Ultima newsletter prima della pausa estiva, e dunque buona occasione per ricapitolare il quadro degli ultimi mesi, provando a capire cosa ci aspetta alla ripresa autunnale. Partendo da una premessa: in un’ estate in cui fanno notizia il caldo, gli incendi, il turn over al Comune di Roma e alla Casa Bianca, il braccio di ferro tra governo e Ong, lo scontro Italia-Francia sui cantieri navali, eccetera, c’e’ una notizia parecchio trascurata di cui, forse, varrebbe la pena di parlare più approfonditamente. La notizia riguarda il tutt’altro che scontato buon andamento dell’economia e dell’occupazione. Poiché nessuno a gennaio ci avrebbe scommesso, il fatto che in sei mesi tutti gli indicatori, improvvisamente, siano girati in positivo ben oltre le aspettative e le previsioni dello stesso governo, meriterebbe le prime pagine e le aperture dei tg. Per dirla con la metafora del vecchio giornalismo: sul piano dell’economia, siamo in presenza dell’uomo che morde il cane, mentre l’informazione continua a parlare del cane che morde l’uomo (ogni riferimento all’incidente occorso nei giorni scorsi a Walter Veltroni e’ ovviamente casuale).
Qualche esempio. Negli ultimi giorni sono stati diffusi dall’Istat i dati sull’occupazione: rispetto a un anno fa, siamo passati da 22 milioni 398 mila occupati a quasi 23 milioni. In parallelo è scesa la disoccupazione, dal 12,5% all’11,1%. Perfino i giovani, vittime sacrificali del mondo del lavoro italiano, stanno un pochino meglio: i disoccupati 15-24 anni sono scesi da 700 mila a 534 mila, quasi 200 mila in meno rispetto a dodici mesi fa. Ma la notizia che avrebbe meritato le aperture delle prime pagine su questi dati Istat, e’ la seguente: la crescita di giugno è interamente dovuta alla la componente femminile, il cui tasso di occupazione raggiunge il 48,8%, il massimo storico negli ultimi quarant’anni. Ripeto: il massimo storico.
Ora: da quanti anni ci si lamenta del troppo basso tasso di occupazione femminile? quanti prestigiosi centri studi, dalla Banca d’Italia in poi, ci hanno sempre avvertito che non si potrà parlare di ripresa del paese finche non aumenterà il numero delle donne al lavoro? Ebbene, ecco qui: è incredibilmente aumentato. E allora non varrebbe la pena di festeggiare adeguatamente questo record, inatteso almeno quanto il settimo oro mondiale della Pellegrini nei 200 metri?
Ma non basta, perché, in parallelo ai dati sull’occupazione, sono buoni anche tutti gli altri: cresce la produzione industriale, crescono investimenti ed esportazioni, cresce perfino il Pil, più di quanto stimato al governo, addirittura di quasi il doppio rispetto alle previsioni, dallo 0,8 all’1,3, il risultato migliore degli ultimi dieci anni, vale a dire dal 2007, anno in cui iniziò la grande crisi. Peraltro, già nel primo trimestre il Pil era andato meglio delle previsioni: ci si attendeva lo 0,2 in più sui tre mesi precedenti, abbiamo avuto lo 0,4. Infine: perfino i conti pubblici non stanno alla canna del gas, per il semplice motivo che crescendo il Pil si adeguano in positivo anche i rapporti con deficit e debito.
Poi, volendo, si può contestare tutto. Si può affermare che questa estate non e’ poi cosi calda, che il termometro segna 40, e’ vero, ma ci inganna. E si può pertanto anche affermare che, malgrado i dati del’Istat, di Eurostat, di Fmi, di Bankitalia, stiamo male lo stesso, perché cresciamo molto meno degli altri (vero; ma la novità è che adesso le nostre stime sulla crescita sono costantemente corrette al rialzo, mentre in passato avveniva il contrario), il nostro tasso di disoccupazione e’ ancora più alto della media europea (vero anche questo, ma e’ finalmente in diminuzione), la nostra occupazione e’ ancora in massima parte basata sul lavoro a termine (in questo, purtroppo, siamo più o meno in linea con altri paesi europei), e il tasso di occupazione femminile e’ ancora basso (anche se ha toccato il record dagli anni 70). Quello che non si può contestare è che in questa estate del 2017, clima torrido a parte, stiamo comunque meglio rispetto a quando siamo andati in vacanza nel 2016. E questo qualcosa vorrà dire.
Aggiungiamo qualche altro dato, per completare il quadro. I contratti: in un anno o poco più se ne sono rinnovati una ventina, senza particolari tensioni sociali, rapidamente e con soddisfazione di tutte le parti in causa, sindacati e imprese. E in settembre riprenderà la trattativa tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil, che salvo colpi di scena potrebbe concludersi con un accordo importante sulle nuove relazioni industriali e i salari. Nell’ultimo incontro del 26 luglio tutti, sia il presidente Vincenzo Boccia sia i leader delle tre confederazioni, hanno dichiarato solennemente la propria volontà di concludere positivamente una partita aperta ormai da troppi anni.
Insomma, ce n’e abbastanza per dire che stiamo mettendo la testa fuori dalla crisi, senza risultare troppo ottimisti, o poco rispondenti al mood imperante del ‘’quanto stiamo male, diomio quanto stiamo male’’? Siamo stati molto, molto male, certo; la crisi è stata una malattia lunghissima e dolorosa, con molte vittime rimaste sul campo e molte altre che, pur sopravissute, resteranno deboli e convalescenti ancora a lungo. Pero’ tutto questo sta passando, e’ in buona parte già alle spalle. Ammetterlo non ci porterà l’ira degli dei, anzi: ci farà bene, ci farà sentire meno desolati, meno arrabbiati, più forti.
(Il Diario del lavoro va in ferie assieme a questa newsletter. Diamo appuntamento ai nostri lettori per fine agosto)
Contrattazione
Questa settimana, Asstel e Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno firmato l’accordo che riunisce in un testo unico tutte le intese siglate a partire dal 2013 riguardanti la disciplina delle collaborazioni nelle attività di vendita di beni e servizi e di recupero crediti svolte attraverso call center “outbound”. In Lombardia, la Regione ha siglato insieme ai sindacati un accordo che prevede
la possibilità, per gli anziani più fragili e caratterizzati da maggiore complessità assistenziale, di usufruire di un voucher annuale di 1.000 euro, a integrazione della quota attualmente a carico della Regione a copertura della spesa sanitaria.
Interviste
Giorgia Cassiero ha intervistato Chiara Moriconi, la prima donna eletta come segretario generale della Uilcid (chimici), in carica dal 1991 al 1993, che racconta la sua esperienza nel settore, il suo approccio in un mondo spiccatamente maschile e i cambiamenti che il sindacato può e deve affrontare.
Fernando Liuzzi ha intervistato la nuova segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David.
Nell’intervista, Re David, spiega che la logica del contratto nazionale del novembre 2016 riporta i sindacati della categoria verso una fase di contrattazione di secondo livello, in parte di carattere applicativo, in parte di carattere acquisitivo.
Diario della crisi
In Lombardia, Enac sospenderà l’ingresso della cooperativa Alpina a Malpensa. Ags società di handling che gestisce il servizio per Ryanair sullo scalo di Malpensa subappaltava la cooperativa per il servizio di carico e scarico degli aeromobili. Comital conferma, invece, la liquidazione dello stabilimento di Volpino (Torino) ma sarebbero in corso contatti con altri gruppi industriali che vorrebbero rilevare l’attività. È quanto si apprende al termine dell’incontro tra la direzione dell’azienda, che produce laminati in alluminio per l’industria farmaceutica e alimentare, e i sindacati presso l’Unione Industriale di Torino, nell’ambito dell’apertura della procedura per la cessazione dell’attività e il licenziamento collettivo dei 140 lavoratori.
Documentazione
Questa settimana nella sezione dedicata è possibile visualizzare i dati Istat sui prezzi al consumo di luglio e i dati su occupazione e disoccupazione di giugno.