Il patto della fabbrica conquista gli animi. Le parole del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a Capri hanno fatto presa e adesso tutti fanno a gara per assicurare che il dialogo interconfederale partirà a breve e porterà dei bei risultati. Soprattutto sembra che le parti sociali abbiano capito che è loro interesse raggiungere accordi perché questo è il modo per legittimarsi reciprocamente. E’ un vecchio adagio sindacale quello per cui il sindacato è tale se fa accordi, altrimenti è un’altra cosa. Sembra una cosa scontata, ma in altri tempi molti, troppi non lo credevano vero. Ma ora che la disintermediazione è di moda e la rilevanza delle organizzazioni si relativizza, gli accordi sono diventati la patente che certifica l’esistenza.
Il punto è che questo non è un buon momento per fare accordi. La vertenza dei metalmeccanici, certamente la più importante, per la consistenza numerica delle aziende e per il numero dei lavoratori se non fosse per la tradizione che si porta dietro, questo contratto cardine è ancora al palo. Si tratta, molto e intensamente, ma si dovrà aspettare ancora qualche settimana prima di vedere le firme sotto un testo definitivo. L’intensificazione degli appuntamenti è un indicatore positivo, ma quello che serve è l’intesa.
E intanto parallelamente tutte le altre vertenze contrattuali aperte si sono magicamente sospese. Energia, ceramica, tessili, legno, telecomunicazioni, perfino i metalmeccanici Confapi, tutte vertenze che sono state interrotte o registrano un forte rallentamento. Il motivo è evidente, tutti attendono di vedere cosa accade al tavolo di Federmeccanica per non trovarsi spiazzati chiudendo un negoziato e verificare poi che i meccanici hanno dato di meno. In questi casi la prudenza non è mai troppa, e infatti tutti aspettano.
Aspettano forse con più impazienza le confederazioni, che non vedono l’ora di cominciare a trattare il nuovo modello contrattuale, quel patto della fabbrica di cui ha parlato Boccia. Questo non deve però far credere che, una volta avviato il dialogo, tutto poi si svolgerà velocemente e in breve tempo si arriverà a un accordo. Perché sta cambiando il mondo intero e a velocità molto sostenuta: cambia il lavoro, cambia l’economia, cambia la politica. E naturalmente cambiano le relazioni industriali e la stessa struttura contrattuale. Ma se il cambiamento sarà diffuso e profondo, è evidente che non sarà facile fare questo salto. Anche perché punti fermi dai quali partire non ce ne sono. I documenti che hanno emesso autonomamente Confindustria prima, le confederazioni sindacali poi saranno utili, ma non più di tanto, perché è evidente che bisognerà andare molto più avanti.
L’unica cosa che si potrebbe considerare assodata è che il recupero dell’inflazione non avverrà prima, ma dopo che questa si è verificata. I metalmeccanici sembra abbiano già deciso in tal senso, ma non è detto che questa debba e possa divenire regola generale. I chimici, per esempio, con il loro contratto hanno scelto altrimenti. E ancora, quanta parte dell’inflazione deve essere recuperata? Tutta, solo una parte, o addirittura nulla? Gli industriali metalmeccanici hanno proposto di recuperare con questo contratto solo una parte solo dell’inflazione, e secondo un décalage tendente allo zero, il che fa credere che al momento di trattare il prossimo rinnovo contrattuale insisteranno per non recuperare nulla. I sindacati sono contrari, ma dove si troverà l’accordo?
Il collegamento tra aumenti retributivi e produzione della ricchezza sarà un altro tema di grande dibattito. Potrebbe essere considerato giusto da tutti che le aziende in difficoltà non siano caricate di nuovi oneri, ma come tradurre questa formula? La contrattazione aziendale è tuttora poco diffusa, quindi cosa fare per chi resta escluso? E la contrattazione territoriale potrà essere accettata? Ma questa costituisce poi una formula valida o deve ritenersi impossibile calcolare con qualche realismo la crescita di produttività in un comparto o in un territorio?
Tutti interrogativi che dovranno essere sciolti, ma, lo si capisce immediatamente, il dibattito chiederà tempo e pazienza. E fantasia, che in realtà è l’unica cosa che non è mai mancata a chi contratta. Negli anni sono state inventate le formule più strane e innovative, lo si farà anche stavolta.
Contrattazione
Questa settimana Confcommercio e i sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil hanno condiviso la decisione di sospendere l’erogazione della tranche di aumento contrattuale prevista per il mese di novembre dal contratto nazionale del Terziario, Distribuzione e Servizi del 30 marzo 2015. Inoltre, dall’incontro tenutosi presso il Mise, in cui Electrolux ha illustrato l’andamento del piano industriale è emerso, secondo i sindacati metalmeccanici, che il Governo sta venendo meno agli impegni assunti con l’accordo del 2014. Mentre, dal primo gennaio il gruppo bolognese di lingerie La Perla applicherà il contratto della Piccola e media impresa Uniontessile-Confapi, preferito a quello SMI-Confindustria, che ha rotto le trattative con i sindacati.
Analisi
Bruno Ugolini ripercorre, attraverso una approfondita analisi di saggi e documenti, le tappe attraverso le quali il leader della Cgil Bruno Trentin seppe interpretare, con largo anticipo, le future trasformazioni del mondo del lavoro.
La nota
Nunzia Penelope analizza il confronto Confindustria- sindacati sulla riforma dei contratti, rimasto carsicamente in immersione per due mesi. Il confronto riprenderà quota a partire dalla metà di novembre, quando sarà convocato un incontro tra i vertici degli industriali e i leader di Cgil Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo. Lunedì scorso il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha dato l’annuncio della ripresa del confronto, precisando che in quel contesto verranno definite le nuove linee sulle relazioni industriali e si getteranno le basi per quello che al convegno di Capri il leader degli industriali ha lanciato come il “patto della fabbrica”.
Fernando Liuzzi ripercorre le notizie che sono emerse, nel corso della settimana, rispetto all’andamento e alle prospettive di Fca e al suo rapporto con l’Italia.
Il blog del Diario
Paolo Pirani: Manovra e futuro
Gaetano Sateriale: Sindacato 5.0 come, quale
Riccardo Sanna: Riformare il riformismo
Diario della crisi
Anche questa settimana la sezione dedicata alle crisi aziendali è fitta di notizie. I lavoratori del gruppo Cementir Italia spa e Cementir Sacci, gruppo Caltagirone, si sono riuniti lo scorso 27 ottobre davanti al ministero dello Sviluppo Economico per denunciare il piano di licenziamenti annunciato dall’azienda e chiedere al ministro Calenda di intervenire. Nel comparto del legno, i lavoratori delle aziende aderenti a FederLegno hanno scioperato per sollecitare il rinnovo del contratto di settore e per chiedere maggiore tutela del salario. Continua la battaglia dei lavoratori di Sesto San Giovanni contro la decisione della General Electric di chiudere lo stabilimento milanese. L’azienda Saipem ha presentato il nuovo piano strategico che comprende lo scorporamento in cinque società diverse e un taglio di 800 unità di personale. I sindacati temono che la Saipem possa scomparire in Italia. In Piemonte, i lavoratori della Sandretto hanno messo in campo un presidio davanti il tribunale di Ivrea per chiedere l’accelerazione del procedure per il fallimento e quindi per il passaggio di proprietà. Il 28 ottobre hanno scioperato anche i lavoratori del settore energia e petrolio dopo il fallito tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro per il rinnovo del contratto. In tutta Italia, scioperi e mobilitazioni dei lavoratori di Poste Italiane. In particolare, a Palermo fino al 23 novembre i lavoratori postali non effettueranno alcuna prestazione straordinaria e il prossimo 4 novembre è prevista una grande manifestazione generale a Palermo. Infine, i sindacati di categoria Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uiltemp e i delegati dell’agenzia per il lavoro Trenkwalder hanno sottoscritto un verbale d’intesa volto a favorire la continuità occupazionale nel caso di subentro di nuova ApL.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile trovare il rapporto mensile del Centro Studi Confindustria e la sintesi del Rapporto Confcommercio-Isfort su logistica e trasporti in Italia. Per quanto riguarda i rapporti e i dati dell’Istat sono a disposizione: i dati sui contratti collettivi e retribuzioni contrattuali di settembre 2016, i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese del mese di Ottobre, il report sui risultati economici delle imprese nel 2014, i dati sul commercio al dettaglio del mese di agosto del 2016, i dati su fatturato e ordinativi dell’industria di agosto e, infine, i dati sul commercio extra Ue di settembre. Inoltre, è possibile visualizzare il testo del decreto ministeriale sulle nuove regole per la salute e la sicurezza dei lavoratori , il testo del decreto legge riguardo gli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto, il decreto del Ministero del Lavoro su Cig in deroga per i lavoratori del settore appalti di pulizia nelle scuole, la circolare del Ministero del lavoro n°31 sulle nuove indicazioni operative in materia di contratti di solidarietà espansiva e Cigs.