La campagna elettorale per la successione di Susanna Camusso alla guida della Cgil è formalmente partita. Che Maurizio Landini, ex segretario generale dei metalmeccanici, oggi in segreteria confederale, fosse in corsa era cosa nota, lui stesso non ha mai fatto mistero di questa sua ambizione. Ma adesso è sceso in campo anche il secondo contendente, Vincenzo Colla. Emiliano, come del resto anche Landini, ex operaio, come anche Landini, Colla è stato per alcuni anni segretario generale della Cgil dell’Emilia-Romagna, per approdare poi alla segreteria confederale della Cgil, dove è stato poi raggiunto sempre da Landini.
Che anche Colla fosse in corsa per la successione a Camusso era ugualmente a tutti noto, ma finora non c’era mai stata un’uscita formale che palesasse questa sua intenzione. Adesso, però, con un’intervista a Dario Di Vico per il Corriere della sera, è uscito allo scoperto e le due candidature si fronteggiano e, forse, si daranno battaglia. Lotta fratricida, afferma qualcuno, considerando le caratteristiche comuni dei due, che loro non nascondono, anzi rivendicano.
In realtà non è proprio così, perché Landini e Colla sembrano portare avanti due modelli sindacali molto o abbastanza diversi tra loro. Landini è più politico, da sempre pronto a dare spessore appunto politico all’organizzazione che guida, come voleva fare con la Fiom quando lanciò l’ipotesi della coalizione sociale, che altro non era che un ampliamento della base di appoggi (politici) e consensi per svolgere un’azione verso i partiti della maggioranza, altrimenti troppo più forte. Si favoleggia della sua intransigenza ai tavoli di trattativa, ma non è affatto vero che sia un nuovo “signor no”, perché se con la Fiat e poi la Fca ha avuto i suoi guai, la Fiom ha firmato migliaia di accordi, anche molto importanti con grandi gruppi industriali. Se c’è la convenienza a firmare un accordo, anche un po’ “scomodo”, Landini e la Fiom non si sono tirati mai indietro.
Colla è meno politico. Ha i suoi collegamenti, con il Pd, forse con Leu, e non li rinnega, ma il suo orizzonte è più legato alle relazioni industriali, è pronto a confrontarsi più con gli industriali che con i partiti, cerca l’innovazione tecnologica, il confronto tra parti sociali, gli interessa di mano cercare appoggi politici. Se deve trattare con un governo lo fa spinto solo dagli interessi in gioco, senza guardare al colore politico di chi si siede al tavolo con lui. È per la partecipazione, per il dialogo unitario, per il collegamento stretto quanto possibile con il mondo del lavoro nella sua interezza.
Nella scelta del nuovo segretario generale conterà molto questa diversa posizione verso la politica, ma è difficile dire in che senso. Anche perché non è chiaro a nessuno quale sia l’atteggiamento migliore da usare verso la politica, questa politica che è uscita dalle urne del 4 marzo scorso. Se quello di chi con la politica si confronta da politico o quello di chi mette la politica in secondo piano e guarda più al merito.
La Cgil, nemmeno a dirlo, è divisa tra queste due candidature. A volte la linea divisoria passa anche all’interno della stessa organizzazione, come probabilmente avverrà per la Cgil dell’Emilia-Romagna, considerando che tutti e due i contendenti vengono da quella regione. La scelta sarà effettuata subito dopo il congresso di gennaio, e sarà l’assemblea generale, appena votata appunto in sede congressuale, a decidere. C’è anche il caso che a quel momento sia già fuori scena la Camusso. Perché a dicembre, poche settimane prima, sarà eletta la segretaria generale del sindacato mondiale, e Camusso è una delle due candidate, assieme alla segretaria generale uscente. Se eletta, dunque, Camusso parteciperà al congresso Cgil in altra veste, quindi super partes.
C’è il caso che la procedura si acceleri e proprio in questi giorni. Le voci che si rincorrono, e sono davvero tante, alcune anche altamente inquinate, affermano che Susanna Camusso potrebbe già la prossima settimana indicare il candidato ufficiale della segreteria confederale. Lei, su mandato del direttivo confederale, ha infatti svolto una sorta di consulto tra i dirigenti dell’organizzazione e potrebbe renderne noti i risultati. Il nome sarebbe, sempre secondo le voci, presentato in segreteria confederale e lì scelto, ovviamente a maggioranza, considerando che i due candidati siedono tutti e due proprio in segreteria confederale.
E potrebbe anche accadere che la Cgil a questo punto, con due candidati e una investitura ufficiale, si trovi spaccata in due. L’unità dell’organizzazione è sempre stata un bene prezioso per la Cgil, che spesso in passato non ha esitato a trascurare il rapporto unitario con le altre confederazioni in nome appunto dell’unità interna. Quindi in questo caso il condizionale è sempre d’obbligo. E non è nemmeno da escludere che, proprio di fronte allo spettro di una spaccatura, non si finisca per dare corpo a un’altra candidatura, una terza persona che consenta una soluzione indolore, anche se per la verità sembra un’operazione molto complessa.
(Massimo Mascini)
Contrattazione
Questa settimana è stata approvata la piattaforma per il rinnovo del contratto del settore della bonifica. Il documento, sottoscritto da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Filbi-Uil, prevede nuovi strumenti per migliorare la partecipazione dei lavoratori, la sicurezza, l’organizzazione e la qualità del lavoro. Nel comparto alimentare, i sindacati di categoria, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, e il gruppo Cargill Italia divisione feed and nutrition hanno firmato, presso Assolombarda, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto integrativo. L’accordo prevede innovazioni nella parte normativa, il rafforzamento degli strumenti per il work-life balance e il coinvolgimento delle Rsu per la definizione dei percorsi formativi. Sul versante economico è previsto un incremento di 300 euro nel quadriennio. Presso il Ministero dello Sviluppo Economico è stato raggiunto l’accordo, tra i sindacati di categoria e l’azienda Bekaert, che scongiura il licenziamento dei 318 dipendenti degli stabilimenti di Incisa e Figline Valdarno. Nello specifico il documento prevede il mantenimento dell’attività produttiva fino al 31 dicembre e di tutti i lavoratori, per il 2019, grazie alla cassa integrazione per cessazione di attività. Ancora, i lavoratori dell’edilizia hanno approvato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto industria e cooperazione 2018-2020, che interessa oltre un milione di addetti. Infine, i lavoratori del comparto chimico-farmaceutico hanno approvato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale 2019-2022, firmato lo scorso luglio.
L’editoriale
Il direttore de Il diario del lavoro Massimo Mascini fa il punto sulla bufera che sta attraversando Confindustria. L’endorsement del presidente Vincenzo Boccia nei confronti della Lega, poi parzialmente corretto, è solo un aspetto delle difficoltà che sta vivendo l’associazione, alle prese col governo giallo verde che non accetta critiche e che ventila, come rappresaglia, l’uscita delle aziende pubbliche da Viale dell’Astronomia.
Analisi
Alessandro Riello, imprenditore veneto e patron della Aermec (una delle ultime grandi aziende di condizionatori rimasta in Italia) esprime un giudizio totalmente negativo sulla manovra giallo-verde, in quanto, spiega, “verte esclusivamente su misure di tipo assistenziali, ricalcando lo spirito populista della maggioranza”, mentre manca “qualsiasi riferimento per uno sviluppo competitivo del paese”. Di fatto, sintetizza l’imprenditore, “una replica peggiore delle finanziarie della Prima Repubblica”.
Roberto Polillo commenta la manovra economica del governo osservando che “appare sempre più evidente come la manovra che eliminerà dal paese la povertà, ridando dignità a 5 milioni di poveri messi all’angolo dalla lunga crisi, rischia di trasformarsi in un moltiplicatore dalle conseguenze diametralmente opposte a quelle auspicate”. Tra queste, rivela Polillo, ci saranno anche pesanti ripercussioni sulla sanità.
Per Maurizio Ricci la manovra di Di Maio e Salvini non rappresenta solo il tentativo di soddisfare le promesse elettorali, ma una sfida al cuore dell’Europa in vista delle elezioni di maggio. Secondo Ricci nei prossimi mesi si potrebbe scatenare una grave crisi sui mercati che spingerebbe il paese sull’orlo del default e dell’uscita dall’euro. Be’, si chiede Ricci, ma non era il famoso piano B di Savona? Il governo potrebbe scaricare la colpa sugli attacchi di speculatori e burocrati comunitari contro la “Manovra del Popolo” e prepararsi a sciogliere ogni vincolo.
Alessandra Servidori fa il punto sulle proposte avanzate in sede europea per una migliore parità di genere nel mercato del lavoro. Il 10 ottobre la commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere presenterà alla Commissione Ue e al Consiglio Europeo la proposta per implementare in tutti gli Stati aderenti i servizi di assistenza. Che farà il governo italiano? È intenzionato a sostenerla o meno?
Interviste
Pubblichiamo un’ampia sintesi dell’intervista di Gabriele Polo a Gianni Rinaldini, ex segretario generale della Fiom. Rinaldini ricostruisce con accuratezza storica il difficile rapporto con Sergio Marchionne dal 2003 al 2010, scandito da scontri durissimi ma anche caratterizzato da una stima reciproca. L’intervista integrale si può leggere sul sito della Fiom Cgil.
Tommaso Nutarelli ha intervistato Fiorenzo Molinari, segretario della Filcams-Cgil di Piacenza, sulla decisione di Jeff Bezos di aumentare salario minimo orario per i dipendenti americani di Amazon. Molinari, inoltre, annuncia che in Italia i sindacati torneranno a confrontarsi con il gigante dell’e commerce già il prossimo 22 ottobre, in vista del Black Friday e del picco natalizio, i momenti ‘’chiave’‘ per gli affari di Amazon.
I blog del diario
Marco Cianca fa il punto sulle mosse di questi giorni della Cgil che hanno visto al centro del dibattito la manovra economica. In un momento di agitazione e fibrillazione per i conti pubblici, nota Cianca, tutto tace da Corso d’Italia, diversamente dalle critiche dure che arrivarono dalla Cgil nei confronti dei precedenti governi di centro sinistra.
Giuliano Cazzola si interroga su come debba comportarsi una forza politica per essere definita (neo, proto, simil, para, ecc.) fascista. Sono necessari alcuni attributi riconducibili alla tradizione passata? Per Cazzola non è così, perché anche le culture autoritarie evolvono.
Tommaso Nutarelli descrive la spinosa situazione nella quale si è ritrovato il ministro delle Finanze Giovanni Tria. Rispetto alle rassicurazioni della vigilia, i numeri imposti dalla maggioranza per il Def sembrano screditare l’inquilino di via XX Settembre. E tuttavia, come lo stesso Tria ha ricordato in una intervista al Sole 24 ore, egli non è un tecnico, ma un ministro politico che fa parte di un esecutivo politico.
Il guardiano del faro
Marco Cianca, attingendo alla recente storia passata, sottolinea come in nome del popolo e di Dio i demagoghi di turno possono compiere le peggiori nefandezze. Per Cianca i sovranisti di oggi gridano al complotto contro il popolo da parte delle istituzioni europee, quando sono loro, in realtà, a tramare contro gli interessi della nazione.
Diario della crisi
La Fiom-Cgil ha dato il via a iniziative per dare visibilità alla situazione della Magneti Marelli, azienda del settore dell’automotive, in provincia di Torino. In questi giorni, infatti, sono in corso le trattative per vendere l’azienda della componentistica controllata dal gruppo Fca. Un fondo giapponese ha dimostrato interesse per una eventuale acquisizione della Magneti Marelli, che ha dieci stabilimenti sul territorio che occupano 3.200 lavoratori. La Filctem-Cgil di Roma e Lazio ha dichiarato lo stato di agitazione per i 350 lavoratori della Sogesid, azienda controllata dal Mef che si occupa di assistenza tecnica per il comparto ambientale. Alla base della decisione c’è la volontà del ministro dell’Ambiente Sergio Costa di interrompere le attività di assistenza tecnica fornite dalla stessa al ministero. La Fp-Cgil Roma e Lazio ha dichiarato lo sciopero del personale della Zètema, la partecipata del Comune di Roma, che si occupa della gestione dei servizi alla cultura. Per il sindacato gli impegni presi non sono stati rispettati, e l’azienda continua a trovarsi in carenza di organico da molti mesi.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare i dati Istat relativi agli occupati e i disoccupati nel mese di agosto, il testo sul conto trimestrale di su Ap e reddito delle famiglie e le cifre del commercio al dettaglio di agosto. È inoltre presente il testo dell’analisi del professor Lorenzo Bordogna sull’accordo Confindustria-sindacati del 9 marzo scorso e il documento del Centro Studi di Confindustria sull’andamento dell’economia italiana. Infine si può accedere al Misery Index di Confcommercio e al testo integrale della nota di aggiornamento al Def.