scomparso, e il film di Raoul Peck “Il giovane Karl Marx” a dare il via alla rassegna di Cinema e lavoro il prossimo 3 settembre a Sesto San Giovanni
Il guardiano del faro
Marco Cianca ricorda Sergio Marchionne e il suo rapporto con la sinistra: da quando neo amministratore della Fiat ne conquistò le simpatie, fino alle contestazioni ricevute nel doloroso percorso per salvare la casa del Lingotto.
Diario della crisi
Nel trasporto aereo Filt-Cgil e Uiltrasporti hanno indetto lo sciopero in merito al protocollo di relazioni industriali sottoscritto con Fit-Cisl e le associazioni professionali Anpac e Anpav, poichè che “il tentativo di spacchettare e dividere i lavoratori ed il sindacato è una prassi che ha portato sempre grandi disastri per il mondo del lavoro”. Nel comparto dello spettacolo, i sindacati di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno proclamato lo stato di agitazione contro i 4 licenziamenti del circuito cinema “The space” di Livorno e per prevenire situazioni analoghe sul territorio nazionale. Nel Trivento, la Fiom-Cgil di Padova ha proclamato lo sciopero contro la Csp Spa, azienda che opera nel settore della ICT, per protestare verso la mancata erogazione degli stipendi che metterebbero a rischio 600 lavoratori.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare i dati Istat relativi al commercio estero extra Ue, quelli sulla fiducia di imprese e consumatori, le cifre sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali e quelle sui prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni. Sono inoltre presenti i dati di Unioncamere-Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese, la Congiuntura Flash di Confindustria e il testo del protocollo d’intesa sottoscritto tra Upi e sindacati.