Ormai è un dato di fatto. La crisi è finita, almeno nella sua fase più acuta, ed è possibile parlare apertamente di ripresa dell’economia. Il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan lo hanno affermato a chiare lettere a Cernobbio lo scorso week end. Ormai hanno detto, la ripresa è una realtà sulla quale è doveroso ragionare per fare piani per il futuro. Anche Susanna Camusso, che non è mai stata tenera con questo governo (e nemmeno con quello precedente) intervistata da Roberto Giovannini per La Stampa, ha parlato esplicitamente di ripresa. Certo, l’occupazione risente ancora in maniera molto limitata di questa nuova realtà, i nuovi posti di lavoro, che pure ci sono, sono ancora in gran parte a tempo determinato, ma questo non deve spaventare perché è normale che in una fase di incertezza, come non può non essere l’attuale, si proceda con piedi di piombo, nel caso specifico senza assumere oneri troppo gravosi che poi risultino insostenibili.
Quello che è importante è che l’economia si stia riprendendo, che gli investimenti ripartano, che l’inflazione si stacchi dai livelli troppo bassi cui ci aveva abituati. In questo modo anche l’occupazione non potrà non risentirne positivamente. L’attenzione è ora tutta concentrata sulla manovra economica di fine anno, per vedere come procedere per dare alimento a questa situazione di ripresa. Gentiloni è stato chiaro quando a Cernobbio ha detto che adesso è importante emanare una legge di bilancio “che non faccia danni”, proprio a significare che le decisioni da prendere sono molto delicate e non è possibile sbagliare. Le risorse sono poche, le cose da fare tante, è evidente che le scelte sono difficili. Tanto più che molto del benessere che si sta attestando in Europa deriva dall’intervento della Bce, che con il Qe è riuscita a dare ossigeno alle economie del continente. E’ difficile che a breve Mario Draghi cambi politica e spenga questo meccanismo che ha aiutato l’Europa a riaversi dalla c risi, ma le pressioni, soprattutto tedesche ,perché il presidente della Bce cambi strada sono così forti che non è escluso che questo possa accadere, e quindi è doppiamente urgente muoversi bene.
Il governo ha manifestato l’intenzione di mettere risorse ingenti sull’occupazione giovanile, tagliando i contributi previdenziali sui salari di chi ha meno di 29 o 32 anni, a seconda della scelta definitiva che verrà fatta. Una misura che è difficile criticare perché sono stati proprio i giovani a subire il peso più forte della crisi, con tassi di disoccupazione che sono arrivati al 40% e che, pur migliorati, non si sono tuttavia discostati molto da quella vetta. E’ vero anche, però, che la ripresa, e quindi la ricomparsa degli investimenti, non potranno non tradursi in tempi non biblici in nuova occupazione: per cui forse potrebbe rivelarsi sbagliato abbassare in maniera troppo generica il costo del lavoro senza guardare un po’ più a fondo sull’effetto di questa decontribuzione. L’errore più forte dei governi in questi ultimi anni è sempre stato quello di dare soldi senza selezionare a sufficienza, senza guardare all’effetto che i diversi incentivi via via emanati avevano sull’economia, e sull’occupazione. Forse una maggiore attenzione sarebbe giustificata.
L’altra cosa cui prestare attenzione nel corso dell’autunno è il procedere delle relazioni industriali, che rappresentano sempre un assist importante per accompagnare la ripresa economica. Terminata la stagione dei grandi rinnovi nazionali di categoria, è sugli accordi di secondo livello che l’attenzione si sta concentrando ed è necessario che si realizzi uno svolgimento ordinato di queste negoziazioni per avere il massimo risultato. In questo quadro sarebbe certamente utile se arrivasse finalmente alla conclusione il confronto tra le confederazioni sindacali e la Confindustria. Ormai tutte le grandi centrali datoriali hanno trovato un accordo con i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil, ultima è arrivata questa settimana con il protocollo firmato assieme alla Confesercenti. Mancano all’appello solo gli industriali che per una serie di ragioni, delle quali sul Diario abbiamo spesso parlato, non sono mai riusciti a centrare l’obiettivo. Questa volta, a quel che sembra, la firma di un accordo potrebbe essere vicina, o almeno così erano rimaste le parti sociali prima della pausa estiva. Un’accelerazione del dialogo e il superamento degli ostacoli finali sarebbero decisivi per far partire una stagione dei rinnovi di secondo livello che servano davvero alla ripresa dell’economia, aiutando le imprese a far crescere la loro competitività e, di conseguenza, anche l’occupazione. Certo, ci sono ostacoli ancora complessi, ma il risultato finale giustifica un sacrificio. Anche perché gli accordi sono sempre un compromesso tra esigenze differenti, che, appunto sacrificando ciascuna parte qualcosa, portano alla fine a un risultato utile per tutti. Ma bisogna volerlo.
Contrattazione
Questa settimana i tre sindacati confederali Cgil Cisl e Uil e la Confesercenti hanno firmato il protocollo sulle nuove relazioni industriali. Due gli accordi siglati: uno relativo al sistema contrattuale e l’altro dedicato specificamente alla rappresentanza.
La Tuodì, catena italiana della grande distribuzione, ha firmato presso il Ministero del Lavoro un accordo con i sindacati di categoria per la concessione della cassa integrazione straordinaria a 1.800 dipendenti.
La nota
Fernando Liuzzi analizza le straordinarie performance messe a segno da FCA nel mese di agosto, ripercorrendo sia le tappe del boom di Borsa, in seguito alle notizie sull’interessamento della Cina, sia ipotizzando gli scenari futuri del gruppo guidato da Sergio Marchionne.
Giuseppe Casadio, analizzando le pagine dei Diari di Bruno Trentin, ripercorre le vicende, sindacali e politiche, che hanno interessato l’Italia nel biennio ‘92-‘93, attraverso le parole dello storico leader di Fiom e Cgil.
Interviste
Alessia Pontoriero ha intervistato Michele Azzola, Segretario della Cgil di Roma e Lazio, per fare il punto sulla crisi dell’Atac e, piu in generale, della Capitale stessa, a un anno dall’insediamento della giunta Raggi.
Tommaso Nutarelli ha intervistato Carlo Frighetto, responsabile area Lavoro, Previdenza, Education di Confindustria Vicenza, sul tema del welfare aziendale. In particolare, Frighetto prende spunto dal progetto Welfaremeet, realizzato da Confindustria Vicenza, per sottolineare la necessità che sindacati e imprese prendano in mano direttamente le redini del welfare contrattuale, così da rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze di aziende e lavoratori.
Ancora Tommaso Nutarelli ha chiesto al segretario della Filctem Cgil Toscana Bernardo Marasco, di fare il punto sulla situazione della storica fabbrica di porcellane Richard Ginori: salvata dal fallimento, ora rischia nuovamente la chiusura, a causa del veto posto da una delle banche creditrici sull’acquisizione del terreno sul quale sorge lo stabilimento.
L’analisi
Alessandra Servidori analizza i recenti dati sulle ‘’morti bianche’’ dal punto di vista del genere, evidenziando un drammatico paradosso: nonostante il calo delle donne occupate, più di un infortunio sul lavoro su tre ha interessato proprio la componente femminile.
I blog del diario
Roberto Polillo analizza le conseguenze della crisi economica, che ha gettato nella povertà un numero sempre più alto di persone. Uno scenario attraversato da una crescente tensione, anche a causa della crisi migratoria, che molti esponenti della politica italiana stanno cavalcando per diventare dei veri e propri signori della paura.
Costantino Corbari racconta l’edizione 2017 del Labour Film Festival, l’evento che attraverso il cinema racconta la condizione del lavoro odierno.
Gaetano Sateriale racconta alcuni episodi del suo rapporto personale con Bruno Trentin, prendendo spunto dalla recente pubblicazione dei Diari dell’ex leader Cgil da parte della casa editrice Ediesse.
Bruno Ugolini, a dieci anni dalla scomparsa di Bruno Trentin, si interroga, attraverso la lettura dei suoi Diari, su che cosa sia rimasto ancora vivo del lascito del dirigente sindacale.
Diario della crisi
Questa settimana i lavoratori dei fast food di tutto il mondo, con il sostegno dei sindacati di categoria affiliati a IUF, si sono uniti in una grande mobilitazione internazionale, per porre l’attenzione sulle condizioni di lavoro nei fast food, con contratti scaduti e salari al minimo. Sul versante delle auto, è previsto un nuovo stop della produzione per lo stabilimento della Fca-Sata di Melfi. Per i lavoratori si prospetta un nuovo periodo di cassa integrazione fino al 2 ottobre. Per la Fismic Basilicata “serve un nuovo piano industriale”. Infine, la società farmaceutica Alfasigma ha annunciato l’apertura della procedura di licenziamenti collettivi dichiarando 456 esuberi di cui 274 Informatori scientifici. I sindacati di categoria hanno quindi proclamato lo stato di agitazione di tutto il Gruppo.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare i rapporti dell’Istat relativi alle stime preliminari su occupati e disoccupati a luglio, la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana ad agosto, i dati sulle vendite al dettaglio a luglio. Sono inoltre disponibili i dati del Misery Index di Confcommercio di luglio, il documento di Alleanza contro la povertà sulla legge di Bilancio, e i due testi degli accordi sul modello contrattuale e la rappresentanza siglati tra Confesercenti e i sindacati.