Dovrebbe riprendere a breve la trattativa tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil per individuare un nuovo modello contrattuale. Finora il confronto è rimasto sotto traccia, forse non è nemmeno mai davvero partito. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, nell’autunno scorso, aveva parlato abbastanza genericamente di un “patto della fabbrica”, senza però specificare a cosa si riferisse e, soprattutto, senza che su questo terreno iniziasse un dialogo tra le parti sociali.
Ora invece Confindustria vuole riprendere a trattare e a breve i sindacati potrebbero essere chiamati al confronto. L’obiettivo della confederazione degli industriali sarebbe, innanzi tutto, quello di fare chiarezza sul tema della contrattazione: terreno sul quale, in seguito agli accordi sulla riforma della contrattazione firmati a novembre 2016 da Cgil, Cisl e Uil con la Confcommercio e le associazioni dell’Artigianato, è nata una certa confusione.
Sostengono gli industriali, infatti, che quei due accordi hanno seguito vie tra loro diverse, creando già in questo modo confusione. Il primo accordo, quello degli Artigiani, ha stabilito che nella contrattazione deve valere il concetto soggettivo: ovvero, gli accordi raggiunti tra le parti devono essere applicati agli iscritti a queste organizzazioni, quali che siano i settori di produzione. E’ da tempo, del resto, che le associazioni artigiane pensano a se stesse più come rappresentanze di piccole imprese che di artigiani (qui una intervista sul tema, rilasciata al Diario del Lavoro dal segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli).Un criterio, secondo Confindustria, appunto soggettivo.
Diverso l’accordo dei commercianti, che sostiene l’applicabilità degli accordi a tutte le aziende “del settore”: un criterio quindi oggettivo. Tra i due Confindustria sceglie senza esitazione il criterio oggettivo, perché crea più certezze: il contratto si applica non indiscriminatamente a tutti gli associati, ma alle aziende (e ai loro dipendenti) che fanno parte di quello specifico settore.
Soprattutto, Confindustria e’ contraria al criterio soggettivo perché creerebbe una concorrenza troppo marcata tra le piccole aziende. Ciò anche nella considerazione, non marginale, che le aziende aderenti alle associazioni artigiane pagano salari e contributi molto minori di quelli pagati dalle aziende industriali. Ossia: la concorrenza può anche far bene, ma non deve essere drogata da trattamenti contributivi troppo diversi.
Anche perché, in mancanza di chiarezza, se dovesse verificarsi questa situazione di tensione a soffrirne sarebbe soprattutto il contratto nazionale, che perderebbe di forza e capacità impositiva. Se non si sa quale sia il contratto che un’impresa deve applicare, alla fine chi perde consistenza è proprio il contratto nazionale come punto di riferimento universale.
Questo Confindustria vuole chiarire attraverso il negoziato con i sindacati. Sostenendo quindi il criterio oggettivo, per il quale si applica a un’azienda il contratto del settore cui questa azienda appartiene. Ma anche le tesi che sostenute dai commercianti alla fine non piacciono del tutto agli industriali: a loro avviso, infatti, un riferimento al settore del commercio è troppo generico, e vi si può far rientrare tutto e il contrario di tutto.
In particolare, Confindustria sembra abbia l’occhio attento al settore dei servizi all’impresa, che già adesso è campo di contesa con i commercianti. Ma chi svolge consulenze per un’impresa industriale, appartiene all’industria o al commercio? La domanda in parte è aperta e Confindustria vorrebbe chiudere questa partita, sempre nella considerazione che in mancanza di chiarezza sarebbe il contratto nazionale in quanto istituzione a soffrirne. Un problema rilevante, anche considerando che Industry 4.0 porterà una crescita proprio di questi servizi tecnologicamente molto avanzati. Se dobbiamo sviluppare questa parte del mondo della produzione, sostiene Confindustria, sarebbe bene chiarire cosa è industria e cosa non lo è. E non è un caso, infatti, che l’associazione diretta da Vincenzo Boccia amerebbe istituire una federazione che raccolga queste imprese, così come anni fa si creò l’Asstel, l’associazione delle imprese di telecomunicazione.
Il sindacato, da parte sua, attende di essere convocato senza pregiudizi. E’ sicuramente interessato a un rafforzamento del contratto nazionale, che molti settori proprio di Confindustria vorrebbero invece mettere da parte, ma, nello stesso tempo, ha firmato importanti accordi con artigiani e commercianti: e prima di rivederli o accantonarli vuole avere le idee molto chiare. Anche perché non è chiaro a cosa davvero punti la Confindustria, quale sia il punto di arrivo di questa trattativa. Non si sa, per esempio, se sarà mai possibile mettere a punto un’intesa su regole atte a determinare la rappresentatività delle associazioni padronali.
Confcommercio e artigiani si sono espresse positivamente al riguardo negli accordi gia’ sottoscritti; da Confindustria, invece, sono venute solo indicazioni di massima. Ma proprio questo è un tema assai rilevante, considerando che è stata proprio la proliferazione delle associazioni datoriali a far lievitare in maniera impressionante il numero dei contratti nazionali, che assommerebbero adesso a ben 730. Insomma, sembra ci sia davvero bisogno di fare chiarezza.
Contrattazione
Questa settimana i sindacati di categoria hanno sottoscritto l’accordo con l’azienda Elettrolux che prevede altri 12 mesi di contratto di solidarietà. Il prossimo incontro è previsto per il 6 aprile per la verifica del piano industriale relativamente agli investimenti su prodotti e processi, all’andamento del mercato e dei volumi oltre che sulla situazione occupazionale. Anche alla Natuzzi è stato sventato il pericolo di licenziamento collettivo. Sindacati e azienda hanno raggiunto l’accordo per il prolungamento dei contratti di solidarietà che saranno applicati dal 2 maggio 2017 al 23 settembre 2018. Nel comparto del turismo e dei multiservizi sciopero per il rinnovo del contratto di categoria, scaduto il 30 aprile del 2013 e che riguarda circa 500mila dipendenti. Inoltre, è stato firmato il protocollo d’intesa tra Protezione civile e sindacati edili per la regolarità e la sicurezza del lavoro nel settore delle costruzioni nelle zone sismiche. Nel settore tessile, moda e chimico approvata la piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto della Piccola e media impresa. La richiesta economica dei sindacati è, per la sezione moda, di 100 euro medi, mentre varia dai 120 euro per il comparto chimico e settori accorpati, ai 105 euro del settore gomma-plastica, per finire ai 95 euro per vetro e ceramica. E’ stato interrotto il tavolo di contrattazione per il rinnovo del contratto Rai. L’azienda, denunciano i sindacati, non vuole incrementare i minimi salariali dopo 39 mesi di stallo. Infine, nell’ambito del trasporto navale è stato stipulato l’accordo tra i sindacati e le aziende Rina e D’Appolonia per la salvaguardia dell’occupazione. Il testo prevede un piano di incentivi su base volontaria per accompagnare alla pensione il personale che ne farà richiesta.
Interviste
Fernando Liuzzi ha intervistato il responsabile politiche europee e internazionali della Cgil, Fausto Durante, per fare il punto sul futuro del lavoro, a partire dai problemi connessi alla costruzione di un “compromesso sociale” dell’era digitale.
Analisi
Prosegue il dibattito sulle polizze sanitarie integrative, avviato da un articolo del Diario del Lavoro. Questa settimana, il punto di vista del sociologo francese Jean-Olivier Mallet. Prendendo spunto da un episodio della propria vita professionale, Roberto Polillo racconta di come l’ormai famoso ‘’calcetto’’ evocato dal ministro Poletti faccia premio, talvolta, e purtroppo, anche nell’ambito della professione medica. Giuliano Cazzola, infine, dimostra, dati storici alla mano, come la tecnologia non sia affatto il ‘’killer’’ del lavoro, ma un elemento di forte trasformazione non necessariamente negativa. Infine, Ciro Cafiero interviene sul crowd work, una delle molte novita’ che ci arrivano in materia di innovazione tecnologica e del lavoro.
Il blog del diario
Paolo Pirani fa il punto sulla recessione che ha investito il nostro paese sottolineando che il lascito più insidioso e perfido è il senso di incertezza profonda che attraversa la nostra società: incertezza verso il futuro ma che si ripercuote sul destino delle persone singole.
Loredana Taddei interviene sulla nuova legge appena approvata in Islanda, che introduce la piena parita’ retributiva tra donne e uomini. Con l’entrata in vigore della legge, le aziende islandesi sopra i 25 dipendenti dovranno dimostrare che tutti ricevano uguale salario, indipendentemente dal genere, dall’etnia e dalla nazionalità. L’impegno preso dallo Stato è quello di sradicare il divario retributivo di genere entro il 2022. E Taddei osserva come l’Italia, da questo punto di vista, sia ancora molto indietro.
Diario della crisi
Questa settimana è stata firmata l’intesa per stabilizzare i precari Laziodisu, l’ente della regione Lazio per il diritto allo studio. L’accordo prevede l’assunzione, attraverso procedure selettive e nel rispetto dei vigenti limiti sul turn-over per gli enti locali, di cinque lavoratori di categoria D e dieci di categoria C a tempo indeterminato. Inoltre, si è svolto lo sciopero dei lavoratoriu di Anaste con un’adesione del 70% ed un presidio ad Ancona che ha visto la partecipazione di 150 persone dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto. Ad Agrigento, Confael ha contestato la scelta
effettuata nel transito dei dipendenti da Ato a Srr che è stata “unicamente imposta come risoluzione consensuale del rapporto di lavoro” e non applicando la formula di una lettera di passaggio diretto ed immediato da un ente ad un altro.
Documentazione
Nella sezione dedicata, come ogni settimana, è possibile visionare i dati Istat sui prezzi alla produzione dell’industria e dei servizi di febbraio 2017, sui prezzi al consumo di marzo, sul fatturato e ordinativi dell’industria di gennaio e sulla fiducia dei consumatori e delle imprese di marzo. Inoltre è possibile trovare la nota trimestrale del Ministero del lavoro, Inps, Istat e Inail sulle tendenze dell’occupazione del IV trimestre 2016, la congiuntura flash del Centro Studi Confindustria sulla produzione industriale di Marzo, il protocollo di intesa per la regolarità e la sicurezza del lavoro nel settore delle costruzioni nelle zone del sisma, il comunicato Inps sulla quattordicesima, i documenti della conferenza #siStema nell’ambito di Fabbrica 4D, la metalmeccanica si rinnova promosso da Federmeccanica, la circolare del Ministero del lavoro su indicazioni applicative per il 2017 della Cigs nelle Aree diu Crisi industriale complessa, e infine il testo di Giuliano Cazzola “Il progresso tecnologico non uccide il lavoro ma lo trasforma”.