Il sindacato non guarda con timori o particolare preoccupazione ai prossimi confronti con i partiti che, a quanto sembra, si accingono a formare il nuovo governo. Sia i 5 Stelle che la Lega non hanno mostrato mai molta attenzione verso la rappresentanza dei lavoratori, spesso l’hanno guardata con distacco, pensando che si tratti di una sovrastruttura, e in quanto tale da eliminare. Ce ne sarebbe a sufficienza per nutrire qualche paura, ma il sindacato non sembra tentennare. La serie di interviste sulla prospettiva della politica che Il diario del lavoro sta facendo ai sindacalisti – Alessandro Genovesi, Alessio Ferraris e Paolo Pirani i primi tre di questa settimana- ha mostrato che i dirigenti del movimento sindacale guardano al confronto con quei partiti con calma e relativa tranquillità. E l’apertura di Roberto Fico, il presidente della Camera dei Deputati, a Susanna Camusso, sembra avallare questa tranquillità.
La segretaria generale della Cgil, nei giorni scorsi, ha scritto ai presidenti delle due Camere per chiedere che venga al più presto ripreso l’esame della proposta di legge popolare avanzata dalla Cgil per un nuovo statuto dei lavoratori, proposta presentata nella scorsa legislatura e incardinata dalla Commissione Lavoro della Camera, che ne aveva gia’ iniziato l’esame prima del voto. La proposta non è quindi decaduta e la Cgil chiede oggi, al rinnovato parlamento, l’avvio di un nuovo iter. Fico ha risposto molto positivamente, affermando che al più presto si incontrerà con la segretaria della Cgil, nella consapevolezza dell’importanza di quella proposta, anche perché si tratta di un’iniziativa popolare, che in quanto tale, ad avviso del presidente della Camera, va incoraggiata.
Un’apertura bella e buona, che sarà molto apprezzata dalla Cgil. Questo non vuol dire che la proposta della confederazione presto diverra’ effettivamente legge dello Stato: da una parte perché l’iter è lungo, dall’altra perche’ i contenuti della proposta sono molto forti, non fosse che perché chiede, tra l’altro, il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la sua estensione a tutte le aziende che hanno almeno 5 dipendenti. E poi c’è tutta una serie di diritti e rivendicazioni che non sarà facile far passare in Parlamento. Ma l’avvio è certamente positivo e vale metterlo in rilievo.
Del resto, la forza del sindacato è tuttora integra, perché si basa sulle migliaia e migliaia di delegati che sono in tutti i posti di lavoro e che rappresentano la spina dorsale del sindacato, il suo collegamento forte con la realtà del paese e del lavoro in particolare. Una presenza diffusa che spiega perché la grande crisi dei corpi intermedi, che ha spazzato via i vecchi partiti, non ha sostanzialmente scalfito il sindacato. Cgil, Cisl e Uil sono le uniche grandi realtà di rappresentanza che non hanno sentito il bisogno di cambiare nome, proprio perché la loro forza era uguale a prima.
Né particolari problemi crea, soprattutto per Cisl e Uil, il fatto che i lavoratori, e quindi i loro stessi iscritti, abbiano deciso di appoggiare con forza questi nuovi partiti, 5Stelle e Lega, che pure portano avanti tesi che non sembrano proprio in linea con il pensiero del sindacato. La scissione tra tessera sindacale e voto politico è stata sancita da tempo e i lavoratori non hanno problemi a votare in un senso quando sono nelle cabine elettorali per scegliere il nuovo Parlamento, e in un altro quando devono eleggere le loro Rsu. Ognuno per la sua strada.
Diversa solo la realtà della Cgil, perché in questa organizzazione, dove il collegamento con l’ideologia è ancora forte, si avverte il dolore di vedere i propri rappresentati allontanarsi, forse per sempre, dai partiti della sinistra che tradizionalmente sono stati vicini al sindacato. E per questo in Cgil c’è ancora, a quanto si avverte, il desiderio di riportare quei compagni verso i lidi che hanno abbandonato. Ma questo è qualcosa di importante, ma non decisivo, anche per la Cgil. Importante è che si mantenga la libertà di associazione e di contrattazione. Il resto conta poco.
Quello che più interessa al sindacato sembra essere soprattutto il diritto di essere soggetto politico, di essere cioè riconosciuto come entità abilitata a trattare i temi generali della politica economica. E qui tutto sembra più difficile, perché i 5Stelle e, meno, la Lega, guardano al sindacato come un soggetto utile per rappresentare i lavoratori in fabbrica, forse anche per rinnovare i grandi contratti nazionali, ma hanno difficoltà a vedere il sindacato trattare temi di carattere generale, che in quanto tali devono essere trattati dai partiti, dal Parlamento, comunque dai cittadini, non dai corpi intermedi.
E’ successo poco tempo fa che, alla notizia che i lavori del Quinto valico, quello che dovrebbe collegare il porto di Genova con il Nord Italia, venivano sospesi e i finanziamenti relativi dirottati verso la costruzione di piste ciclabili, i sindacati si siano allertati e abbiano cercato di dissuadere le forze politiche dal portare avanti questa novità. Ma quei rappresentanti politici, espressione di questi nuovi partiti, nemmeno capivano l’interesse del sindacato in questa vicenda. Voi, hanno detto ai sindacalisti, dovreste interessarvi al fatto che qualche decina di lavoratori perderebbe il lavoro, non della destinazione di soldi pubblici, di cui invece noi dobbiamo disporre per il bene dei cittadini. Che il sindacato avesse attenzione a ciò che può incentivare sviluppo e successo economico non rientrava nella loro concezione.
Ed è proprio questo che il sindacato deve temere, che la deriva lo porti a una visione unionista, che lo obblighi a guardare agli interessi dei singoli lavoratori o gruppi di lavoratori, non alla classe operaia in quanto tale, certo non al paese nel suo complesso. Un rischio reale, che il sindacato per lo più ha ben presente. Molti pensano in realtà che i partiti non possano fare a meno di loro, perché loro conoscono i problemi e possono evitare errori. Questa però sembra un’illusione, che ha avuto vita già altre volte, sempre quando si è cominciato a parlare di disintermediazione e a praticarla. Ma i partiti, specie questi nuovi, non temono errori, credono di essere sempre e comunque nel giusto e di avere gli strumenti adatti a governare. Per questo potrebbero decidere di fare a meno del sindacato. A meno che il sindacato non si accontenti di stare in fabbrica a tenere buoni i lavoratori.
Contrattazione
Questa settimana è stato firmato il protocollo d’intesa tra Unioncamere e Invitalia per promuovere e rafforzare l’imprenditorialità nel Mezzogiorno. Nel documento Unioncamere si pone l’obiettivo di sostenere le imprese per poter sfruttare al meglio gli incentivi e le risorse messe a disposizione da Invitalia. Nel settore metalmeccanico, si è svolta ad Ivrea un’assemblea pubblica sulla situazione di Arca Technologies, azienda produttrice di macchine per l’automazione bancaria. Al termine dell’assemblea si è deciso lo stop ai 103 licenziamenti, precedentemente preventivati dall’azienda. Nel settore degli edili, si sono riuniti i sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil per fare il punto sullo stato della trattativa per il rinnovo del contratto tra Ance e Coop, scaduto da due anni e che interessa un milione e mezzo di lavoratori. I sindacati si dicono preoccupati per la “schizofrenia” che Ance sta dimostrando nell’affrontare alcuni temi del rinnovo, e che potrebbe portare allo stop della trattativa.
Analisi
Maurizio Ricci analizza l’impatto dei robot sul mondo del lavoro. La loro presenza, sempre più diffusa, sta innescando il fenomeno del reshoring, il ritorno dell’industria nei paesi occidentali e il rallentamento della globalizzazione delle produzioni. Due saranno le conseguenze sull’occupazione secondo Ricci: i robot si abbatteranno come una scure sulla testa dei lavoratori dei paesi emergenti, ma senza poi ricreare occupazione nelle economie occidentali.
Stefano Patriarca racconta la vicenda kafkiana dell’Ape volontario, ostacolato da una procedura assurda dovuta alla burocrazia. Il provvedimento, nato 15 mesi fa per accelerare l’uscita dal mondo del lavoro, ancora non può essere usufruito da chi ha ottenuto il via libera dall’Inps. Il motivo? Manca la procedura informatica per presentare la domanda.
La nota
Fernando Liuzzi fa il punto sul primo vero incontro, successivo alla pausa elettorale, fra AM InvestCo e i sindacati dei metalmeccanici per la situazione dell’Ilva. Tra le parti le distanze restano invariate, e si ripresenta con forza il problema dei livelli occupazionali nello stabilimento di Taranto.
Tommaso Nutarelli riporta il nuovo ‘’caso’’ Almaviva, che questa volta riguarda il call center di Palermo. L’azienda ha infatti comunicato ai sindacati e ai rappresentati delle istituzioni la volontà di cedere un ramo dell’azienda a causa del calo dei volumi e del crollo delle tariffe. Ma le organizzazioni sindacali non ci stanno.
Interviste
Il Diario inaugura una serie di interviste sul tema dei rapporti tra il sindacato e le forze politiche e di governo dopo le elezioni del 4 marzo. Questa settimana Massimo Mascini ha intervistato Alessandro Genovesi, segretario generale degli edili della Cgil. Genovesi ritiene che le organizzazioni dei lavoratori debbano innanzi tutto recuperare quel coraggio e quella capacità di proposta che sono loro proprie. Ancora Mascini ha intervistato Alessio Ferraris, segretario della Cisl Piemonte. La Cisl, forte della sua autonomia dai partiti, guarda con serenità al confronto politico. Il dialogo, dice Ferraris, per noi è importante, ma avverte: sono i nuovi partiti ad aver bisogno di noi.
Nella stessa serie di interviste, Nunzia Penelope ha sentito Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec. In attesa che si formi il nuovo esecutivo, il segretario della Uiltec non e’ preoccupato per i rapporti con Cinque Stelle e Lega: ‘’non temiamo la disintermediazione, il nostro radicamento e’ solido”, afferma, ma aggiunge: ‘’siamo pronti al dialogo, ma anche allo sciopero”. Quanto al Pd, per Pirani e’ giusta la scelta di stare all’opposizione, tuttavia ritiene che il partito dovrebbe comunque far sentire la propria voce, gia’ a partire dal Def.
Tommaso Nutarelli ha intervistato Riccardo Saccone, segretario generale della Slc-Cgil Roma e Lazio, per commentare la seconda ordinanza di reintegro per i lavoratori romani licenziamenti da Almaviva. Saccone traccia uno scenario nel quale è fondamentale riprendere in mano l’intera vertenza per impedire una deriva pericolosa dell’intero settore dei call center.
I blog del Diario
Gaetano Sateriale, all’indomani del primo giro di consultazioni per la formazione del nuovo governo, esprime preoccupazione per come le proposte dei partiti restino a tutt’oggi molto distanti dai reali bisogni del paese. E lancia una proposta concreta.
Roberto Polillo, a un mese esatto dal voto, fa il punto su l’attuale posizione della sinistra. L’errore più grande che secondo Polillo il Pd non deve commettere è quello di lasciare il Paese in mano a Salvini e a Di Maio.
Valerio Gironi, partendo dalla vertenza che sta interessando i lavoratori di Italiaonline, sottolinea come i processi di globalizzazione si possono e si devono governare.
Il guardiano del faro
Marco Cianca riprende le parole pronunciate dal Papa durante la Via Crucis del venerdì santo. Parole che spingono all’aiuto reciproco, all’attenzione verso i deboli, ma che si sono scontrate con un muro di sordità e indifferenza.
Diario della crisi
Nel settore dell’agroalimentare chiude dopo 30 anni di attività Casa Buitoni di Sansepolcro. La Nestlè, che aveva rilevato lo stabilimento, ha sospeso le attività a partire dal 1 aprile, ma le operazione di smantellamento dei macchinari per il trasferimento negli Stati Uniti erano già state avviate da qualche tempo. Nella giustizia, i giudici di pace sciopereranno per quattro settimane consecutive per contestare la riforma della magistratura di pace ed onoraria voluta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, “che precarizza ulteriormente la categoria”. A Roma Donatella Onofri, segretaria generale della Cgil Roma e Lazio, denuncia l’“ennesimo bando al massimo ribasso in una Fondazione partecipata” dell‘Auditorium Parco della Musica. La situazione, sostiene Onofri, è l’ennesimo affronto che calpesta la cultura del lavoro e che alimenta la giungla degli appalti. Nel settore della sicurezza, la Funzione Pubblica della Cgil, attraverso la campagna “Dentro a metà”, ha voluto denunciare le condizioni di vita e di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria. In 5 anni, 35 agenti si sono tolti la vita e ci sono state più di 2mila aggressioni. Nella gdo, continua la sciopero dei lavoratori di Napoli dello stabilimento Auchan di via Argine, che dovrebbe essere acquistato dalla famiglia Apuzzo. Nel corso di un vertice coi sindacati, i responsabili della struttura hanno confermato che solo poco più del 50% dei 138 addetti saranno rioccupati presso la nuova società. Nel comparto dell’editoria, i sindacati di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil chiedono un incontro urgente al ministro Carlo Calenda sulla situazione di Italiaonline. L’azienda, denuncia il sindacato, sta avviando un piano di incentivazione rivolto al top management da 6,7 milioni, trascurando del tutto il futuro occupazionale della forza lavoro. Nelle telecomunicazioni, i lavoratori in appalto di Tim rischiano il licenziamenti per la chiusura di due sedi romane. La Filcams-Cgil di Roma e del Lazio chiede ai 250 addetti ai servizi di pulizia, manutenzione e servizio mensa venga garantita la continuità occupazionale così come per i 4.200 dipendenti diretti della Tim che verranno trasferiti da Roma
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare i documenti dell’Istat sulle stime provvisione su occupati e disoccupati e i conti trimestrali delle amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti della società. Sono inoltre presenti le slide dei relatori relativi alla Piattaforma per lo sviluppo sostenibile promossa dalla Cgil, l’Osservatorio Lavoro del Centro Studi Cna, il rapporto Pmi Meridione 2018 promosso da Confindustria e Cerved e i dati del Misery Index di Confcommercio.